Maxi processo agli ultras milanisti conferma gestione violenta e monopolio della curva di San Siro

Maxi processo agli ultras milanisti conferma gestione violenta e monopolio della curva di San Siro

L’inchiesta milanese svela il controllo criminale degli ultras milanisti nella curva di San Siro, con condanne per violenza e gestione illecita degli introiti, coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra.
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L’inchiesta sulle curve di San Siro ha smascherato un’organizzazione criminale tra gli ultras milanisti, basata su violenza e controllo economico, con tre condanne nel 2025. - Gaeta.it

L’inchiesta milanese sulle curve di San Siro ha portato a una sentenza che ricostruisce con precisione le dinamiche interne agli ultras milanisti. La condanna di tre persone nel giugno 2025 ha segnato il punto finale di un’indagine complessa, mostrando come la curva non fosse solo un luogo di tifo, ma anche il fulcro di una rete criminale organizzata. Questo controllo si basava su violenza e un monopolio nella gestione delle attività legate alla tifoseria rossonera.

Il controllo degli ultras milanisti tra violenza e affari illeciti

La giudice Ilaria Simi, nelle motivazioni della sentenza, ha chiarito che la Curva milanista da anni conduceva parallelamente al tifo anche una serie di azioni illegali. Si parla di un “programma criminale indeterminato” mirato a mantenere il controllo assoluto su tutta la tifoseria milanista. Quel regime si serviva di forme di violenza estrema per respingere qualsiasi competizione.

L’obiettivo primario era conservare il predominio senza dover condividere con altre fazioni gli incassi provenienti dalle attività legate al mondo del calcio. Questi guadagni, secondo gli atti processuali, non erano sempre frutto di attività lecite e risultavano notevolmente consistenti. Il ruolo di leader, nel sistema, garantiva potere economico e sociale all’interno della curva.

I protagonisti condannati

Il processo ha visto condannati tre ultras: Christian Rosiello, ex bodyguard di Fedez, condannato a 4 anni e 20 giorni; Francesco Lucci, fratello dell’ex capo ultrà Luca Lucci, con una pena di 5 anni e 6 mesi; e Riccardo Bonissi, a 3 anni e qualche mese. Nel caso specifico, Rosiello e Fedez non risultano indagati, pur essendo stati citati in relazione ai fatti.

La famiglia Lucci emerge tra le più influenti all’interno di questo gruppo. Francesco, in particolare, è stato ritenuto coinvolto nell’organizzazione criminale che ha gestito l’azione violenta e il controllo degli introiti. La figura del fratello Luca Lucci, ex capo ultras, è centrale nelle indagini. La sua posizione conferma come, grazie alla sua autorità, abbia cercato di ampliare i suoi interessi commerciali sfruttando la posizione di potere all’interno della curva.

La vicenda del personal trainer cristiano iovino e le tensioni con il mondo del rap

Tra gli episodi più noti della vicenda c’è il presunto pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino. La rissa è scoppiata nel club The Club, nel corso di una lite che ha coinvolto anche Fedez e il suo ex bodyguard Rosiello. Nonostante ciò, entrambi sono stati poi archiviati e non risultano imputati nel procedimento.

Nel dettaglio, gli atti giudiziari sottolineano il carattere aggressivo di questi episodi e la presenza di frequenti episodi di violenza e intimidazione da parte degli ultras. Questi comportamenti confermano come la gestione della curva spesso passasse anche per scontri e tensioni che andavano oltre il semplice tifo.

L’inchiesta coordinata dai pm storari e ombra

Le indagini sono state coordinate dai pm milanesi Paolo Storari e Sara Ombra. Le forze dell’ordine, composte dalla squadra mobile e dalla guardia di finanza, hanno lavorato insieme per raccogliere prove e testimonianze su accuse di associazione per delinquere, lesioni, percosse e aggressioni.

Il lavoro investigativo ha richiesto mesi, con intercettazioni, appostamenti e una ricostruzione molto dettagliata dei fatti. Il quadro emerso dimostra un sistema radicato, complicato da smantellare proprio per la forte coesione interna della curva e il controllo economico esercitato da pochi soggetti.

I tribunali hanno riconosciuto la natura illegale di questa organizzazione che, per lungo tempo, ha inquinato il tifo milanese, imponendo una realtà fatta di violenze e lucrosi introiti difficilmente controllabili.

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