L’enogastronomia italiana conferma il suo ruolo fondamentale nell’attrarre turisti stranieri in Italia. Nel 2025, la spesa legata al cibo e ai prodotti tipici ha sfiorato i 400 milioni di euro, con un deciso incremento nelle presenze e nei soggiorni dedicati a esperienze gastronomiche. Il fenomeno non interessa solo le destinazioni più note ma anche località meno frequentate, dove si custodiscono tradizioni autentiche. Indaghiamo i numeri e le dinamiche che stanno cambiando il turismo in Italia, con un focus particolare sul peso economico e culturale del settore agroalimentare.
Valore economico e crescita dei soggiorni legati all’enogastronomia
Secondo i dati raccolti da Enit, nel 2025 il turismo enogastronomico ha registrato una spesa internazionale di circa 395,5 milioni di euro, pari a un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Le presenze legate specificamente agli itinerari del gusto sono salite a 2,4 milioni, con una crescita del 176% nei soggiorni dedicati. Questi numeri indicano non solo un interesse crescente verso la cucina italiana, ma anche una spesa media più alta. Il fenomeno riguarda in misura crescente viaggiatori provenienti dai principali mercati europei ma anche dagli Stati Uniti, contribuendo a rimettere in moto economie locali spesso al di fuori degli itinerari turistici classici.
Un elemento strategico per la distribuzione dei flussi turistici
L’enogastronomia si sta rivelando un elemento strategico per distribuire meglio i flussi turistici, valorizzando zone meno conosciute. Le eccellenze agroalimentari italiane fungono da volano per una crescita sostenuta e rappresentano un veicolo di identità culturale, collegando turismo, produzione locale e promozione del made in Italy. Questo segmento non è più una nicchia ma parte integrante dell’offerta turistica nazionale. Si propone quindi come una risorsa utile anche per la salvaguardia di tradizioni e territori in difficoltà economica.
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Mercati di provenienza e relazione con l’export agroalimentare
Gli stranieri che scelgono l’Italia per vivere esperienze gastronomiche arrivano principalmente da Regno Unito, Germania, Spagna e Stati Uniti. Questo non è un caso, visto che proprio in questi Paesi vi è una forte domanda di prodotti italiani di qualità e una crescente diffusione del made in Italy alimentare. Il legame tra export agroalimentare e turismo enogastronomico si rafforza così con un ciclo positivo: più i nostri prodotti si affermano all’estero, più aumentano le visite per conoscerli direttamente in loco.
Effetto positivo sulla filiera produttiva italiana
Gli operatori del settore sottolineano che la crescita dei flussi turistici ha effetti benefici sulla filiera produttiva italiana. La spesa turistica alimentare aiuta a sostenere le aziende locali soprattutto nelle aree rurali e meno conosciute, incentivando investimenti e innovazione. Inoltre, chi prova queste esperienze torna spesso con un maggiore apprezzamento della cultura italiana e si trasforma in promotore dei prodotti nel proprio Paese di origine, amplificando la diffusione della gastronomia nostrana.
Testimonianze istituzionali e prospettive per il futuro
Il ministro del turismo Daniela Santanchè ha definito l’enogastronomia “un fattore identitario e attrattivo” dell’industria turistica italiana, capace di valorizzare mete minori ma ricche di tradizioni autentiche. L’amministratrice delegata di Enit Ivana Jelinic ha rilevato come il settore attiri un numero crescente di viaggiatori stranieri e generi un circuito virtuoso tra turismo, produzione e investimenti nelle comunità locali.
La forte crescita registrata negli ultimi anni conferma che il turismo legato al cibo non è un fenomeno passeggero ma una componente strutturale della domanda turistica. Le istituzioni e gli operatori sono chiamati a sviluppare sempre più prodotti turistici integrati con la cultura alimentare e a promuovere forme di turismo sostenibile per proteggere le risorse e le tradizioni delle regioni coinvolte.
Punti chiave:
– L’enogastronomia italiana attrae turisti e muove milioni di euro
– Il turismo del gusto coinvolge destinazioni meno note e crea valore sul territorio
– Mercati chiave sono Regno Unito, Germania, Spagna e Stati Uniti
– Il legame tra export agroalimentare e turismo si rafforza
– Istituzioni evidenziano il ruolo strategico per il rilancio economico e culturale
I dati raccontano una nuova vitalità per territori spesso esclusi dai grandi flussi, riportando a nuova luce il patrimonio enogastronomico italiano come motore economico e culturale diffuso, nonché come punto di richiamo per un turismo sempre più attento alla qualità e all’autenticità.