La Squadra Mobile di Napoli ha messo fine all’attività di un gruppo criminale specializzato nel riciclaggio e nella ricettazione di orologi di lusso. Nove persone sono finite in manette, accusate di aver messo in piedi una rete capillare, con basi a Napoli ma ramificazioni anche all’estero, dove vendevano orologi rubati e falsi.
Il gruppo napoletano guidato da Fiengo
Le indagini della Procura di Napoli hanno smascherato un’organizzazione ben organizzata, con a capo Raffaele Fiengo, l’unico finito in carcere. Gli altri otto arrestati sono stati messi ai domiciliari. Tra i più stretti collaboratori c’è Luciano Potenza, considerato il braccio destro di Fiengo.
Il gruppo non si limitava a rivendere orologi sottratti, ma metteva in circolazione anche falsi, sfruttando una rete di contatti sparsi fuori dall’Italia. La loro base operativa era un laboratorio di orologeria e gioielleria al Tarì di Marcianise, dove un artigiano complice “ripuliva” gli orologi rubati, cancellandone ogni traccia. Qui si tenevano anche incontri riservati per organizzare le attività di riciclaggio.
Tutto è partito da una rapina ai danni di due minorenni
Le indagini sono scattate a gennaio 2023, dopo l’arresto di due minorenni sorpresi a rubare orologi di lusso. Da lì, gli investigatori hanno seguito il filo e smantellato l’intera filiera criminale.
È emerso come gli orologi, spesso rubati con rapine a mano armata, finissero sui mercati esteri attraverso canali ben definiti. La destinazione principale era il Medio Oriente, con mediatori russi che operavano negli Emirati Arabi Uniti. Parte della merce finiva anche in fiere specializzate in Germania, punto di riferimento internazionale per il commercio di orologi di pregio.
Il laboratorio di Marcianise era un passaggio chiave: qui si modificavano gli orologi per cancellarne l’identità e si creavano falsi di alta qualità. Così il gruppo riusciva a sfuggire ai controlli e a guadagnare di più, vendendo pezzi contraffatti come originali.
Sequestrati orologi per mezzo milione e 82mila euro in contanti
Durante le perquisizioni, a casa di Fiengo sono stati trovati 82mila euro in contanti e 18 orologi Rolex per un valore stimato di circa 450mila euro. A uno degli indagati è scappata una battuta: «Chi non ha un po’ di contanti in casa?».
Tra i pezzi rubati ci sono modelli di grande valore, come un Richard Mille sottratto a Düsseldorf, che vale tra i 182mila e i 261mila euro, un Patek Philippe con diamanti portato via in Spagna, stimato fino a mezzo milione di euro, un Patek Philippe “Aquanaut” rubato a Roma e un Audemars Piguet preso a Caserta.
I Rolex erano la valuta preferita nel mercato nero degli orologi di lusso, usati anche come strumento di scambio tra criminali.
Vittime Illustri nel mirino della banda
Tra le vittime della banda ci sono anche personaggi noti. A Milano, il 9 gennaio 2023, Alessandro Del Bono, presidente della Mediolanum farmaceutica e marito della modella Afef Jnifen, è stato derubato di un Patek Philippe da 40mila euro. Fortunatamente, l’orologio è stato ritrovato a Napoli e restituito.
Nei fascicoli dell’indagine compaiono anche altri nomi importanti, come Obiang Justo, figlio del presidente della Guinea Equatoriale, derubato di un Richard Mille, e il pilota di rally Alessandro Fogliani, vittima di una rapina durante la quale gli è stato rubato un Audemars Piguet.
La presenza di queste figure ha dato ancora più risalto all’inchiesta, mostrando come il gruppo non facesse distinzioni quando si trattava di mettere le mani su oggetti di valore.
Chi sono gli arrestati e i loro ruoli nella rete
I nove arrestati sono:
Raffaele Fiengo, il capo;
Luciano Potenza, suo uomo di fiducia;
Giuseppe Augellini, 48 anni;
Alessandro Aversano, 39 anni;
Salvatore Cinquegrana, 39 anni;
Arturo De Marco, 47 anni;
Ciro Fiengo, 20 anni;
Gianluca Pellegrino, 49 anni;
Italo Russo, 49 anni.
Ognuno con un ruolo preciso: dalla gestione dei contatti alle vendite e al riciclaggio. Un meccanismo ben oliato, che ha permesso loro di operare per mesi senza intoppi.
Le indagini hanno permesso di ricostruire il funzionamento della rete e di recuperare una buona parte della refurtiva, a testimonianza dell’efficacia dell’azione delle forze dell’ordine e della magistratura di Napoli.
Questo colpo rappresenta un duro colpo per la banda, che aveva scelto Napoli come punto di riferimento per riciclare orologi di lusso provenienti da tutta Europa e non solo. Con il sequestro dei pezzi e l’arresto dei suoi membri, si interrompe almeno in parte il circuito criminale legato a questo mercato nero.