Liposuzione a roma finisce in tragedia, morta donna e indagati medici senza autorizzazioni

Liposuzione a roma finisce in tragedia, morta donna e indagati medici senza autorizzazioni

Una liposuzione clandestina a Roma senza autorizzazioni ha causato la morte di Ana Sergia Alcivar Chenche, con indagini in corso su omicidio colposo e responsabilità del chirurgo Jose Lizarraga Picciotti e dell’anestesista Paolo Colcerasa.
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Una liposuzione clandestina in un appartamento non autorizzato a Roma ha causato la morte di una donna di 46 anni; indagati il chirurgo, l’anestesista e un’infermiera per omicidio colposo. - Gaeta.it

Una liposuzione eseguita in un appartamento di Roma, trasformato in studio medico privo di autorizzazioni da oltre un decennio, ha causato la morte di una donna di 46 anni. Ana Sergia Alcivar Chenche, originaria dell’Ecuador e residente a Genova, è deceduta al policlinico Umberto I dopo un’operazione di chirurgia estetica finita male. Emergono ora dettagli sull’accaduto, con arresti e indagini in corso.

Operazione clandestina e soccorsi tardivi

Sabato 7 giugno 2025, Ana Sergia si è sottoposta a una liposuzione in un ambulatorio situato in via Francesco Roncati, nel quartiere Primavalle, a nord-ovest di Roma. L’appartamento, allestito come studio medico privato, non risultava avere autorizzazioni valide da almeno 13 anni. Il dottore responsabile dell’intervento, Jose Lizarraga Picciotti, peruviano di 65 anni, gestiva la struttura.

L’operazione è iniziata nel pomeriggio, intorno alle 17. A pochi minuti dall’inizio, la paziente ha accusato un malore improvviso, perdendo conoscenza e mostrando segni di ipotensione grave. L’équipe medica presente ha tentato di rianimarla sul posto, senza contattare immediatamente i soccorsi. Solo in seguito è stata chiamata un’ambulanza privata che ha trasportato Ana Sergia al policlinico Umberto I.

Durante il tragitto l’anestesista Paolo Colcerasa, che stava assistendo all’intervento, ha continuato le manovre di rianimazione. La donna è arrivata in ospedale alle 20:32, in arresto cardiaco e già intubata. Nonostante un’ora di tentativi da parte dei medici, Ana Sergia non ha ripreso conoscenza e il decesso è stato constatato poco dopo.

Indagini e ipotesi della procura

Le Forze dell’ordine del commissariato Primavalle hanno ricevuto una denuncia da parte del compagno della vittima e dei familiari. Hanno ricostruito passo passo la vicenda, dalla decisione di affidarsi al dottore fino alla terribile fine.

Sono stati iscritti nel registro degli indagati il chirurgo Lizarraga Picciotti, l’anestesista Colcerasa e un’infermiera presente all’operazione. L’ipotesi su cui lavora la Procura è l’omicidio colposo. È prevista un’autopsia, disposta dal pm Andrea D’Angeli, per accertare con precisione le cause del decesso.

Non è la prima volta che Lizarraga Picciotti affronta problemi legali legati a procedure mediche. In passato, nel 2006 e nel 2018, è stato denunciato da pazienti per lesioni colpose. Colcerasa, invece, ha precedenti a carico non collegati alla professione medica.

L’ambulatorio e le autorizzazioni scadute da anni

L’appartamento in cui la liposuzione è stata eseguita risulta essere stato autorizzato dalla Regione Lazio solo fino al 2007. Da allora, secondo le indagini, non ha più posseduto permessi validi per trattamenti sanitari. La struttura è stata sequestrata subito dopo l’accaduto.

Si sta verificando se nell’ambulatorio fossero presenti attrezzature indispensabili per le emergenze, come il defibrillatore. Questa mancanza potrebbe aver complicato la gestione della crisi durante la procedura chirurgica.

Le autorità indagano anche sulle modalità con cui l’equipe medica ha gestito la situazione critica, a partire dalla decisione di non chiamare subito un’ambulanza pubblica e dai tempi del trasporto in ospedale.

Affidabilità e sicurezza sotto accusa

Ana Sergia e il compagno si sono rivolti a quel chirurgo per consigli ricevuti attraverso amici e dai social network, dove la struttura del dottore pubblicizzava interventi a costi inferiori rispetto ad altre cliniche italiane. Queste tariffe vantaggiose sembravano garantire qualità e sicurezza, come indicato nelle comunicazioni online.

La donna aveva già subito precedenti operazioni estetiche, ma questa volta la scelta di una liposuzione casalinga le è stata fatale. Il compagno e i figli, di cui due maggiorenni e uno minorenne, sono giunti a Roma per affrontare l’esito drammatico.

La vicenda solleva interrogativi sulla regolamentazione delle strutture mediche e la salvaguardia dei pazienti, specialmente in attività che si svolgono fuori dai normali canali autorizzativi. Le autorità continueranno ad approfondire tutti gli aspetti del caso.

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