Madre e figlio denunciati a milano per truffa sulla pensione sociale della parente morta nel 2005

Madre e figlio denunciati a milano per truffa sulla pensione sociale della parente morta nel 2005

La guardia di finanza di Milano scopre una truffa decennale ai danni dell’INPS: madre e figlio percepivano illegalmente la pensione sociale di una defunta, con documenti falsificati e controlli bancari insufficienti.
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La Guardia di Finanza di Milano ha scoperto una truffa pluriennale ai danni dell’INPS, con madre e figlio che hanno percepito illegalmente la pensione sociale di una defunta, accumulando quasi 400 mila euro tramite documenti falsificati. - Gaeta.it

La guardia di finanza di milano ha scoperto un caso di truffa ai danni dell’inps che risale a oltre quindici anni fa. una madre e suo figlio avrebbero percepito illegalmente la pensione sociale di una conoscente deceduta nel 2005, accumulando una somma vicina ai 400 mila euro. le indagini coordinate dalla procura hanno messo in luce come l’inganno sia durato per anni senza essere rilevato dalle autorità né dall’istituto di previdenza.

I dettagli dell’indagine e le modalità della frode

l’attività investigativa è partita dagli accertamenti del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di milano. gli inquirenti hanno rilevato che madre e figlio hanno continuato a incassare illegalmente la pensione sociale assegnata alla loro parente, deceduta nel marzo del 2005. non è mai stato segnalato il decesso né all’inps né all’istituto bancario dove era presente un conto corrente cointestato con la defunta.

Falsificazione e documenti contraffatti

per continuare l’inganno, gli indagati hanno usato un documento d’identità falsificato, con una data di emissione successiva alla morte della pensionata. inoltre, la modulistica firmata porta i dati riconducibili alla donna, con firme apposte dieci anni dopo il decesso. questo ha permesso loro di soddisfare formalmente i controlli di antiriciclaggio, evitando sospetti e blocchi sui pagamenti.

questo sistema ha permesso loro di ricevere le somme pensionistiche per un lungo periodo, creando un ingente danno economico allo stato. l’operazione evidenzia una meticolosa strategia per mantenere attiva la percezione indebita sfruttando lacune nei controlli e documentazione contraffatta.

Le conseguenze legali e il recupero delle somme

madre e figlio sono stati formalmente denunciati per truffa aggravata ai danni dello stato. la denuncia arriva al termine di un’indagine accurata che ha portato alla luce dettagli rilevanti per l’accusa. l’inps, coinvolto nell’indagine, è riuscito a recuperare parte delle somme versate illegalmente.

le rimanenti somme, considerate profitto illecito, sono state sottoposte a sequestro preventivo tramite un provvedimento emesso dalla procura. questo atto limita la possibilità di usare o trasferire i fondi prima del processo. l’azione giudiziaria punta a impedire ulteriori guadagni nati da questa frode.

la vicenda evidenzia come gli enti pubblici, supportati dagli accertamenti della guardia di finanza, stiano monitorando con attenzione i flussi di denaro e i casi di abuso. controlli approfonditi risultano fondamentali per identificare frodi che altrimenti potrebbero protrarsi senza limite temporale.

Il ruolo delle banche e dei controlli antiriciclaggio

la falsificazione del documento d’identità è stato un passaggio centrale del raggiro messo in atto da madre e figlio. questo documento contraffatto aveva una data di rilascio successiva alla morte della pensionata, un dettaglio cruciale per ingannare le autorità bancarie. le procedure antiriciclaggio richiedono identificazione e verifica costante della clientela proprio per prevenire abusi di questo tipo.

Responsabilità e lacune bancarie

in questo caso specifico, la banca non ha rilevato le incongruenze o forse ha subìto un inganno calibrato da parte dei responsabili della truffa. l’assenza di segnalazioni sul decesso e la presenza di un conto corrente cointestato hanno permesso che la pensione sociale venisse accreditata ogni mese per anni.

la vicenda dimostra come il sistema bancario debba migliorare i controlli incrociati con gli enti previdenziali per individuare situazioni di anomalia. i controlli antiriciclaggio da soli non sono sufficienti senza il collegamento tra dati anagrafici e notifiche ufficiali. l’episodio richiama l’esigenza di aggiornamenti tra istituti finanziari e strutture pubbliche per bloccare frodi sul nascere.

le nuove normative e le tecnologie digitali possono aiutare a incrociare informazioni in tempo reale, riducendo così il rischio di false certificazioni o documentazioni manipolate. rimane fondamentale che gli intermediari bancari mantengano alta la guardia nelle procedure di identificazione e aggiornamento documentale.

Implicazioni per il sistema pensionistico e vigilanza futura

la scoperta di questa truffa mette in luce una falla del sistema pensionistico, soprattutto nel controllo dei casi di pensioni sociali erogate per lunga durata. il caso ha riguardato una pensionata deceduta oltre quindici anni fa, eppure la frode è rimasta invisibile fino ad oggi.

l’inasprimento dei controlli post mortem degli aventi diritto diventa un nodo cruciale per evitare danni nell’immediato e nel lungo termine. inoltre la collaborazione tra procure, forze dell’ordine e istituti come l’inps si rivela necessaria per scoprire comportamenti illeciti.

questa vicenda rafforza la necessità di interventi normativi più severi e l’adozione di meccanismi automatizzati per la comunicazione delle variazioni anagrafiche. l’intervento tempestivo può evitare che somme ingenti continuino a essere erogate senza titolo.

sul fronte della prevenzione la trasparenza e l’efficacia delle verifiche restano il punto focale per proteggere le risorse pubbliche da appropriazioni indebite. il sistema previdenziale deve aggiornarsi per garantire che prestazioni destinate ad alcune categorie arrivino realmente a chi ne ha diritto, con verifiche periodiche e aggiornamenti puntuali dei dati.

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