Massimo ferrero ospite di francesca fagnani a belve: confessioni tra calcio, giudiziaria e ironia

Massimo ferrero ospite di francesca fagnani a belve: confessioni tra calcio, giudiziaria e ironia

Massimo Ferrero si racconta a Belve con Francesca Fagnani, affrontando il passato giudiziario, la gestione della Sampdoria, le critiche legate alla sua romanità e i retroscena sul calcio e la sua vita personale.
Massimo Ferrero Ospite Di Fran Massimo Ferrero Ospite Di Fran
Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, si racconta in un’intervista senza filtri a “Belve” di Rai 2, affrontando il suo passato giudiziario, la gestione del club, le critiche ricevute e il suo carattere ironico e controverso. - Gaeta.it

Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, sarà protagonista della puntata di “Belve” in onda martedì 27 maggio alle 21:20 su Rai 2. L’intervista condotta da Francesca Fagnani offre uno spaccato diretto e senza filtri del personaggio, tra ricordi, battute e rivelazioni sulla sua carriera e vicende personali.

Il passato giudiziario e le accuse connesse al 2021

Un passaggio importante dell’intervista riguarda la vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto nel 2021, sfociata nel suo arresto e successivo proscioglimento. Ferrero descrive quei momenti come un crollo personale e familiare. Racconta di essersi sentito tradito da persone attorno a lui, “circondato de ladroni”, e di aver cercato di rassicurare i figli dicendo che era un film, qualcosa di irreale.

Sulla responsabilità nella vicenda coinvolgente anche sua figlia Vanessa, Ferrero si dissocia netta- mente: “Non sono responsabile delle cazzate degli altri”, dice senza giri di parole. Il racconto non entra nei dettagli legali ma mette in luce la sofferenza e il senso di ingiustizia provato in quei mesi.

La giornalista lo sfida su eventuali errori compiuti come imprenditore. Ferrero ammette con pragmatismo: “Sbaja chi lavora”, e sorride, mostrando una certa leggerezza anche davanti a errori e fallimenti.

La gestione della sampdoria e la romanità al centro delle critiche

Il racconto si concentra sui sette anni di Ferrero come presidente della Sampdoria, periodo in cui ha diviso molto il pubblico. Fagnani lo mette di fronte al giudizio duro dei tifosi, che lo hanno spesso osteggiato. Ferrero non nega le difficoltà ma attribuisce molta della critica alla sua “romanità”. Secondo lui, i sostenitori blucerchiati non hanno mai accettato la sua origine e questo ha pesato più di ogni decisione tecnica o gestionale.

Alla fine della sua esperienza, sostiene di aver lasciato un vuoto e profetizza che i tifosi ora lo rimpiangono davvero. Nel confronto con la giornalista torna anche la polemica sul famoso episodio dell’inno della Sampdoria. Ferrero non si nasconde: l’inno non gli era mai piaciuto e giudicava noiosa quella melodia, sfottendo ironicamente chi lo difendeva. La proposta implicita è di mettere in campo qualcosa di più grintoso, come quello della Roma.

La sua visione sul rapporto tra società e tifosi emerge netta. Spiega che i supporter non sono “i padroni delle squadre” e probabilmente non dovrebbero pretendere un ruolo decisionale in certi ambiti. Questa idea ha fatto discutere e alimentato malumori negli anni passati.

Battute, retroscena e il confronto con altri protagonisti del calcio

L’intervista regala momenti di battute taglienti, come quando Fagnani ricorda la frase di Ferrero su Erick Thohir, l’ex proprietario dell’Inter: “caccia via quer filippino”. Ferrero, con la sua tipica ironia, corregge immediatamente la giornalista spiegando che Thohir è indonesiano, e scherza sul rapporto che dice di avere con la gente delle Filippine, legato a una collaborazione domestica.

Non mancano osservazioni sulla sua figura pubblica e il rapporto con l’invidia altrui. Afferma di svegliarsi ogni mattina cantando, mentre gli altri lo guardano con risentimento. La verità, secondo lui, pesa e dà fastidio.

La giornalista riporta anche un commento dell’ex allenatore della Sampdoria Marco Giampaolo, che lo definì “un rancoroso dio del Vecchio Testamento”. Ferrero ridimensiona la cosa con ironia, sostenendo che quella definizione probabilmente non è che un’invenzione letteraria e che certi giudizi riflettono mancata intelligenza più che altro.

L’arrivo e il tono dell’intervista a belve con francesca fagnani

Non appena Ferrero si sistema sullo sgabello, la sua presenza riempie lo studio con il carattere romano che lo contraddistingue. “Aho’, Fagnani ma chi ce tornava a fasse sbranà ancora da te”, esordisce con una battuta che subito smorza il clima, aprendo la strada a uno scambio diretto e spontaneo. Si definisce senza mezze misure: “so’ un maschio Scarface, so’ bello e uncino”, ironizzando sul modo in cui viene percepito.

Durante la chiacchierata, emerge il suo sogno mai realizzato: acquistare la Roma. Questa rivelazione, pronunciata con il suo tratto romano marcato, aggiunge una dimensione personale alla figura pubblica. L’intervista, pur divertente e vivace, racconta diversi aspetti complessi che ruotano attorno alla sua vita nel mondo del calcio e fuori.

Ferrero si presenta come un uomo consapevole di sé, capace di affrontare la critica con battute e auto-ironia, ma anche con fermezza. Dice di sentirsi ancora “di moda” a 70 anni, arrangiandosi tra l’essere “un riccio” pronto a pungere chi lo infastidisce e la consapevolezza di essere considerato un personaggio controverso.

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