Il caso dell’omicidio di Nada Cella, avvenuto nel 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco a Chiavari, continua a far parlare di sé. Soracco, accusato di favoreggiamento per aver nascosto informazioni sull’assassina sospettata, respinge con forza ogni accusa riguardo a presunte influenze e poteri illeciti legati alla sua famiglia. Il processo ha riaperto una ferita rimasta aperta dal giorno dell’omicidio, mostrando un quadro di tensioni e accuse che mettono in discussione anche i metodi degli inquirenti.
Dichiarazioni spontanee di marco soracco in aula
Il commercialista Marco Soracco ha preso parola in tribunale, rilasciando dichiarazioni spontanee per difendersi dalle accuse che lo coinvolgono nel caso dell’omicidio di Nada Cella. Soracco ha raccontato con precisione la sua versione, contestando categoricamente la narrazione che dipinge la sua famiglia come un clan potente a Chiavari. Ha sottolineato le sue origini modeste, citando il padre, funzionario comunale e segretario della Dc negli anni ’60, e la madre, insegnante, come persone prive di potere o influenza nella città.
Soracco ha descritto l’atmosfera che ha vissuto durante le indagini: la polizia, secondo lui, non è stata neutrale ma ha adottato un atteggiamento ostile, arrivando a offenderlo durante gli interrogatori del 2021. Quella tensione, unita all’accusa di favoreggiamento, ha reso ancora più difficile il suo coinvolgimento in un procedimento dove, a suo dire, la verità è stata distorta.
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Le accuse sul favoreggiamento e il presunto ruolo di anna lucia cecere
Al centro del processo rimane l’ipotesi che Marco Soracco abbia coperto Anna Lucia Cecere, l’ex insegnante sospettata di essere responsabile della morte di Nada Cella. La procura sostiene che Soracco abbia ostacolato la giustizia per proteggere Cecere, mentre il commercialista nega ogni legame stretto o copertura e definisce infondate le supposizioni su relazioni particolari tra loro.
Durante l’udienza Soracco ha inoltre risposto alle testimonianze che coinvolgono oggetti e persone collegati al delitto. Un fermacarte, indicato dai pubblici ministeri come una possibile arma del delitto, viene rigettato da Soracco, che ha spiegato come quell’oggetto fosse parte dell’arredamento e non utilizzato come arma. Ha sottolineato che la presenza del feltro sotto l’oggetto avrebbe mostrato tracce di sangue se fosse stato impiegato in modo violento.
Altre dichiarazioni contestate riguardano la testimonianza del commercialista Bertuccio, definita illogica da Soracco. Ha negato di avere rapporti di amicizia con lui e ha spiegato che certe rivelazioni private riportate in aula non trovano senso nel contesto reale dei fatti.
Smentite e tensioni sulle accuse di malaffare e riciclaggio
Un capitolo delicato riguarda le affermazioni dello zio di Nada Cella, Saverio Pelle, che si è detto convinto della presenza di buste contenenti denaro nel negozio-ufficio di Soracco. Il commercialista ha respinto queste accuse, ricordando i controlli effettuati da finanza e agenzia delle entrate, che non hanno mai rilevato irregolarità fiscali o tracce di riciclaggio.
Questa parte del processo mette in discussione non solo la responsabilità di Soracco, ma anche la presenza di eventuali movimenti di denaro sospetti legati alla vicenda. Il commercialista punta a dimostrare l’assenza di comportamenti illeciti sul piano economico, mettendo pressione sulla validità delle accuse che coinvolgono la sua attività professionale.
Clima degli interrogatori e reazioni di soracco alla polizia
Marco Soracco ha raccontato nel dettaglio gli interrogatori condotti dalla squadra mobile nel 2021, quando l’atmosfera avrebbe superato ogni limite di professionalità. Durante queste sessioni, la polizia avrebbe adottato un tono aggressivo e offensivo. Soracco ha riferito che gli sono stati rivolti insulti, inclusa l’affermazione “moralista di m..”, per via della convinzione degli inquirenti che lui cercasse di nascondere la sua relazione con Anna Lucia Cecere, descritta come “ragazza madre”.
Questi momenti di forte tensione testimoniano quanto sia complicata la situazione processuale e quanto siano ampie le divisioni sui fatti da ricostruire. Soracco non solo si è sentito accusato ingiustamente di coprire qualcuno, ma pure vittima di un trattamento duro da parte delle forze dell’ordine.
Le intercettazioni di anna lucia cecere e le sue negazioni
Prima delle dichiarazioni di Soracco, il tribunale ha ascoltato alcune intercettazioni di Anna Lucia Cecere, in cui lei nega con forza qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio di Nada Cella. In più colloqui telefonici, Cecere si sfoga sostenendo che questa vicenda le ha rovinato la vita. Queste parole recuperano un aspetto umano della vicenda, mostrando il peso pesante di un’accusa che ha segnato profondamente la sua esistenza.
Le intercettazioni hanno un valore importante nel processo perché mettono a confronto le versioni delle persone coinvolte. Cecere si difende, cerca di scagionarsi in ogni modo, mentre dall’altra parte emerge una rete di sospetti e accuse che rende difficile districare verità e finzione in un’indagine che dura da decenni.
Il processo continua a Chiavari, in attesa di nuovi sviluppi e approfondimenti sulle responsabilità di chi ruota attorno a questa vicenda.