La comunità di Locana si trova nel dolore per la perdita di Ennio Cappelletti, scomparso all’età di 69 anni. Conosciuto per il suo impatto significativo nel panorama locale, Cappelletti ha fatto la storia con il suo Rifugio Santa Pulenta, ma il suo percorso era iniziato molto prima, nei vivaci anni Ottanta, come gestore di una discoteca che ha segnato quella generazione. La sua vita è stata un ricco tessuto di esperienze e passione per l’ospitalità, che ha toccato le vite di tanti. Questo articolo esplorerà la sua vita, il suo lavoro e l’eredità che lascia nella comunità di Locana.
Gli inizi di Ennio Cappelletti: dal “Play BacK” al Rifugio Santa Pulenta
Gli anni Ottanta rappresentarono un periodo vibrante nella vita di Ennio Cappelletti, che si distinse come il proprietario del “Play BacK”, una discoteca situata all’uscita del centro di Locana, lungo la strada per Rosone. Nonostante le difficoltà nel trasporto, il locale attrasse numerosi giovani dell’Alto Canavese, diventando un punto di riferimento per il divertimento del sabato sera. La discoteca era ubicata nel piano interrato dell’edificio, mentre al piano terra operava un ristorante molto apprezzato, che contribuiva a creare un ambiente caloroso e vivace.
Il “Play BacK” non era solo un luogo di svago, ma un rifugio per i ragazzi che cercavano un posto dove trascorrere le proprie serate. La clientela, per lo più composta da adolescenti, era spesso costretta a ricorrere all’autostop per raggiungere il locale, a causa della mancanza di mezzi pubblici. Questo aspetto contribuiva a rafforzare il legame tra i giovani della zona, creando una comunità affiatata attorno a un luogo di ritrovo. Quella esperienza di intrattenimento avrebbe poi influenzato la visione di Cappelletti nel suo successivo progetto, il Rifugio Santa Pulenta, che ha abbracciato un approccio completamente diverso legato al tempo libero e alla natura.
Trasformazione e radicamento nella natura: il Rifugio Santa Pulenta
Nel 2014, Cappelletti intraprese una nuova avventura, questa volta in un contesto naturalistico. Insieme alla moglie Giorgia e ai figli, si dedicò alla trasformazione di un vecchio rifugio in una struttura accogliente e moderna, distante dai modelli tradizionali. Il Rifugio Santa Pulenta, situato nella borgata di Cambrelle, si caratterizzava per la sua atmosfera rasserenante e un arredamento curato, in grado di attrarre visitatori in cerca di tranquillità e bellezza naturale.
Questo rifugio, raggiungibile solo a piedi o con veicoli fuoristrada autorizzati, si trovava in una zona isolata, lontana da altri edifici abitati, il che lo rendeva un luogo privilegiato per chi desiderava allontanarsi dai ritmi frenetici della vita quotidiana. Ennio e la sua famiglia crearono un ambiente dove gli ospiti erano accolti con calore e simpatia, contribuendo a un’esperienza autentica. Il ristorante del rifugio offriva piatti tipici della tradizione culinaria locale, diventando un punto di riferimento per escursionisti e amanti della natura.
In questo affascinante contesto, Cappelletti non si limitò a gestire il rifugio, ma si impegnò attivamente nel servizio ai clienti. Spesso offriva supporto a chi avesse difficoltà a camminare, utilizzando il suo fuoristrada per rendere l’accesso alla natura possibile anche a chi non poteva affrontare il percorso a piedi.
Un impegno sociale che trascende la vita lavorativa
Nonostante la vita riservata in un contesto remoto, Ennio e Giorgia non si estraniarono dai problemi e dalle necessità della loro comunità. Giorgia, dopo una carriera come architetto, decise di dedicarsi alla vita pubblica e si candidò alle elezioni comunali nel 2019, venendo eletta. Insieme, i coniugi Cappelletti si distinsero non solo per il loro impegno professionale, ma anche per la loro dedizione verso opere di beneficenza, in particolare per la figlioccia di Giorgia, una bambina con gravi problemi di salute. Organizzarono raccolte fondi per sostenere le cure della bimba, dimostrando un attaccamento umano e sociale che caratterizzava il loro operato.
Purtroppo, la vita di Cappelletti e della sua famiglia fu segnata da un destino triste e inaspettato: sia Ennio che Giorgia ci hanno lasciato prematuramente, a soli quattro anni di distanza l’uno dall’altra. Questo ha lasciato un vuoto nella comunità, non solo per la perdita di due figure iconiche, ma anche per l’incertezza che grava sul futuro del Rifugio Santa Pulenta. Infatti, nell’estate dello scorso anno, la struttura non ha aperto e, al momento, è in vendita. La chiusura di questo rifugio, simbolo di accoglienza e calore, segna un capitolo doloroso per Locana e tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerli.
Ultimo aggiornamento il 20 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano