La serie “Maschi veri” ha debuttato su Netflix il 21 maggio 2025 portando sullo schermo la vita di quattro uomini italiani alle prese con molte difficoltà legate all’identità maschile oggi. La storia racconta le sfide di uomini quarantenni che affrontano divorzi, cambiamenti nei rapporti di coppia, difficoltà lavorative e crisi personali. Il racconto si sviluppa tra leggerezza e temi profondi come la mascolinità tossica, la ridefinizione dei ruoli e le insicurezze di chi fatica a stare al passo con i tempi.
Protagonisti e intrecci della serie tra crisi personali e relazioni complicate
Al centro della trama c’è Mattia, interpretato da Maurizio Lastrico, guida turistica di Roma fresca di divorzio. Vive con la figlia adolescente Emma, che rappresenta un punto di vista generazionale e lo spinge a mettersi in gioco nel mondo degli appuntamenti online. La presenza dell’ex moglie, impersonata da Nicole Grimaudo, crea tensioni e ricordi non risolti, alimentando dubbi e contraddizioni.
Massimo, interpretato da Matteo Martari, è un ex dirigente televisivo diventato il simbolo del maschio alfa superato dai tempi. Licenziato per atteggiamenti sessisti, si ritrova sostituito da una donna che incarna il nuovo volto del potere, e questo lo mette in crisi. La sua storia fa emergere il disorientamento di chi si sente escluso da un mondo che non ammette più certi comportamenti e atteggiamenti.
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Riccardo è un ristoratore di provincia che si confronta con una proposta destabilizzante della compagna Ilenia : aprire la relazione. Questo cambiamento fa emergere paure profondamente radicate come l’insicurezza e il timore dell’abbandono, mettendo a dura prova il loro legame.
Il disagio quotidiano di una routine che pesa
Infine Luigi, protagonista Pietro Sermonti, autista di autobus, percorre ogni giorno una routine fatta di silenzi e insoddisfazioni insieme alla moglie Tiziana . La coppia vive un’esistenza grigia, trascinata più dall’abitudine che da entusiasmo, un ritratto veritiero di molte storie comuni. Quattro uomini, quattro situazioni che mettono a nudo la crisi e la trasformazione di una mascolinità in difficoltà.
Il contesto sociale e culturale della rappresentazione maschile nella serie
“Maschi veri” esplora le tensioni tra mascolinità tradizionale e nuove dinamiche sociali in rapido cambiamento. La serie non punta a colpevolizzare, ma illustra come modelli e ruoli consolidati si sgretolino di fronte a contesti affettivi e lavorativi mutati. Le difficoltà dei protagonisti riflettono quel senso di smarrimento e resistenza che diversi uomini mostrano oggi di fronte a richieste di cambiamento e uguaglianza.
Dal lavoro alla famiglia, dai rapporti sentimentali all’immagine di sé, nessuno degli uomini si salva da una revisione forzata del proprio ruolo. Il conflitto tra passato e presente anima ogni scena, mostrando quanto sia complesso abbandonare vecchie certezze e provare a costruire un’identità più fluida e consapevole. In questo senso la serie diventa specchio di un fenomeno sociale che investe molte realtà europee.
Rappresentazione delle relazioni aperte e non convenzionali
Il racconto pone attenzione anche alle nuove forme di relazione, incluse quelle aperte e non convenzionali, evidenziando il disagio e le difficoltà con cui vengono accolte da protagonisti legati a modelli sentimentali tradizionali. Disillusione, paura e interrogativi sull’identità maschile attraversano il racconto senza cliché, con uno sguardo che varia tra la comicità e la drammaticità.
Attese per la seconda stagione e il dibattito attorno a maschi veri
Al momento Netflix non ha ufficializzato la seconda stagione, ma la risposta del pubblico è stata calorosa. Gli spettatori hanno mostrato interesse per un racconto che mette a fuoco la crisi del patriarcato e i nuovi scenari affettivi e familiari. Le discussioni sul tema si sono ampliate anche fuori dallo schermo, in particolare a proposito del cambiamento dei ruoli maschili nella società attuale.
Il cast ha manifestato la volontà di tornare sul set. Maurizio Lastrico ha definito la serie un ritratto di uomini che cercano di sopravvivere alle trasformazioni sociali. Francesco Montanari ha sottolineato come l’approccio da commedia nasconda un lavoro serio sulle emozioni di chi si confronta con nuove insicurezze. Pietro Sermonti ha raccontato di aver scoperto una nuova consapevolezza personale dal ruolo.
Se verrà approvata, la prossima stagione potrebbe approfondire il percorso di crescita dei personaggi, tra scontri e ripensamenti continui, senza rinunciare a mostrare i limiti e le difficoltà di una mascolinità sospesa tra passato e futuro. “Maschi veri” rimane dunque una serie capace di mescolare ironia e realismo su un tema che continua a far discutere.