Da questa mattina la principale via d’accesso alle sedi di Leonardo e Thales Alenia Space nella zona industriale ovest dell’Aquila è stata bloccata da un gruppo di manifestanti pro-Palestina. La protesta coinvolge attivisti provenienti da varie parti dell’Abruzzo e prosegue con momenti di tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Lo sit-in si concentra su duri attacchi contro l’attività di Leonardo Spa, accusata dai partecipanti di trarre profitti dai conflitti armati.
Blocco stradale e presidio davanti alle aziende di Leonardo e thales alenia space
I manifestanti hanno occupato la strada principale che conduce agli stabilimenti di Leonardo e Thales Alenia Space, bloccando l’accesso ai mezzi e ai dipendenti dall’inizio della giornata. La loro presenza ha creato rallentamenti e disagi all’interno della zona industriale ovest dell’Aquila. Si tratta di un gruppo eterogeneo che riunisce attivisti pro-palestinesi, giunti da tutto il territorio abruzzese.
Sul posto si trovano anche agenti della Digos, oltre a un furgone della polizia con unità in tenuta antisommossa. Le forze dell’ordine hanno più volte imposto ai manifestanti la richiesta di liberare la strada, ma si sono verificati momenti di tensione al rifiuto della folla di spostarsi. L’intervento degli agenti è rallentato dalla determinazione dei partecipanti, che hanno posizionato cartelli e striscioni per esprimere le loro ragioni.
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Cartelli e messaggi contro Leonardo e solidarietà ai palestinesi sotto processo
I manifestanti hanno esposto diversi cartelli con slogan critici nei confronti della multinazionale Leonardo Spa, accusata di “fare soldi con il sangue dei popoli”. Un altro cartello, ben visibile tra la folla, recita “Fuori Leonardo dalle università”, segnalando una campagna contro la presenza dell’azienda nel mondo accademico e scientifico.
Tra le scritte spicca anche un cartello con la scritta “Sabotiamo la guerra, blocchiamo tutto”, chiara espressione del desiderio di paralizzare ogni attività legata alla produzione militare e tecnologica. Il sit-in include anche striscioni di sostegno ai tre palestinesi – Anan Yaheesh, Ali Irar e Mansour Dogmosh – attualmente sotto processo all’Aquila con l’accusa di terrorismo internazionale. Questo aspetto lega la protesta alle questioni giudiziarie e politiche più ampie legate al conflitto in Medio Oriente.
Contesto e partecipazione della mobilitazione abruzzese
La manifestazione odierna si inserisce in un percorso di mobilitazione iniziato già il mese scorso, quando sono stati avviati volantinaggi e altre azioni di sensibilizzazione nelle città abruzzesi. La protesta, quindi, va considerata come parte di un movimento con obiettivi chiari, legati al contrasto delle attività militari delle due aziende e alla solidarietà con le cause palestinesi.
Il coinvolgimento di attivisti da diverse aree della regione dimostra una volontà diffusa di far sentire una voce unita contro i presunti interessi economici legati alle guerre. Sul luogo della protesta, la presenza di polizia e Digos indica anche una fase di attenzione e controllo per evitare che le tensioni degenerino in scontri più gravi. Al momento, lo sit-in continua senza una risoluzione, con le forze dell’ordine che monitorano la situazione e cercano di mantenere l’ordine pubblico.
L’evoluzione della manifestazione nei prossimi giorni sarà determinante per valutare eventuali sviluppi, anche perché la permanenza dei blocchi stradali può comportare ripercussioni sull’attività produttiva e sulle relazioni tra lavoratori, aziende e protestatari.