Nei primi mesi del 2025, la giunta regionale della Liguria ha presentato dati che indicano una riduzione delle liste d’attesa per prestazioni sanitarie. Questi annunci hanno alimentato speranze di un rapido miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari pubblici. Tuttavia, alcuni rappresentanti del Partito Democratico contestano queste cifre, sostenendo che si tratti di risultati parziali e temporanei, ottenuti con l’aumento dei fondi destinati ai privati, senza un vero intervento strutturale.
La polemica dei consiglieri del partito democratico sui dati delle liste d’attesa
Enrico Ioculano e Simone D’Angelo, consiglieri regionali del Partito Democratico e membri della commissione Sanità, hanno espresso critiche pesanti rispetto ai dati diffusi dalla giunta Bucci e dall’assessore Massimo Nicolò. Per loro, la riduzione delle liste è un effetto di breve durata, legato all’incremento del contributo economico alle strutture private che erogano visite e prestazioni. Non si tratta di un miglioramento reale e duraturo, ma di un risultato momentaneo che rischia di scomparire una volta esauriti i fondi.
Ioculano e D’Angelo sottolineano come il cosiddetto “azzeramento” delle liste fosse un impegno centrale nella campagna elettorale di Bucci, un obiettivo ancora lontano dall’essere raggiunto. I dati attuali non raccontano la vera condizione dei pazienti liguri, che continuano a confrontarsi con tempi di attesa lunghi per visite ed esami specialistici. Secondo i due esponenti del Pd, la comunicazione della giunta avrebbe l’effetto di illudere i cittadini con promesse non mantenute.
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Appropriatezza prescrittiva e mancanza di linee guida in liguria
Un punto chiave della critica riguarda l’assenza nella regione di un sistema condiviso per migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni mediche. La letteratura nazionale indica da tempo che è proprio su questo aspetto, ovvero sulla correttezza e necessità degli esami e visite prescritti, che si dovrebbe intervenire per ridurre davvero le liste d’attesa.
In Liguria, invece, le Aziende sanitarie locali operano in modo autonomo, senza scambiarsi informazioni e senza adottare protocolli uniformi. Durante l’ultima seduta della commissione Sanità, proprio questo aspetto è emerso chiaramente. A fronte di alti livelli di prescrizioni ritenute inappropriate, mancano strategie unificate e linee guida efficaci. Questo significa che non si sta usando la leva dell’appropriatezza prescrittiva per fermare la crescita delle liste, situazione che rischia di peggiorare.
I consigli del Partito Democratico mettono in evidenza che non è colpa dei singoli medici, che svolgono il loro lavoro secondo le migliori conoscenze disponibili. Si tratta, invece, di un vuoto organizzativo e gestionale a livello regionale che si traduce in inefficienza nell’uso delle risorse sanitarie.
Il ruolo dei fondi pubblici ai privati e le prospettive per i cittadini
Un elemento discusso ampiamente da Ioculano e D’Angelo riguarda la strategia di destinare risorse pubbliche alle strutture private per velocizzare le prestazioni. Sebbene questo abbia permesso un aumento temporaneo delle visite effettuate, il metodo non appare sostenibile nel tempo. I fondi aumentati per i privati stanno per terminare e non sembra esserci alcun piano per mantenere o migliorare i risultati raggiunti.
Questa “soluzione tampone” non cambia la realtà vissuta dai pazienti. Molti liguri, a febbraio 2025, continuano a ricevere appuntamenti per visite specialistiche con lunghissimi tempi di attesa, che non trovano conferma nelle cifre ufficiali. La giunta regionale, a detta dei consiglieri del Pd, mostra soddisfazione per dati che non riflettono il disagio diffuso tra la popolazione.
L’assenza di interventi strutturali, come miglioramenti organizzativi nelle Asl e linee guida condivise sulle prescrizioni, lascia appesi migliaia di cittadini. La gestione attuale conferma una difficoltà di fondo nel sanare i ritardi e nel garantire un accesso rapido e omogeneo alle cure in tutta la regione Liguria.