maxi operazione della polizia a Napoli: 45 arresti per traffico di migranti e sfruttamento

maxi operazione della polizia a Napoli: 45 arresti per traffico di migranti e sfruttamento

La polizia, con la direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha eseguito 45 misure cautelari contro un’organizzazione che gestiva traffico di migranti, sfruttamento lavorativo e falsificazione di documenti in Italia.
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La polizia, con la direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha smantellato un’organizzazione criminale dedita al traffico di migranti, sfruttamento lavorativo e falsificazione di documenti, eseguendo 45 misure cautelari in diverse province italiane. - Gaeta.it

Un vasto intervento della polizia sta interessando la provincia di Napoli e altre zone d’Italia per strappare alla criminalità un’organizzazione che gestiva il traffico di migranti. L’inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli ha portato a 45 misure cautelari, tra arresti domiciliari e divieti di dimora. I reati contestati riguardano il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, lo sfruttamento di manodopera e la falsificazione di documenti.

Le accuse: sfruttamento, falsi documenti e traffico di persone

Gli indagati rispondono di diverse accuse. In primo luogo, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina tramite l’organizzazione di spostamenti via mare e via terra e l’emissione di permessi di soggiorno falsi. Il sistema era costruito per far entrare in Italia migranti senza controlli legali, offrendo documenti contraffatti che permettevano poi l’accesso anche ai servizi pubblici.

Va sottolineato il fenomeno del caporalato, dove le persone venivano indirizzate verso lavori in agricoltura e nell’edilizia a condizioni che violavano leggi sul lavoro e diritti umani. Le paghe erano spesso irrisorie e le ore di lavoro eccessive, senza nessuna tutela. I luoghi di origine dei migranti e le difficoltà linguistiche venivano sfruttati per mantenere il controllo e impedire denunce.

Infine, la falsificazione di documenti era un pezzo fondamentale dell’organizzazione. La produzione e distribuzione di permessi e altri documenti falsi permetteva di mascherare gli ingressi e rendere tutto più difficile da scoprire, complicando anche il lavoro delle autorità.

L’intervento della direzione distrettuale antimafia e i prossimi sviluppi

A parlare dell’operazione sono stati i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Napoli, che hanno sottolineato come questa indagine colpisca un nodo centrale nel circuito criminale che gira attorno all’immigrazione illegale. Il legame con gruppi organizzati più ampi contribuisce a rendere la problematica ancora più complessa.

L’inchiesta è ancora aperta e potrebbe allargarsi. Le forze di polizia continuano a svolgere verifiche e approfondimenti, anche per individuare eventuali altri complici nascosti nelle pieghe dell’organizzazione. Il tentativo è quello di ricostruire i flussi finanziari che stanno dietro a questo giro illecito, con l’obiettivo di bloccare tutte le connessioni economiche.

Non si escludono ulteriori sviluppi, anche con coinvolgimenti al di fuori dell’Italia. Per ora l’attività ha portato a un risultato importante nella lotta contro il traffico di persone e lo sfruttamento che si cela dietro molte rotte migratorie. La polizia mantiene alta la guardia per garantire il rispetto della legge e la tutela dei diritti delle persone coinvolte.

Dettagli dell’operazione e modalità di intervento

L’operazione ha visto la partecipazione della squadra mobile e del servizio centrale per l’immigrazione, che contano su unità territoriali specializzate. Sono state eseguite azioni simultanee in vari comuni della provincia di Napoli e in altre province italiane per eseguire misure quali arresti domiciliari, divieti di dimora e perquisizioni.

L’indagine, partita alcuni mesi fa, ha svelato un’organizzazione articolata che gestiva con precisione il transito di migranti, spesso in condizioni di fragilità estrema. Il gruppo criminale assicurava ai migranti l’ingresso illegale in Italia e li inseriva in attività lavorative dove erano sottoposti a condizioni molto dure.

Il lavoro investigativo ha ricostruito passo dopo passo come funzionava questa rete di supporto illegale nei giorni dell’arrivo, ma anche nelle successive fasi di integrazione forzata nel mercato nero del lavoro, specialmente nei comparti agricolo e edile.

“Il tentativo è quello di ricostruire i flussi finanziari che stanno dietro a questo giro illecito, con l’obiettivo di bloccare tutte le connessioni economiche”, hanno detto i magistrati.

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