lino in Toscana torna a crescere la coltivazione per la fibra tessile naturale e sostenibile

lino in Toscana torna a crescere la coltivazione per la fibra tessile naturale e sostenibile

La coltivazione del lino in Toscana cresce grazie a partnership tra aziende agricole di Prato e l’industria tessile di Bergamo, garantendo margini più alti, sostenibilità e continuità produttiva.
Lino In Toscana Torna A Cresce Lino In Toscana Torna A Cresce
La coltivazione del lino in Toscana, soprattutto nel Pratese, sta crescendo grazie a partnership con l’industria tessile che garantiscono sostenibilità, margini economici più alti e sicurezza per gli agricoltori, rispondendo alla domanda di materiali naturali e di qualità. - Gaeta.it

La coltivazione del lino in Toscana sta riacquistando terreno grazie alla crescente domanda dell’industria tessile di materiali naturali e di qualità. Aziende agricole come quella di Prato hanno ampliato rapidamente le superfici coltivate, attirate da margini economici più alti e rischi contenuti. Questo sviluppo riflette un cambio verso produzioni più legate al territorio e sostenibili, con accordi che tutelano produttori e industrie.

La storica espansione della coltivazione di lino nel pratese

In provincia di Prato una storica azienda agricola ha incrementato la superficie dedicata al lino da pochi ettari a oltre 50 in appena quattro anni. Questo aumento significativo è frutto della riscoperta di una coltura che garantisce un equilibrio tra costi e ricavi, specie dopo l’accordo stretto con un’importante azienda tessile del nord Italia. Il terreno, una volta utilizzato principalmente per cereali come il frumento, ora accoglie una coltura capace di soddisfare la domanda di filati naturali destinati al settore dell’abbigliamento.

Una strategia per ridurre i rischi e aumentare i margini

Questa trasformazione si basa su una strategia chiara: ridurre i rischi per l’agricoltore, mantenendo bassi i costi di produzione e assicurando margini maggiori rispetto alle colture tradizionali. La conferma arriva da Fabio Boretti, titolare della Boretti & C., che spiega “come l’azienda abbia tratto vantaggio da una collaborazione che prevede il supporto totale da parte dell’industria tessile.” Questo legame ha consentito di passare a una coltura più remunerativa e adatta ai nuovi trend di mercato.

L’importanza dell’accordo con l’azienda tessile di bergamo

Un elemento chiave della crescita della coltivazione del lino è la partnership con un’azienda tessile di Bergamo che produce filati per marchi noti del settore moda. Il contratto mette al riparo l’azienda agricola da eventuali scossoni economici, come annate di raccolto non soddisfacenti. L’industria fornisce semi, concimi e macchinari per lavorare i terreni, alleggerendo così gli oneri finanziari e tecnici per l’agricoltore.

Un sistema che garantisce continuità e qualità

Questo sistema permette a chi coltiva lino di concentrarsi sul lavoro agricolo, lasciando a chi trasforma la materia prima il compito di garantire continuità e qualità. La sicurezza di avere un acquirente fisso e un prezzo stabilito da contratto riduce drasticamente i rischi. L’azienda tessile mantiene sotto controllo la filiera dall’origine al prodotto finito, mentre i produttori migliorano le proprie capacità sul campo. La collaborazione funziona come un modello replicabile che potrebbe spingere la diffusione del lino anche in altre aree rurali d’Italia.

Un bilancio economico più vantaggioso rispetto alle colture tradizionali

La coltivazione del lino si presenta come un’alternativa interessante sia per gli agricoltori che per il mercato tessile. Dal punto di vista economico, Fabio Boretti sottolinea che i margini superano quelli del frumento tradizionale di circa il 30%. Il dato emerge da una gestione più snella, che sfrutta il supporto esterno della filiera tessile e consente all’azienda agricola di risparmiare sui costi tipici di semina e fertilizzazione.

Le potenzialità per il futuro sono evidenti. Oltre a rispondere alle esigenze di mercato per fibre naturali e sostenibili, questa coltivazione consente di mantenere il territorio coltivato e offrire occupazione stabile. Le previsioni indicano una crescita ulteriore negli anni a venire, poiché la domanda di prodotti tessili ecologici si conferma in aumento. Le aree rurali toscane, con clima e terreni adatti, possono così sviluppare un’attività economica integrata con l’industria, restando ancorate a metodi agronomici tradizionali e controllati.

La riscoperta del lino in Toscana dimostra come scelte selettive e accordi mirati possano dare nuova linfa a coltivazioni antiche, creando un sistema dove produttore e industria lavorano fianco a fianco per soddisfare nuove richieste del mercato. Lo sviluppo di questa coltura si profila come un cambio di rotta nel rapporto tra agricoltura e filiera tessile italiana.

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