Il segretario al Commercio americano Howard Lutnick ha definito nei giorni scorsi l’Europa come un interlocutore particolarmente difficile durante le trattative commerciali in corso con gli Stati Uniti. In un’intervista rilasciata a Cnbc, ha osservato che la natura frammentata dell’Unione Europea rappresenta un ostacolo significativo nelle negoziazioni, soprattutto se confrontata con la gestione centralizzata degli accordi sotto l’amministrazione di Donald Trump.
Le sfide della gestione commerciale con un’unione europea frammentata
Howard Lutnick ha evidenziato come l’Unione Europea si presenti come un blocco costituito da diversi Paesi, ciascuno con posizioni e interessi specifici. A differenza degli Stati Uniti, dove il potere decisionale è concentrato in un’unica figura politica, in Europa manca un singolo interlocutore che possa parlare per l’intero continente in modo vincolante. Questa struttura rende le trattative più complesse e lente, perché è necessario raggiungere un consenso tra gli Stati membri, ognuno con la propria agenda economica e politica.
Il segretario al Commercio ha spiegato che l’assenza di un punto di riferimento unico, come avveniva negli anni passati, complica le discussioni su temi chiave quali tariffe, regolamentazioni e accordi commerciali. La natura multilivello dell’Unione Europea influisce anche sul modo in cui le proposte vengono valutate e approvate, rallentando così il processo negoziale rispetto a quello con un unico governo nazionale.
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Il confronto implicito con l’era trump e le trattative attuali
Lutnick è tornato sul contrasto fra la situazione degli ultimi anni e quella attuale. Ha ricordato come, durante l’amministrazione Donald Trump, l’approccio fosse più diretto grazie alla presenza di un interlocutore ben definito. L’ufficio del presidente degli Stati Uniti deteneva una leadership chiara nelle trattative, facilitando decisioni rapide, anche se a volte controverse, a livello globale.
Oggi, invece, la complessità europea si fa sentire di più. Secondo il segretario, la pluralità di entità all’interno dell’UE comporta una maggiore lentezza nei negoziati e una più alta probabilità di divergenze interne. “Questo rende la trattativa più ardua, ma non esclusa.” La parte statunitense resta convinta tuttavia che, con il consenso finale, l’accordo potrà essere raggiunto.
Prospettive e ostacoli nelle negoziazioni commerciali tra Stati Uniti e unione europea
Nonostante le difficoltà indicate, Lutnick prevede che l’Europa sarà parte integrante delle trattative fino alla conclusione del processo. Secondo lui, sarà un dialogo lungo, forse tortuoso, ma necessario per definire i termini di un’intesa commerciale che coinvolge economie vaste e interconnesse.
Le divergenze fra Paesi UE e Stati Uniti riguardano principalmente le politiche tariffarie, le norme su prodotti e servizi, oltre che questioni legate a standard ambientali e di sicurezza. Il consenso deve tenere conto di queste variabili fra le nazioni europee, ciascuna con priorità diverse a seconda del proprio tessuto economico.
A quel punto, il ruolo dell’Unione Europea diventerà centrale per tradurre i compromessi in decisioni effettive, ma il percorso rimane incerto. Ogni passo avanti richiederà trattative continue e un alto grado di coordinamento tra Bruxelles e i governi nazionali degli Stati membri.