L’estate 2025 registra 268 milioni di turisti in Italia, boom di spesa e crescita del turismo nei borghi

L’estate 2025 registra 268 milioni di turisti in Italia, boom di spesa e crescita del turismo nei borghi

Il turismo estivo 2025 in Italia raggiunge 268 milioni di presenze con una spesa di quasi 72 miliardi di euro, grazie a un aumento delle visite nei borghi e a viaggi più lunghi verso destinazioni nazionali e internazionali.
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L’estate 2025 vedrà 268 milioni di presenze turistiche in Italia, con un aumento della spesa e una crescente preferenza per borghi autentici, esperienze su misura e turismo sostenibile, riflettendo un cambiamento nelle scelte di viaggio. - Gaeta.it

L’estate italiana si prepara a un nuovo slancio, con 268 milioni di presenze turistiche previste per il 2025 e una spesa complessiva che sfiora i 72 miliardi di euro. Il Centro Studi Conflavoro ha evidenziato come il turismo stia cambiando: non si cerca più solo il mare o le città d’arte, ma si punta su autenticità, esperienze su misura e luoghi meno battuti. I borghi italiani assumono un ruolo centrale in questo quadro, attirando sempre più visitatori interessati a verità culturali e rispetto dell’ambiente.

I numeri del turismo estivo 2025 secondo conflavoro

Il Centro Studi Conflavoro, diretto da Sandro Susini, ha fotografato un turismo italiano che raggiunge livelli vicini a quelli pre-pandemia. Le 268 milioni di presenze sono frutto di 30 milioni di turisti italiani , mentre oltre 35 milioni arriveranno dall’estero. Gli stranieri spendono di più, rappresentando quasi il 60% del totale di 71,8 miliardi di euro. Questo si spiega anche con una permanenza media più lunga: 8,5 notti per i visitatori esteri contro 7,3 per gli italiani.

Il dato sulla spesa riflette una maggiore attenzione alle vacanze di qualità. Le richieste per camere di categoria superiore aumentano del 18,3%. Le esperienze culinarie di alto livello crescono del 22,7%, mentre i servizi personalizzati come guide e tour privati fanno un salto del 27,5%. Allo stesso tempo, si deve considerare l’inflazione sui prezzi dei servizi: l’alloggio registra un incremento del 5,8%, la ristorazione del 4,3% e i trasporti del 6,2%.

In termini di località scelte, il 72,3% degli italiani rimarrà in patria, preferendo alcune regioni ben consolidate. La Puglia guida con il 15,8% delle presenze, seguita dalla Sicilia , Toscana , Sardegna e Campania . Liguria, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige raccolgono intorno all’8% ciascuna.

Mete straniere e viaggi di lungo raggio

Le destinazioni estere mantengono salde le preferenze tradizionali: Spagna , Grecia , Croazia , Francia e Portogallo . Ma si osserva una crescita marcata dei viaggi verso paesi lontani. Il Giappone registra un aumento del 18,7%, seguito dagli Stati Uniti con il 15,3% e la Thailandia con il 14,2%. Questi dati indicano un interesse crescente per mete meno canoniche, probabilmente favorito dalla ripresa dei voli intercontinentali e dal desiderio di esperienze differenti.

La tendenza al viaggio di lunga durata si combina con una maggiore disponibilità economica di una parte dei turisti, in particolare gli stranieri, che mirano a soggiorni più lunghi e più ricchi di attività.

Preferenze demografiche per età e destinazioni

Le scelte turistiche variano in base all’età. I giovani tra 18 e 30 anni preferiscono destinazioni come la Riviera Romagnola, le isole maggiori e le città d’arte, attratti da un mix di movida e cultura. Per la fascia 31-45 anni , la Riviera Adriatica, la Toscana e la Puglia sono mete privilegiate, ideali per famiglie o gruppi che cercano bellezza naturale e servizi.

Gli adulti tra 46 e 60 anni scelgono Toscana, Umbria, Sicilia e Costiera Amalfitana, territori noti per il patrimonio culturale e paesaggistico. Infine, gli over 60 si orientano verso località termali, laghi del nord e zone balneari più tranquille, vicino a contesti rilassanti e meno affollati.

Questo quadro conferma come l’offerta turistica debba adeguarsi a aspettative molto diverse, per fasce di età e tipologie di vacanza.

Il boom dei borghi: turismo sostenibile e voglia di autenticità

Il Centro Studi Conflavoro ha rilevato un aumento del 22,5% delle presenze turistiche nei borghi e aree rurali rispetto al 2024. Questo trend nasce da diversi motivi: innanzitutto la ricerca di un ambiente meno caldo e affollato, scelta da quasi il 40% dei turisti. Poi c’è la voglia di riscoprire il patrimonio culturale, spinta dal 32,7% degli intervistati. Il terzo fattore, importante, riguarda la sensibilità verso un turismo che rispetta il territorio, indicata dal 28,8%.

Alcuni borghi meno conosciuti emergono con tassi di crescita significativi: Pitigliano, Sovana, Sorano in Toscana crescono del 28,3%; Bevagna e Montefalco in Umbria del 24,7%; Offida e Moresco nelle Marche del 31,2%. Anche Pacentro e Scanno in Abruzzo registrano buone performance. In Basilicata spiccano Venosa e Guardia Perticara , mentre in Sicilia Erice e Castelmola salgono del 25,7%.

In parallelo si rafforzano i cosiddetti “distretti di borghi” come Val d’Orcia, Monti Sibillini e Cinque Terre, che superano incrementi del 30%. Queste aree si confermano mete privilegiate per chi cerca un turismo “diffuso”, coinvolto nel tessuto locale.

Questi dati indicano un cambiamento nel modo di viaggiare in Italia. Il turismo si fa sempre meno legato a grandi centri e spiagge affollate. La scelta di borghi e luoghi meno noti riflette un bisogno di esperienze autentiche, con un’attenzione maggiore all’ambiente e alle comunità.

Il turismo estivo 2025, quindi, si presenta come un fenomeno più complesso rispetto al passato. Le cifre segnalate dal Centro Studi Conflavoro mostrano un aumento delle presenze, una spesa più alta e una diversificazione delle mete. Borghi, tradizioni locali e viaggi lunghi verso destinazioni lontane compongono un quadro articolato, che racconta una maturità nuova del viaggiatore italiano e straniero.

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