Il gruppo di fisica applicata dell’università degli studi di Bari Aldo Moro ha realizzato una ricerca inedita che svela come i contesti territoriali influenzino in modo diverso i risultati dei ranking universitari, a seconda delle discipline di studio. Questo lavoro amplia precedenti analisi e offre un livello di dettaglio mai raggiunto, indicando la necessità di criteri valutativi più specifici per le diverse aree del sapere. La realtà socio-economica di ogni luogo, spesso trascurata, gioca un ruolo importante nel posizionamento delle università nel panorama globale.
Come si valutano oggi le università e quali distorsioni emergono
La classificazione delle università, ormai determinante per decisioni su investimenti e scelte accademiche, si basa su parametri che non tengono sufficientemente conto del contesto territoriale. La disparità nelle condizioni di partenza tra atenei crea effetti distorsivi, facendo emergere come alcune università risultino favorite per ragioni legate allo sviluppo del loro territorio, piuttosto che alla reale qualità della ricerca o della didattica. Lo studio guidato da Roberto Bellotti e il suo team a Bari dimostra che questi effetti non sono uniformi su tutte le discipline. Alcune aree del sapere si vedono penalizzate o favorite in maniera differente a seconda del territorio in cui l’università ha sede. In particolare, il fenomeno evidenzia una confusione tra prestazioni effettive e condizioni ambientali, che può compromettere la percezione corretta del valore istituzionale.
Il peso del contesto territoriale nelle performance accademiche
L’algoritmo sviluppato dal team di Bari ha permesso di identificare università capaci di distinguersi anche in assenza di un contesto socio-economico favorevole. Queste realtà, spesso sottovalutate, emergono come punti di riferimento e dimostrano che l’ambiente locale non è l’unico fattore decisivo. Allo stesso tempo, le migliori posizioni nei ranking legati al contesto geografico sono occupate da atenei situati in capitali o grandi città, esclusi quelli del Nord America e dell’Europa occidentale. I risultati mostrano pattern chiari: discipline come medicina, linguistica, economia, giurisprudenza e alcune branche Stem risultano maggiormente influenzate dagli effetti del territorio. In aggiunta, l’indagine ha rilevato che ranking basati su indicatori bibliometrici sono più suscettibili al contesto sociale e economico rispetto ai ranking basati sulla reputazione accademica.
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L’approccio scientifico e i dati alla base dello studio
Per analizzare queste dinamiche, i ricercatori hanno adottato metodi propri della scienza dei sistemi complessi, già usati in medicina, ambiente ed economia. L’analisi ha riguardato circa 1200 università in 54 aree disciplinari, valutate attraverso ranking noti come i Qs world university rankings. Le metriche considerate includono reputazione accademica, tasso di occupazione dei laureati e la produttività scientifica misurata con indicatori bibliometrici. I ricercatori hanno caratterizzato il contesto territoriale con oltre 300 indicatori socio-economici, permettendo di misurare con precisione le distorsioni nei punteggi delle università nelle varie discipline. L’obiettivo è creare modelli di debiasing personalizzati per ogni settore del sapere, migliorando la chiarezza e la correttezza delle classifiche secondo criteri meno generici e più mirati.
Implicazioni della ricerca per le politiche universitarie e future graduatorie
Questa ricerca non si limita a mettere in luce un problema, ma suggerisce nuove strade per correggerlo. Un approccio data-driven, con analisi mirate per disciplina e metrica, aprirebbe la strada a classifiche più giuste e utilizzabili, soprattutto per chi deve definire politiche di sostegno alle università. Conoscere come il bias territoriale agisce in modo differente su ogni campo di studio permette agli enti decisori di intervenire con strumenti più precisi. Inoltre, il riconoscimento delle università emergenti in contesti meno privilegiati può favorire una redistribuzione di risorse e attenzione, contribuendo a un sistema accademico più equilibrato e rappresentativo, a livello nazionale e internazionale.