Lea Massari, una delle interpreti più intense del cinema italiano e della televisione degli anni ’50 e ’60, ci ha lasciati a 91 anni nella sua casa di Roma. Famosa per i suoi ruoli in film diretti da Mario Monicelli, Sergio Leone, Michelangelo Antonioni e Dino Risi, Massari è stata anche l’elegante volto degli sceneggiati Rai in bianco e nero. Ritiratasi da più di trent’anni dalle scene, il suo nome rimane legato a opere che hanno segnato la storia del cinema e della televisione italiana e internazionale.
L’inizio della carriera e il nome d’arte
Anna Maria Massatani, nome di battesimo della futura attrice, nacque a Roma il 30 giugno 1933. Cresciuta tra i quartieri di Monteverde Vecchio, Prati e Parioli, visse a lungo anche all’estero seguendo il padre ingegnere, tra Spagna, Francia e Svizzera. Tornata nella capitale decise di iscriversi alla facoltà di Architettura, mentre per mantenersi faceva l’indossatrice e collaborava con lo scenografo Piero Gherardi, amico di famiglia, che la introdusse nel cinema. Nel 1954 ottenne per caso il suo primo ruolo in “Proibito”, diretto da Mario Monicelli, tratto dal romanzo “La madre” di Grazia Deledda. A 22 anni scelse il nome d’arte “Lea Massari” in ricordo del fidanzato Leo, morto tragicamente poco prima del matrimonio.
Il successo nel cinema italiano e le collaborazioni con grandi registi
Il successo arrivò con “I sogni nel cassetto” di Renato Castellani, dove interpretò il ruolo della giovane sposa. La consacrazione giunse nel 1960 con “L’avventura” di Michelangelo Antonioni. Qui Lea Massari vestì i panni di Anna, la donna scomparsa sull’isola, affiancando Monica Vitti. Nel 1961 recitò ne “Una vita difficile” di Dino Risi, interpretando una moglie innamorata e combattente, accanto a Alberto Sordi. Lo stesso anno prese parte a “Il colosso di Rodi” di Sergio Leone, e a diversi altri film, tra cui “I sogni muoiono all’alba”, ispirato a un testo di Indro Montanelli.
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Gli anni settanta e le opere all’estero
Negli anni ’70 Lea Massari lavorò molto in Francia. A questa fase risalgono ruoli intensi e problematici come quello ne “L’amante” con Romy Schneider e Michel Piccoli, e in “Soffio al cuore” , dove interpreta una madre protagonista di una storia controversa. Collaborò con altri registi francesi come René Clément, Michel Deville e Claude Pinoteau, affrontando ruoli spesso complessi. Sempre in Italia, continuò a lavorare con registi come Valerio Zurlini e i fratelli Taviani, con parti importanti in “La prima notte di quiete” , “Allonsanfàn” e “Cristo si è fermato a Eboli” . In quegli anni vinse premi quali David di Donatello per “Una vita difficile” e “I sogni muoiono all’alba”, e due Nastri d’argento come miglior attrice non protagonista.
Notevole presenza nel teatro e in televisione
Parallelamente al cinema, Lea Massari si dedicò al teatro con ruoli di rilievo. Debuttò nel 1960 con “Due sull’altalena” di William Gibson e interpretò drammi come “Il cerchio di gesso del Caucaso” di Bertolt Brecht e “Sarah Barnum”. Partecipò anche a “Rugantino” , ruolo che le garantì il successo nella commedia musicale accanto a grandi nomi del teatro italiano. La televisione la vide protagonista degli sceneggiati Rai tratti da grandi opere letterarie, come “I promessi sposi” , “I fratelli Karamazov” e “Anna Karenina” . Quest’ultima interpretazione le valse l’invito a far parte della giuria del festival di Cannes nel 1975. L’ultimo ruolo televisivo risale al 1988 in “Una donna spezzata”, tratto da Simone de Beauvoir.
Il ritiro dalle scene e l’impegno civile
Negli anni ’80 Lea Massari ridusse gradualmente le sue apparizioni pubbliche e scelse di ritirarsi in Sardegna con il marito Carlo Bianchini, da cui si separò nel 2004. Dai tempi della giovinezza aveva avuto un rapporto difficile con la caccia: raccontò di aver smesso dopo aver accidentalmente ucciso un cucciolo di lepre durante una battuta di caccia in Jugoslavia. Da allora si dedicò ad attività animaliste, sostenendo campagne contro la vivisezione e la caccia, e curando canili. Portò avanti un’alimentazione vegetariana, consapevole delle sofferenze degli animali sin da bambina.
Gli ultimi anni tra memorie e passioni personali
Nel 1994, a causa di difficoltà economiche, mise all’asta i circa novecento gioielli accumulati in tanti anni di carriera, spiegando che quella scelta le permetteva di mantenere il suo stile di vita e coltivare le passioni principali: la musica e i suoi cani. In Sardegna amava farsi fotografare con i tre cani che le facevano compagnia. Rivide anche alcuni ruoli mancati, come quello di Anouk Aimée in “8 ½” di Fellini, per cui aveva tentato il provino. Ricordava ancora con precisione quel momento e come venne truccata in modo particolare per il provino, senza però riuscire ad ottenere la parte.
La carriera di Lea Massari si chiude oggi con il ricordo di un’attrice che ha saputo dar vita a personaggi complessi e sfaccettati, mantenendo sempre un profilo riservato e lontano dal clamore. La sua presenza nel cinema e nella televisione resta viva nelle pellicole e nelle trasmissioni che hanno fatto la storia della cultura italiana.