Lite per la verniciatura di una scala a Giaveno degenera in violenza armata nella notte dell’8 giugno

Lite per la verniciatura di una scala a Giaveno degenera in violenza armata nella notte dell’8 giugno

Una lite tra vicini a Giaveno per la verniciatura di una scala condominiale sfocia in un’aggressione armata; carabinieri arrestano suocero e genero, indagati per minacce, percosse e detenzione illegale di arma.
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Una lite condominiale a Giaveno è degenerata in un’aggressione armata tra suocero e genero contro un vicino; i due sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di vari reati legati all’episodio. - Gaeta.it

Una discussione nata per la verniciatura di una scala condominiale è sfociata in una violenta aggressione armata nel comune di Giaveno, in Val Sangone. La sera dell’8 giugno, un suocero e un genero, rispettivamente di 53 e 22 anni, hanno minacciato e aggredito un vicino causando forte allarme nel quartiere. L’intervento dei carabinieri ha portato all’arresto dei due, indagati per diversi reati legati all’episodio.

Dalle parole alle minacce: la lite con il vicino

Tutto ha origine da una disputa tra vicini di casa, collegata alla scelta della vernice per una scala condominiale. I due uomini coinvolti — suocero e genero — avevano già avuto diverbi con la vittima nei giorni precedenti l’aggressione. La sera stessa dell’8 giugno, si sono presentati davanti all’abitazione del vicino armati di una pistola e un bastone.

Da subito la tensione è salita. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri di Giaveno, dopo scambi di parole animati, i due hanno picchiato la vittima con schiaffi e minacce intimidatorie. A un certo punto, uno dei due ha puntato la pistola alla tempia del quarantenne aggredito ed è stato sparato un colpo in aria, a scopo intimidatorio. L’aggressione si è consumata in pochi minuti ma ha creato paura nell’intera zona.

L’intervento delle forze dell’ordine e il ritrovamento delle prove

La chiamata al 112 è arrivata poco dopo l’aggressione. I carabinieri della stazione di Giaveno si sono subito mobilitati e la mattina successiva hanno arrestato i due uomini nel domicilio del giovane genero, situato a circa due chilometri dal luogo della lite. In quella casa hanno trovato un bossolo di calibro 7,65, compatibile con una pistola semiautomatica.

L’arma utilizzata non è stata ancora recuperata, ma le ricerche sono in corso con l’aiuto della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Torino. L’arresto è avvenuto in flagranza di reato per vari capi d’accusa, tra cui porto e detenzione abusiva di arma in luogo pubblico, minacce aggravate dall’uso di un’arma da fuoco, percosse e accensioni ed esplosioni pericolose.

I rischi delle tensioni condominiali e la pericolosità delle armi illegali

Questo episodio ripropone la gravità degli scontri tra vicini quando la calma viene meno. Una discussione inizialmente su un dettaglio della convivenza, come la tinteggiatura di una scala, è degenerata rapidamente a causa della presenza di armi e dell’escalation violenta.

Non a caso gli investigatori sottolineano come la detenzione illegale di armi trasformi una lite quotidiana in una minaccia concreta per la sicurezza di tutti. Il caso di Giaveno evidenzia come certe situazioni, se alimentate da comportamenti aggressivi e strumenti pericolosi, possano sfuggire di mano all’istante. Gli indagati rimangono presunti innocenti fino al processo, ma l’episodio rimane un monito sui rischi legati alla vita condominiale e alla violenza armata.

Le autorità proseguono le indagini per chiarire tutti i dettagli e recuperare l’arma utilizzata, mentre la comunità locale riflette su quanto, a volte, una questione apparentemente banale possa rovinarsi fino a mettere a rischio l’incolumità delle persone coinvolte.

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