L'italia dei piccoli borghi in difficoltà: spopolamento, servizi assenti e le speranze dello smart working

L’italia dei piccoli borghi in difficoltà: spopolamento, servizi assenti e le speranze dello smart working

Il calo demografico nelle aree interne d’Italia provoca la perdita di servizi essenziali e isolamento, mentre smart working e iniziative locali cercano di contrastare lo spopolamento crescente nei piccoli comuni.
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L'articolo evidenzia la grave crisi demografica e sociale delle aree interne italiane, segnate da spopolamento e perdita di servizi essenziali, con timidi segnali di ripresa legati allo smart working e a iniziative locali, ma la sfida resta urgente. - Gaeta.it

Un’Italia nascosta, fatta di paesi piccoli e lontani dai grandi centri urbani, sta vivendo una crisi demografica e sociale profonda. Le aree interne, dal nord al sud della penisola, vedono la popolazione calare rapidamente, con un impatto diretto sulla disponibilità di servizi essenziali. In questa cornice arrivano i dati Istat più recenti, segnali timidi di ripresa grazie allo smart working e qualche iniziativa locale che cerca di invertire la rotta. Ma la sfida resta aperta e urgente.

La fuga dagli abitanti che lasciano i piccoli paesi

Negli ultimi dieci anni, le zone più isolate dell’Italia hanno perso quasi 700 mila residenti, un crollo che conferma la tendenza negativa di un Paese intero, ma particolarmente accentuata al sud. Secondo le proiezioni del ministero dell’Economia, entro il 2080 potrebbero mancare 8 milioni di persone in queste aree più periferiche. Il dato più allarmante arriva dalla conta dei comuni senza neanche una nascita nel 2023, ben 341, mentre sono 23 quelli in cui la popolazione si è ridotta di oltre il 30% tra il 2014 e il 2024.

L’impatto del calo di abitanti si concentra soprattutto in paesi classificati come ultra periferici o periferici, dove la distanza dai servizi primari è particolarmente elevata. Paesi come Rocca de’ Giorgi, in provincia di Pavia, hanno perso quasi la metà degli abitanti. Nelle aree alpine piemontesi o in nord ovest, comuni come Noasca e Castelnuovo di Ceva contano ormai poco più di cento residenti. Nel Centro Italia spopolamento eccessivo riguardano località come Montefano e San Giustino con numeri di pochi abitanti. Il Mezzogiorno presenta la situazione più critica. Paesi calabresi come Tortora e Roghudi hanno subito un crollo pesante, ma non meno grave è quello di commuoventi paesini dell’Abruzzo, Molise e Puglia come San Giovanni Lipioni o San Giacomo degli Schiavoni.

La scomparsa dei servizi essenziali nei comuni più piccoli

Il declino demografico pesa anche sulla presenza di servizi essenziali nelle comunità. Manca lo sportello bancario in oltre metà dei piccoli comuni italiani. Molti cittadini riescono a rivolgersi solo agli uffici postali. Le scuole dell’obbligo spariscono progressivamente dalle mappe, aggravando la difficoltà di restare in paese per chi ha bambini. Alcuni comuni hanno tentato di reagire unendo forze e servizi, anche superando antichi campanilismi, ma spesso le distanze chilometriche e un tessuto sociale diffidente rendono complicata questa strategia.

Il risultato è una spirale negativa: meno residenti, meno servizi; meno servizi, ancora meno persone in grado di vivere in queste zone. Le infrastrutture pubbliche diventano sempre più scarse, ciò che porta a un progressivo isolamento dei cittadini rimasti. La qualità della vita si abbassa, spingendo nuovi potenziali residenti o investitori a guardare altrove.

L’effetto dello smart working e degli spostamenti nel mercato del lavoro

Con la pandemia, il mondo del lavoro ha visto nascere nuove forme di occupazione a distanza. Dove arriva la fibra ottica, alcuni territori marginali hanno iniziato a vedere una leggera inversione del trend negativo. L’Istat segnala che il lavoro agile ha incoraggiato un ritorno parziale di persone verso questi borghi, favorendo anche rimpatri di residenti originari di quelle zone.

Questi fenomeni, però, non sono diventati la norma a livello nazionale. La popolazione diminuisce ancora, anche per via di una riduzione dell’immigrazione straniera che in passato aveva colmato molte fughe di giovani dal territorio italiano. La difficoltà resta nel rendere i piccoli paesi luoghi sostenibili per risiedere e lavorare, lasciando sperare in un cambiamento stabile nel futuro prossimo.

Iniziative locali per rilanciare i piccoli borghi

In molti casi, le iniziative locali puntano a sfruttare risorse pubbliche come i fondi del Pnrr per migliorare le infrastrutture o incentivare nuove imprese. L’obiettivo è creare condizioni migliori per ritrovare un equilibrio sociale, rafforzare i servizi e rilanciare questi territori. Lo scenario per ora suggerisce che senza segnali concreti e continui, molti piccoli centri rischiano di fissare la perdita demografica come un elemento definitivo del loro destino.

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