libertà di stampa nel 2025: italia peggiora e scende al 49mo posto nella classifica mondiale di rsf

libertà di stampa nel 2025: italia peggiora e scende al 49mo posto nella classifica mondiale di rsf

Nel 2025 la libertà di stampa peggiora globalmente: l’Italia scende al 49mo posto, la Norvegia guida, mentre Eritrea e Corea del Nord chiudono la classifica per minacce, pressioni politiche e crisi economica.
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Nel 2025 la libertà di stampa nel mondo è in crisi, con l'Italia che scende al 49° posto, la peggiore in Europa occidentale, a causa di minacce mafiose e pressioni politiche. La Norvegia guida la classifica, mentre paesi come Corea del Nord e Eritrea chiudono la graduatoria. - Gaeta.it

Nel 2025 la libertà di stampa nel mondo vive una fase particolarmente difficile. L’Italia perde terreno scendendo di 3 posizioni rispetto all’anno precedente, arrivando al 49mo posto nella graduatoria globale stilata da Reporters Sans Frontieres . Un dato rilevante visto che è la posizione più bassa nell’Europa occidentale. Il rapporto annuale fotografa un quadro molto critico per molti paesi, con un peggioramento diffuso dovuto alle minacce fisiche, pressioni politiche e difficoltà economiche che colpiscono i media.

Norvegia guida la classifica mondiale, eritrea e corea del nord chiudono la graduatoria

La Norvegia si conferma la nazione con la situazione migliore per la libertà di stampa. Anche nel 2025 resta in cima alla classifica di RSF, offrendo un modello solido per la protezione dei giornalisti e il rispetto dell’informazione indipendente. Seguono Estonia e Paesi Bassi, che mantengono posizioni rilevanti nel mondo occidentale.

Sul fondo della classifica si trovano paesi come Cina, Corea del Nord ed Eritrea, rispettivamente al 178mo, 179mo e 180mo posto. Questi Stati si distinguono per il controllo quasi totale sui media e le pesanti restrizioni alla circolazione di opinioni diverse da quelle ufficiali. La situazione, nella valutazione di RSF, rappresenta un “minimo storico” per la libertà di stampa a livello globale, con più della metà della popolazione mondiale che abita in nazioni dove la situazione è definita “molto grave”.

Fattori che peggiorano la libertà di stampa nel mondo

RSF attribuisce questa drammatica condizione a diversi fattori, tra cui la repressione governativa, ma anche l’insicurezza e il pericolo concreto per chi svolge attività giornalistica. Questi aspetti incidono fortemente sulla capacità di informare in modo libero e trasparente.

Italia peggiora sotto la pressione delle mafie e dei gruppi estremisti, difficoltà anche sui media giudiziari

L’Italia nella classifica perde tre posizioni rispetto al 2024 e si piazza nella posizione più bassa mai raggiunta in Europa occidentale. La situazione riflette preoccupazioni costanti, soprattutto per quanto riguarda le minacce che giornalisti ricevono da organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del paese. Queste organizzazioni spesso usano violenze e intimidazioni per ostacolare l’azione informativa.

Oltre a questo, RSF segnala come i gruppi estremisti esercitino una pressione crescente, coinvolgendo episodi di aggressione fisica e minacce rivolte ai cronisti. La situazione ambientale diventa ancor più complessa per chi cerca di coprire temi giudiziari, considerato in Italia un settore delicato. La legge definita “bavaglio”, proposta o attuata in alcune forme, limita l’accesso e la documentazione delle informazioni processuali.

Questo contesto si aggiunge a una prassi di denunce legali che spesso servono a intimidire o punire chi si occupa di notizie scomode, riducendo lo spazio per il dibattito pubblico. RSF sottolinea che questo clima limita la possibilità dei giornalisti di schedulare interventi aperti su temi di interesse pubblico, colpendo la qualità stessa dell’informazione.

Gli stati uniti continuano a scendere: la rinascita di trump peggiora la libertà di stampa

Negli Stati Uniti la libertà di stampa registra un ulteriore peggioramento, scendendo dal 55mo al 57mo posto. RSF parla del primo e prolungato periodo di declino significativo nella storia moderna americana. La situazione è peggiorata con il ritorno alla presidenza di Donald Trump, che ha contribuito a un clima ostile verso i media.

Il rapporto evidenzia come le tensioni politiche e le dichiarazioni spesso ostili verso i giornalisti abbiano aumentato la difficoltà per i cronisti di fare il loro lavoro liberamente. L’aggressività verbale e l’atteggiamento antimediale hanno alimentato episodi di intimidazione e isolamento, danneggiando la profondità e la qualità dell’informazione indipendente.

In europa libertà di stampa più tutelata, ma preoccupano malesseri e rischi crescenti

L’Europa resta complessivamente la regione con maggiore tutela della libertà di stampa. RSF definisce “buona” questa condizione solo in sette paesi europei. Questi stati rappresentano esempi in cui il lavoro dei cronisti è rispettato e garantito, anche se non mancano difficoltà.

In diversi paesi la sicurezza dei giornalisti è incerta e il rischio di aggressioni o intimidazioni cresce, specie per chi lavora su temi sensibili o in contesti sociali difficili. Anche il peso dell’autoritarismo si fa sentire, mentre il mondo dell’informazione in generale deve fare i conti con risorse finanziarie sempre più scarse. Il calo dei fondi si traduce in meno mezzi per l’attività giornalistica e in una riduzione dell’autonomia editoriale.

Esempio dalla germania

Un esempio concreto arriva dalla Germania. Dopo aver occupato per anni posizioni elevate nella classifica, il paese è sceso all’11mo posto, uscendo dalla top ten. Il motivo va ricercato soprattutto nel crescente clima di ostilità verso i media. Numerosi giornalisti sono stati insultati o minacciati da ambienti legati all’estrema destra e ad alcuni partiti politici. Il reportage ha inoltre messo in luce difficoltà nel raccontare le vicende legate al conflitto in Medio Oriente, spesso ostacolati da pressioni e limitazioni editoriali.

Il ruolo del giornalismo indipendente tra sicurezza e crisi economica

Anja Osterhaus, direttrice generale di RSF, ha ribadito il valore del giornalismo indipendente come “spina nel fianco degli autocrati”. La sua funzione resta centrale nel smascherare disinformazione e propaganda, ma le difficoltà non finiscono solo nella sicurezza fisica dei reporter.

Oltre agli attacchi e alle minacce, c’è un problema economico che pesa sempre più. I media affrontano sfide legate alla sostenibilità finanziaria. Senza risorse adeguate, smette di funzionare il lavoro di verifica e denuncia fondamentale nel contrasto alle manipolazioni dell’informazione.

RSF punta quindi su una doppia strada di impegno, sia per difendere i giornalisti dagli attacchi, sia per rafforzare i supporti economici che permettono un lavoro libero e professionale in modo duraturo. Nel momento storico attuale, questa doppia necessità appare cruciale per mantenere spazi per una stampa libera, attiva e capace di informare realtà complesse senza condizionamenti.

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