L’Unione europea e l’UNESCO hanno avviato una collaborazione più stretta per proteggere i suoli minacciati dall’usura e dall’inquinamento. L’evento principale ha visto la firma a Bruxelles del manifesto dedicato ai suoli sani, parte della missione europea “Un accordo per il suolo per l’Europa”. L’UNESCO diventa così la prima organizzazione internazionale governativa a entrare ufficialmente in questa iniziativa. Le implicazioni riguardano non solo la tutela dell’ambiente, ma anche lo sviluppo di pratiche agricole più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici.
Il manifesto mission soil e la svolta europea nella gestione del suolo
Il manifesto firmato nelle scorse settimane rappresenta un impegno concreto per preservare la qualità e la fertilità dei terreni in Europa, un tema sempre più urgente dati gli effetti negativi del degrado del suolo sulla sicurezza alimentare e sugli ecosistemi. “Un accordo per il suolo per l’Europa” fa parte del programma Horizon Europe, destinato alla ricerca applicata con risultati pratici per i territori.
Il documento sottolinea la necessità di coordinare azioni a livello comunitario per arginare fenomeni come l’erosione, la desertificazione e l’inquinamento chimico. L’appello è rivolto a istituzioni, ricercatori, agricoltori e cittadini, chiamati a promuovere tecniche che mantengano o migliorino la vitalità dei suoli. La missione, oltre ai risvolti ambientali, si concentra anche su un’agricoltura sostenibile, capace di garantire cibo sano e abbastanza per le generazioni future.
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Il ruolo dell’Unione europea si concretizza tramite strumenti di monitoraggio, finanziamenti per progetti locali e formazione delle comunità agricole. L’adesione dell’UNESCO porta a questo impegno un peso scientifico e culturale che rafforza la visibilità internazionale dell’intervento.
Il ruolo dell’UNESCO e l’iniziativa soil initiative lanciata nel 2024
L’UNESCO entra nel progetto Mission Soil come prima organizzazione governativa internazionale a sottoscrivere il manifesto. Nel 2024 aveva già presentato la Soil Initiative, un programma per tutelare e rigenerare il suolo nei siti che rientrano nel suo patrimonio protetto, come parchi naturali e riserve.
Il coinvolgimento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura si traduce in un potenziamento delle attività di monitoraggio e ricerca, con un’attenzione particolare alle aree di valore naturale e culturale. Lidia Arthur Brito, vicedirettrice generale per le Scienze Naturali, ha evidenziato l’importanza di unire saperi scientifici e pratiche manageriali, soprattutto nelle zone più iconiche su scala mondiale.
La Soil Initiative punta anche a sviluppare una rete globale di collaborazione tra istituzioni, esperti e comunità locali, ponendo il suolo come elemento centrale per la biodiversità e il clima. Il coordinamento con la missione europea consente di sfruttare sinergie nella condivisione di dati e metodologie.
A breve si prevedono progetti pilota e programmi educativi mirati a sensibilizzare il pubblico sul valore del suolo. L’UNESCO vuole così rafforzare la consapevolezza globale che il degrado del suolo è una minaccia tangibile, con impatti diretti sulla qualità dell’aria, dell’acqua e sull’adattamento ai cambiamenti climatici.
La missione pratica dell’UE nella tutela dei suoli e le dichiarazioni delle autorità
Il progetto europeo riconosce il ruolo primario dei suoli nel sostenere l’agricoltura e la biodiversità. Christophe Hansen, Commissario europeo per l’Agricoltura e l’Alimentazione, ha ribadito il valore dei terreni come risorsa irrinunciabile per il futuro del sistema alimentare.
Il Commissario ha sottolineato il fatto che il manifesto ha già raccolto l’adesione di migliaia di persone tra scienziati, agricoltori e operatori ambientali. L’ingresso dell’UNESCO nella rete di sostenitori rappresenta un passo significativo verso una gestione condivisa e multilaterale.
Tra gli obiettivi c’è la diffusione di pratiche di rigenerazione del suolo come la rotazione delle colture, la riduzione dell’uso di pesticidi o la promozione di tecniche agroecologiche. Queste azioni contribuiscono a conservare la struttura e la fertilità del terreno, evitando l’erosione e migliorando la ritenzione dell’acqua.
L’impegno europeo non riguarda solo il monitoraggio ma anche la formazione di competenze e il coinvolgimento dei territori. Le eventuali azioni di intervento si basano su dati raccolti grazie a strumenti moderni, come sensori e satelliti, per capire meglio l’entità del degrado.
La collaborazione con l’UNESCO, dunque, amplia l’orizzonte dalla dimensione europea ad una più ampia partecipazione internazionale, utile per affrontare sfide ambientali comuni e condividere strategie.