L’università politecnica delle marche si mobilita contro il genocidio di gaza con iniziative e appelli pubblici

L’università politecnica delle marche si mobilita contro il genocidio di gaza con iniziative e appelli pubblici

L’università politecnica delle marche condanna la violenza a Gaza, avvia una commissione per controllare i progetti dual use e sostiene con borse studio e assistenza gli studenti palestinesi nel 2024.
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L’Università Politecnica delle Marche condanna la violenza a Gaza, promuove la difesa dei diritti umani, controlla i progetti di ricerca a duplice uso e sostiene concretamente gli studenti palestinesi con borse di studio e assistenza. - Gaeta.it

L’università politecnica delle marche ha preso posizione sui tragici avvenimenti in corso a Gaza, esprimendo netta condanna per la violenza che colpisce la popolazione civile. L’ateneo marchigiano ha diffuso un appello che ha ottenuto centinaia di firme, ribadendo la sua contrarietà a ogni guerra e sottolineando l’urgenza di difendere i diritti umani. Sul piano pratico ha anche avviato una revisione dei propri progetti di ricerca per evitare qualsiasi contributo a scopi militari. Queste iniziative si inseriscono in un quadro più ampio di supporto agli studenti colpiti dalla crisi mediorientale, con programmi di aiuto economico, psicologico e culturale, in collaborazione con altre università italiane e mediterranee.

Appello dell’università contro la guerra e impegno per i diritti umani

L’università politecnica delle marche ha diffuso un messaggio rivolto alla comunità accademica, che ha rapidamente raccolto centinaia di firme in sostegno. Questo appello sottolinea il rifiuto totale di ogni conflitto armato e invita alla riflessione sui diritti umani messi a dura prova dagli eventi di Gaza. Il rettore Gian Luca Gregori ha descritto l’ateneo come un luogo dove si coltiva il pensiero critico, la solidarietà e la responsabilità sociale, concetti che, secondo lui, richiedono la presa di posizione rispetto alla sofferenza delle comunità colpite. Il testo dell’appello è chiaro nel chiedere una reazione politica internazionale che miri a una rapida conclusione del conflitto e a una pace stabile. L’università intende essere un presidio che non si limita a osservare, ma che agisce concretamente per sostenere questa visione.

Valori fondanti e ruolo dell’accademia

L’iniziativa si presenta come una presa di posizione forte e condivisa da numerosi accademici, che non si limita alla denuncia ma apre un dialogo sui valori fondanti della convivenza civile. L’università considera prioritaria la difesa della dignità della popolazione civile e il contrasto alle dinamiche belliche che ne provocano il dolore e la distruzione. Questo messaggio si inserisce nel dibattito pubblico, ma punta anche a promuovere un ruolo attivo e partecipativo dell’accademia rispetto a temi di forte rilevanza globale.

Istituzione di una commissione per monitorare i progetti con possibile uso militare

L’università ha annunciato la creazione di una commissione dedicata al controllo rigoroso dei progetti di ricerca definiti “dual use”. Questi studi riguardano tecnologie o risultati scientifici che possono essere utilizzati sia in ambito civile che militare. L’ateneo ha deciso di affrontare la questione con attenzione per non rischiare che, involontariamente, le proprie attività favoriscano sviluppi legati a conflitti armati.

Revisione e responsabilità etica

La nuova commissione procederà a una revisione dettagliata di tali progetti, valutandone le implicazioni etiche e pratiche prima di qualsiasi autorizzazione o finanziamento. Si tratta di un passo significativo che mira a vincolare le attività scientifiche a un codice di comportamento etico, in modo da tutelare la missione pacifica della ricerca. L’attenzione al dual use è aumentata soprattutto dopo le escalation di conflitti che hanno mostrato come il progresso scientifico possa essere impiegato anche per scopi distruttivi.

Un impegno per il 2024

Nel 2024 l’ateneo ha spiegato che questa misura fa parte di un impegno più ampio per evitare qualsiasi complicità nelle violenze. L’istituzione vuole mantenere un controllo scrupoloso sulle proprie attività, consapevole della responsabilità sociale legata al sapere che produce. Al tempo stesso incoraggia la comunità accademica a riflettere sulle conseguenze delle proprie ricerche, bilanciando innovazione e precauzioni etiche.

Sostegno concreto agli studenti palestinesi con borse studio e assistenza diretta

Tra le azioni messe in campo dall’università politecnica delle marche c’è un sostegno materiale e psicologico agli studenti colpiti dalla crisi nella striscia di Gaza. Nel corso del 2024, l’ateneo ha aderito al consorzio universitario Unimed, che unisce diverse università mediterranee tra cui quelle palestinesi. Questo permette di instaurare contatti diretti e progetti comuni che facilitano gli scambi di studenti e docenti.

Fondi e assistenza psicologica

Inoltre è stato esteso il Fondo Carlo Urbani per erogare contributi economici, offrire assistenza psicologica e promuovere la mediazione culturale a favore degli studenti palestinesi che si trovano in condizioni difficili. Questi aiuti intendono garantire continuità agli studi e supporto nei momenti di crisi, offrendo un sollievo fondamentale in contesti di conflitto.

Progetti di mobilità internazionale

A maggio è stato approvato un progetto coordinato dall’università di Perugia che prevede due borse di dottorato e la possibilità di mobilità internazionale per studentesse e studenti palestinesi. Questo programma rafforza lo scambio culturale e accademico tra Italia e Palestina, favorendo la formazione avanzata e aprendo nuove prospettive accademiche. Questi interventi dimostrano come l’ateneo marchigiano voglia tradurre l’impegno morale in azioni concrete capaci di dare un aiuto diretto e duraturo in favore delle giovani generazioni coinvolte in questa tragedia.

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