Roberto Ferrero si è spento ieri lasciando un’eredità lunga più di quarant’anni al servizio della croce rossa di Gassino torinese e Sciolze. La sua scomparsa ha colpito profondamente la comunità locale, i colleghi e i volontari che lo hanno visto agire come punto di riferimento nei momenti più critici. Dal 1984 Ferrero ha attraversato decenni di cambiamenti nel volontariato medico e sociale, restando sempre presente nelle emergenze e nelle attività di assistenza.
Un impegno iniziato negli anni ottanta e portato avanti con costanza
Roberto Ferrero ha iniziato il suo percorso nella croce rossa poco più che ventenne, in un’epoca dove il volontariato significava turni notturni senza regole precise, ambulanze dalle attrezzature ridotte e un’azione spesso fatta di pura determinazione. Gli anni ottanta hanno segnato un volontariato molto diverso da oggi: le barelle si caricavano a mano, le emergenze venivano affrontate con poche risorse e molta energia personale.
Ferrero ha vissuto la trasformazione lenta ma continua della croce rossa, seguendo i cambiamenti dei mezzi, delle procedure e delle richieste della comunità. Questa esperienza consolidata lo ha reso una figura affidabile, capace di intervenire con rapidità, ma anche con pazienza e discrezione. Ha resistito a quelle condizioni iniziali difficili e ha mantenuto negli anni un legame saldo con le esigenze di chi aveva bisogno, adattandosi a nuove sfide, senza mai tirarsi indietro.
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Un punto di riferimento per volontari e cittadini nei momenti più difficili
Gli attestati di vicinanza e il cordoglio diffuso raccontano di un uomo che andava oltre il semplice ruolo di autista o soccorritore. Roberto Ferrero era capace di ascoltare, rassicurare e agire con concretezza tra ambulanze e servizi sociali. Per chi lo ha conosciuto, la sua presenza era discreta ma costante, un volto amico nei momenti di paura e dolore.
Durante le emergenze più grandi, come la pandemia di Covid-19, ma anche in occasione di eventi climatici o sociali, Ferrero non si è mai fatto trovare assente. Il suo contributo è stato importante anche nei servizi rivolti alle persone più fragili, dalle raccolte solidali ai trasporti sanitari quotidiani. La sua dedizione si riconosce nel profondo legame instaurato con l’intera comunità, rappresentata oggi da chi piange la sua perdita ma anche da chi continua a vivere grazie a quell’aiuto.
Memoria storica e guida per le nuove generazioni di volontari
Oltre all’azione sul campo, Roberto Ferrero ha custodito la memoria di mezzo secolo di attività della croce rossa a Gassino torinese e Sciolze. Raccontava con toni lievi e ironici i passaggi più importanti vissuti dall’associazione, riconoscendo sempre i nomi degli operatori passati e presenti. Questa conoscenza ha permesso di trasmettere un patrimonio di conoscenze e valori ai volontari più giovani.
Molti emergenti trovavano in lui un maestro paziente, pronto a spiegare non solo le tecniche di primo soccorso ma anche il senso più ampio del volontariato: un servizio fatto di responsabilità, umanità e rispetto. Ferrero incarnava una continuità rara, capace di legare epoche diverse attraverso la sua esperienza vissuta e la calma presenza. Il suo sorriso, spesso descritto come calmo e rassicurante, ha rappresentato un punto di riferimento anche morale per chi operava accanto a lui.
L’eredità e il ricordo nella comunità di gassino torinese e sciolze
La scomparsa di Roberto Ferrero ridisegna l’orizzonte del volontariato locale. Nel comitato della croce rossa sarà difficile colmare il vuoto di una figura che ha lavorato senza pause, dentro e fuori l’ambulanza. La comunità che ha attraversato tante crisi e periodi difficili perde una persona che ha vissuto il servizio come una ragione di vita, sempre pronta a stare accanto agli altri.
Le bandiere presso il comitato saranno listate a lutto come segno di rispetto. Molti racconti, fotografie e momenti condivisi sono già al centro delle commemorazioni tra volontari. I funerali verranno comunicati prossimamente, lasciare un saluto a un uomo così impegnato non sarà semplice. La memoria del suo lavoro però rimarrà impressa, non solo nei colleghi storici ma in tutti coloro che hanno potuto contare su di lui nel dolore e nell’urgenza.