Lutto a torrevecchia per la morte durante intervento di liposuzione, indagate tre persone

Lutto a torrevecchia per la morte durante intervento di liposuzione, indagate tre persone

Una donna di 46 anni muore durante una liposuzione a Roma, nel quartiere Torrevecchia; indagati il chirurgo plastico Josè Lizarraga Picciotti, l’anestesista e un’infermiera per omicidio colposo.
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Una donna di 46 anni è morta durante una liposuzione in uno studio privato a Torrevecchia, Roma; tre operatori sanitari sono indagati per omicidio colposo mentre proseguono le indagini sul caso. - Gaeta.it

L’episodio che ha coinvolto una donna di 46 anni morta durante un intervento estetico a Roma ha scosso il quartiere torrevecchia. L’attenzione si è concentrata sul chirurgo plastico peruviano che ha condotto la liposuzione nello studio privato, ora al centro di indagini. La polizia ha iscritto tre persone nel registro degli indagati. I parenti della vittima chiedono risposte, mentre i dettagli sull’accaduto restano frammentari.

I fatti e la tragedia nel quartiere torrevecchia

Il dramma è avvenuto in un ambulatorio privato situato nel quartiere torrevecchia, a Roma. La donna di 46 anni si era rivolta a uno studio medico per un intervento di liposuzione. Durante la procedura, si è sentita improvvisamente male. Il chirurgo responsabile è Josè Lizarraga Picciotti, un professionista peruviano di 65 anni che da tempo esercita nel campo della chirurgia plastica. Nonostante l’arrivo tempestivo dell’ambulanza, i soccorsi non sono riusciti a salvare la paziente. La morte ha aperto un’inchiesta che coinvolge anche l’anestesista e un’infermiera presenti durante l’operazione. Lo studio medico è stato sequestrato per chiarire le condizioni in cui si è svolto l’intervento.

Elementi su tempistica e indagini

Le prime ricostruzioni indicano che il malore della donna è avvenuto durante o subito dopo la liposuzione. Al momento, la polizia indaga per omicidio colposo, ipotizzando possibili errori o mancanze durante l’intervento. Le autorità esplorano ogni dettaglio, dalla preparazione alla gestione di eventuali complicazioni. Nel quartiere torrevecchia cresce la tensione: residenti e vicini attendono sviluppi e spiegazioni.

Le indagini e le persone sotto accusa

La procura ha formalizzato l’iscrizione nel registro degli indagati di tre professionisti coinvolti nella procedura: il chirurgo plastico Josè Lizarraga Picciotti, l’anestesista che si occupava dell’ossigenazione e dell’analgesia, e l’infermiera presente in sala. Le accuse riguardano il reato di omicidio colposo, che si basa sulla possibile negligenza o imperizia. Gli investigatori esaminano ogni elemento emerso dal sequestro dell’ambulatorio e dai racconti di chi era presente.

L’obiettivo degli inquirenti è chiarire la dinamica dell’intervento, capire se sono stati rispettati protocolli sanitari e se si è intervenuti con tempestività dopo il malore. Verranno raccolte testimonianze, analizzati referti medici e verificati eventuali errori nella gestione dell’emergenza. Il coinvolgimento di diverse figure professionali riflette la complessità della procedura e l’importanza di una collaborazione precisa in sala operatoria.

Momento del soccorso ed emergenze

L’altra questione che le autorità cercano di approfondire è il momento in cui è stato chiamato il soccorso esterno. La famiglia della vittima lamenta un ritardo nell’allertare l’ambulanza, affermazione che verrà verificata nei dettagli. In casi di chirurgia estetica, la tempestività può fare la differenza tra la vita e la morte. Allo stato attuale, la procura continua a procedere con accertamenti tecnici e legali.

La reazione della famiglia e le polemiche sui soccorsi

La morte della donna ha lasciato un vuoto profondo tra i suoi cari, che si dicono insoddisfatti per il modo in cui sono stati gestiti i soccorsi. Il marito ha dichiarato che “i servizi di emergenza sono stati chiamati troppo tardi”, un’accusa che alimenta dubbi sull’operato dello staff medico presente in sala. La circostanza è al centro delle indagini per stabilire se ci siano stati ritardi o omissioni rilevanti.

Altri membri della famiglia si sono rivolti anche ai media per chiedere chiarezza e trasparenza su quanto accaduto. Nel frattempo, l’ex moglie del chirurgo ha difeso la sua figura, affermando di conoscerlo come una persona “giusta” e reagendo con fermezza alle domande dei giornalisti. Queste reazioni mettono in luce una situazione emotiva complessa e l’interesse pubblico nei confronti del caso.

Nel quartiere torrevecchia, la notizia ha generato attenzione e preoccupazione soprattutto verso la pratica della chirurgia estetica fuori da strutture ospedaliere. Le autorità sanitarie locali stanno monitorando l’evolversi dell’inchiesta per valutare eventuali provvedimenti più ampi.

Le implicazioni legali e il sequestro dell’ambulatorio

Il sequestro dell’ambulatorio medesimo rappresenta una misura cautelativa adottata per impedire la prosecuzione di attività sospette o non sicure. La struttura è stata chiusa dalle forze dell’ordine per permettere una verifica completa degli ambienti, delle attrezzature e della documentazione clinica legata all’intervento finito male. I magistrati vogliono raccogliere prove utili a definire le responsabilità.

Ricostruzione e accertamenti in corso

In casi simili, la procedura prevede un’attenta ricostruzione dall’inizio alla fine del percorso medico, per risalire a eventuali errori di valutazione o inosservanze delle norme. Le disposizioni riguardano l’intera catena di responsabilità, dal chirurgo ai collaboratori in sala operatoria. Verranno analizzate anche le certificazioni e le autorizzazioni della struttura su cui si è svolto l’intervento.

Parallelamente, la procura potrebbe valutare ulteriori azioni se emergessero violazioni più gravi. Il caso di torrevecchia evidenzia la necessità di controlli severi sulle attività di chirurgia estetica condotte fuori dagli ospedali, in modo da salvaguardare la sicurezza dei pazienti.


L’inchiesta in corso a Roma continua a raccogliere elementi su una vicenda che ha portato alla morte di una donna durante un intervento plastico. Le autorità mantengono alta l’attenzione sul rispetto delle procedure e sulle responsabilità dei coinvolti. Nel quartiere torrevecchia, l’episodio ha acceso il dibattito su sicurezza e regole nel campo della chirurgia estetica privata.

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