La tensione tra Casa Bianca e Federal Reserve è arrivata a un punto critico dopo che Donald Trump ha deciso di licenziare Lisa Cook, consigliera nominata nel 2022. Ma Cook non ci sta: ha rifiutato di lasciare il suo posto e ha avviato una causa legale per difendere la sua permanenza nel consiglio della banca centrale americana. Dietro questa vicenda si nascondono questioni delicate sull’autonomia della Fed e sul peso della politica nella gestione della politica monetaria.
Lisa Cook: “Non mi dimetto, il licenziamento è illegittimo”
Il 2025 si apre con uno scontro senza precedenti alla Federal Reserve. Lisa Cook, nominata da Biden, ha definito illegale la decisione di Trump di rimuoverla e ha respinto tutte le accuse contro di lei. Il presidente Usa sostiene che Cook avrebbe manipolato documenti per ottenere condizioni più favorevoli su un mutuo, una denuncia arrivata da Bill Pulte, direttore della Federal Housing Finance Agency, vicino a Trump.
Cook però ha chiarito che nessuna indagine giudiziaria o procedura penale è mai stata avviata nei suoi confronti. Nonostante la volontà della Casa Bianca di mandarla via, la consigliera ha deciso di restare e ha fatto ricorso in tribunale, mettendo in discussione la legittimità del provvedimento. Dietro a questo scontro c’è un conflitto diretto tra esecutivo e banca centrale, con ripercussioni importanti sulla credibilità e l’indipendenza della Fed.
La battaglia legale si concentra proprio sulle regole che disciplinano la rimozione dei membri della Federal Reserve. La legge prevede che un consigliere possa essere licenziato solo in caso di gravi illeciti o negligenza dimostrata. L’accusa mossa da Trump non sembra rientrare in questi casi, e per questo la disputa potrebbe andare avanti a lungo, influenzando il clima all’interno della banca centrale.
Dietro il licenziamento: la politica entra in gioco
La mossa di Trump contro Cook va letta nel contesto dello scontro politico con la Fed. Fin dal suo primo mandato, Trump ha sempre criticato la politica monetaria della banca centrale, chiedendo a gran voce la riduzione dei tassi di interesse. Non ha esitato a fare pressioni pubbliche e minacce anche al governatore Jerome Powell.
Licenziare Lisa Cook, nominata da Biden, sembra un modo per cercare di rafforzare il controllo della Casa Bianca sulla Fed. Trump punta a influenzare le decisioni sui tassi, che sono cruciali per l’andamento dell’economia. Per lui, abbassare i tassi significa dare una spinta più veloce alla ripresa economica.
Ma la legge protegge l’indipendenza della banca centrale proprio per evitare che queste scelte vengano influenzate da interessi politici o ragioni elettorali. I mandati dei membri, come quello di Cook che dura 14 anni, sono pensati per garantire stabilità e continuità, tenendo lontano l’esecutivo da interferenze. L’azione di Trump rompe questo equilibrio e riapre il dibattito su quanto il potere politico debba pesare sulle decisioni della Fed.
Perché la Fed deve restare indipendente
La Federal Reserve è la banca centrale degli Stati Uniti. Il suo compito è decidere il costo del denaro per tenere sotto controllo l’inflazione e sostenere la crescita. I tassi di interesse che stabilisce influenzano mutui, prestiti e consumi. Ecco perché la sua autonomia è tutelata da leggi che impediscono decisioni dettate da ragioni politiche di breve termine, che potrebbero creare squilibri più avanti.
Se i tassi venissero abbassati per assecondare scelte governative, il rischio è un aumento dell’inflazione che alla fine danneggerebbe famiglie e conti pubblici. Un controllo diretto della Fed da parte della politica minerebbe la stabilità economica, mettendo a rischio l’obiettivo principale della banca: mantenere i prezzi stabili.
L’indipendenza della Fed è un pilastro della politica economica Usa e una garanzia per investitori e cittadini. Ogni mossa che la mette in discussione crea incertezza sui mercati e può ridurre la fiducia nell’economia americana. La vicenda di Lisa Cook mostra come la tutela di questo organismo dipenda non solo dalle norme, ma anche dal contesto politico in cui si muove.
Nel 2025 questa storia sarà seguita con attenzione, perché rappresenta un momento delicato per le istituzioni finanziarie americane e per il confine tra potere politico e autonomia tecnica della Federal Reserve.