L’ucraina respinge un massiccio attacco aereo russo con oltre 300 droni e 30 missili, colpite 10 regioni

L’ucraina respinge un massiccio attacco aereo russo con oltre 300 droni e 30 missili, colpite 10 regioni

Il presidente Volodymyr Zelensky denuncia un massiccio attacco russo con oltre 300 droni e 30 missili su dieci regioni ucraine, mentre le difese ucraine respingono gran parte degli assalti proteggendo infrastrutture e civili.
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Il presidente Zelensky ha denunciato un massiccio attacco russo con oltre 300 droni e 30 missili su dieci regioni ucraine, prontamente respinto dalle difese nazionali nonostante la persistenza della minaccia. - Gaeta.it

Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato un nuovo attacco su vasta scala da parte delle forze russe contro diverse città ucraine. L’offensiva ha impiegato più di 300 droni d’attacco e 30 missili di diversi tipi, concentrati principalmente in dieci regioni. Le forze di difesa ucraine hanno reagito con successo respingendo gran parte degli assalti, mentre il numero di droni in volo continua a preoccupare.

Le modalità dell’attacco russo e la risposta ucraina

Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 2025, le truppe russe hanno lanciato una serie di bombardamenti aerei coordinati contro vari centri urbani in Ucraina. Le forze hanno schierato più di 300 droni armati, una cifra molto notevole rispetto ai raid precedenti, e altrettanti missili lanciati da postazioni diverse. Le armi utilizzate includevano ordigni di precisione e missili a medio raggio calibrati per colpire infrastrutture civili e militari.

Le difese ucraine si sono attivate immediatamente, con i sistemi di intercettazione che hanno bloccato una gran parte degli obiettivi in volo. Le scorte missilistiche di terra e la contraerea hanno colpito molti droni prima che potessero avvicinarsi alle città. Il presidente Zelensky ha specificato che “ora gli obiettivi vengono distrutti” durante il combattimento, ma ha anche ammesso che altri droni continuano a sorvolare il territorio rendendo la situazione ancora pericolosa.

Le regioni più colpite dagli attacchi aerei

Il raid russo ha coinvolto almeno dieci regioni ucraine distribuite sia a est che a ovest. Tra le zone più interessate figurano le aree industriali e le città con significative presenze militari. Secondo le prime ricostruzioni, alcune località hanno subito danni a infrastrutture civili, linee elettriche e aree residenziali. Non ci sono al momento dati ufficiali sulle vittime, ma l’attacco ha sicuramente aumentato la tensione e alimentato l’allarme tra la popolazione.

Le autorità locali hanno avviato evacuazioni temporanee in alcune delle zone a rischio maggiore per mettere al sicuro i cittadini. Le reti di emergenza sono rimaste attive per gestire le segnalazioni di danni e intervenire sui luoghi colpiti. I media ucraini hanno registrato diverse esplosioni e allarmi sonori per tutta la notte, segno evidente dell’estensione del raid.

Il ruolo della tecnologia nei nuovi conflitti aerei

Questa ondata di attacchi dimostra quanto le tecnologie droni siano diventate centrali nei conflitti attuali. Più di 300 droni impiegati in un solo raid rappresentano un livello di complessità alto per i sistemi di difesa, che devono riuscire a colpire obiettivi molto piccoli e manovrabili. Nonostante ciò, la capacità ucraina di respingere tali attacchi ha confermato una preparazione avanzata, che si basa su radar, cannoni e missili antiaerei coordinati.

L’uso massiccio di droni rappresenta anche una strategia per saturare le difese e aumentare la probabilità di danneggiare infrastrutture vitali, specialmente in un contesto in cui gli attacchi mirati rimangono fondamentali per influire sugli equilibri sul campo. La difesa continua a misurarsi con questa nuova realtà, che prevede missioni sempre più rapide e difficili da intercettare.

Monitoraggio e strategia militare

Il monitoraggio in tempo reale e l’aggiornamento costante dei sistemi antiaerei sono cruciali per contenere l’impatto di tali incursioni. Zelensky ha voluto sottolineare che il lavoro delle forze militari rimane “attivo e determinato” per proteggere i civili e frenare ogni tentativo di offesa nemica, anche in una notte di grande tensione.

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