l’impegno dell’italia nella circolarità nazionale tra sfide globali e leadership in europa degli oli usati

l’impegno dell’italia nella circolarità nazionale tra sfide globali e leadership in europa degli oli usati

L’economia circolare in Italia guida la raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati con un tasso di recupero vicino al 100%, ma servono investimenti e politiche per affrontare le sfide globali.
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L'articolo evidenzia il ruolo chiave dell'Italia nell’economia circolare, focalizzandosi sul modello di raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati, e sottolinea la necessità di innovazione, investimenti e politiche pubbliche per migliorare la sostenibilità globale. - Gaeta.it

L’economia circolare rappresenta uno dei temi più cruciali per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare l’uso delle risorse. In italia, il recupero e la rigenerazione dei materiali hanno un ruolo chiave sia per la tutela ambientale sia per l’economia nazionale. Riccardo Piunti, presidente del Consorzio nazionale degli oli minerali usati , ha commentato gli ultimi dati e le prospettive del settore in riferimento al rapporto 2025 del Circular Economy Network. La questione riguarda non solo il nostro paese ma coinvolge l’intera comunità internazionale, in una fase in cui la circolarità globale ha segnato un passo indietro.

Il contesto globale e il ritardo nella circolarità

Secondo l’ultimo rapporto Circularity Gap, la circolarità mondiale è scesa al 7%, rispetto al 9% di sei anni fa, un dato che segnala una difficoltà diffusa a mantenere un’economia basata sul riuso e il riciclo. L’attenzione va sul modo in cui i paesi più avanzati in questo ambito possono svolgere una funzione trainante. È necessario rallentare la crescita dell’uso di materie prime vergini e spingere il tessuto imprenditoriale a investire maggiormente in processi che prevedano la gestione dei rifiuti a fine vita dei prodotti. In questo quadro il ruolo del decisore pubblico risulta centrale, poiché deve facilitare condizioni più favorevoli per spingere la produzione di beni sostenibili di qualità riconosciuta. La strada da seguire è tracciata, ma richiede sforzi continui per mantenere e potenziare i risultati raggiunti.

Come contribuire al cambiamento a livello globale

Il contributo dei paesi come italia è fondamentale per invertire la tendenza negativa nella circolarità globale, ponendo l’accento sul ruolo dell’innovazione e sulla responsabilità condivisa tra pubblico e privato.

Il modello italiano nella raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati

L’Italia si distingue grazie alla filiera di raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati, che vanta un tasso di recupero prossimo al 100%. Il prodotto finale rigenerato restituito al mercato mantiene caratteristiche analoghe a quelle dell’olio vergine, garantendo così un ciclo efficiente e integrato. Questa leadership europea nasce dal modello consortile tutto italiano, che ha dimostrato solidità e capacità di risposta nel tempo. Il mantenimento e il rafforzamento di questo primato dipendono da un lavoro costante che unisce innovazione tecnologica e il consolidamento degli standard di qualità. L’esperienza italiana attira l’interesse di altri paesi, confermando come il metodo adottato possa rappresentare un esempio replicabile e competitivo a livello internazionale.

Il valore della tecnologia e della qualità

L’innovazione tecnica e il rispetto di rigorosi standard di qualità costituiscono la base del successo del modello di gestione degli oli usati in italia.

Le sfide future per un’economia circolare sostenibile

Per proseguire nel cammino verso una maggiore circolarità, italia e mondo imprenditoriale devono misurarsi con nuove sfide. Investimenti mirati e politiche pubbliche più incisive sono necessari per raccordare la produzione alla fase post-consumo dei prodotti. La diffusione di materiali riciclati e rigenerati di alta qualità è un obiettivo che deve essere perseguito in modo concreto, superando le barriere che rallentano l’adozione su larga scala. In aggiunta, occorre sviluppare ulteriormente i sistemi di raccolta e migliorare le tecnologie di rigenerazione assicurando trasparenza e tracciabilità. Solo così si potrà ridurre la dipendenza dalle materie prime vergini e dare luogo a un modello economico più attento all’ambiente e competitivo sul mercato globale.

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