Le Marche emergono come un esempio sul fronte dell’efficienza energetica nel settore industriale, con un’incidenza dei consumi elettrici che supera abbondantemente la media nazionale. I dati provengono dal monitoraggio condotto da CIRO, la piattaforma italiana per l’analisi delle performance climatiche regionali. Questa fotografia regionale include anche altri elementi significativi, come la gestione delle emissioni di gas serra, il ruolo dell’agricoltura e il consumo energetico del patrimonio edilizio.
Le marche e la leadership nei consumi elettrici dell’industria
Secondo il rapporto diffuso nel 2025 da CIRO , le Marche occupano il secondo posto tra le regioni italiane per la quota di consumi di energia elettrica legata all’industria, attestandosi al 64%. Questo valore si confronta con una media nazionale del 45%, sottolineando la forte dipendenza e contemporaneamente il potenziale di efficientamento energetico di questa regione nel comparto industriale. Il dato evidenzia il peso che l’attività manifatturiera e produttiva ha nel tessuto economico marchigiano.
L’alta quota di consumi elettrici nel settore industriale suggerisce una capacità di sviluppo e presenza significativa di imprese manifatturiere, ma apre anche la sfida di migliorare ulteriormente le performance energetiche in modo sostenibile. La raccolta e l’analisi di questi dati permette di individuare aree specifiche dove intervenire per ridurre l’impatto ambientale dell’industria, senza penalizzare il tessuto produttivo.
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Un contesto economico fortemente industrializzato
La forte dipendenza dai consumi elettrici industriali traduce una presenza consolidata nelle Marche di settori produttivi chiave, che richiedono un impegno, però, verso pratiche più sostenibili.
Le basse emissioni di gas serra confermano un quadro virtuoso
Un elemento importante emerso dall’indagine è la collocazione delle Marche tra le regioni con le emissioni pro-capite più contenute di gas serra. Le emissioni si attestano a 5,5 tonnellate di CO2 equivalente per abitante, contro una media italiana pari a 7 tonnellate per abitante. Questo valore riflette politiche e pratiche in grado di bilanciare sviluppo e tutela ambientale.
Le basse emissioni pro-capite indicano, oltre a un’efficienza energetica inevitabile, una gestione attenta della dimensione territoriale e sociale nella transizione energetica. La regione riesce dunque a contenere l’inquinamento atmosferico, mantenendo un profilo più sostenibile rispetto a molte altre realtà italiane.
Attenzione alla gestione ambientale
“Le basse emissioni pro-capite sono il risultato di politiche lungimiranti e di una forte coscienza ambientale regionale”, commenta un esperto di sostenibilità.
Il contributo dell’agricoltura e del patrimonio edilizio alle performance ambientali
Il monitoraggio di CIRO rimarca come anche l’agricoltura marchigiana si posizioni tra le eccellenze nazionali per sostenibilità. La presenza di agricoltura biologica si attesta al 28% della superficie agricola coltivata, sensibilmente superiore alla media nazionale del 20%. A questo si aggiungono emissioni pro-capite ridotte nel settore agricolo e una minore utilizzazione di fertilizzanti chimici rispetto al resto d’Italia.
Nel campo edilizio, le Marche registrano consumi energetici degli edifici residenziali e non pari a 206 kWh/mq, un valore inferiore alla media nazionale di 222 kWh/mq. Inoltre la quota di edifici in classe energetica A è del 13%, superando l’11% medio in Italia. Questi fattori indicano un patrimonio costruito più efficiente, probabilmente grazie a ristrutturazioni e costruzioni compatibili con gli standard più recenti di risparmio energetico.
Il valore della sostenibilità agricola ed edilizia
L’attenzione posta in questi ambiti mostra come molteplici settori contribuiscano alle performance ambientali positive della regione.
Le criticità del trasporto pubblico e delle rinnovabili nelle marche
La piattaforma CIRO mette in luce alcune debolezze della regione. In particolare il trasporto pubblico locale ha un numero di passeggeri inferiore rispetto alla media nazionale, segnalando un problema nella mobilità sostenibile. Le emissioni pro-capite legate ai trasporti restano significative, mostrando che il settore richiede interventi più mirati.
Anche il ricorso alle fonti rinnovabili presenta valori inferiori alla media italiana. Nel 2023, la capacità installata da impianti che utilizzano energie rinnovabili è stata pari a 132 megawatt, una cifra che denota un potenziale non completamente sfruttato. La quota di consumi coperta da energia rinnovabile non raggiunge ancora standard soddisfacenti, indicando margini per accelerare la diffusione di soluzioni pulite ed ecologiche.
Il ruolo di ciro e il contesto nazionale nella transizione ecologica
Il database CIRO, sviluppato da Italy for Climate in collaborazione con Ispra, rappresenta il primo strumento nazionale che monitora e confronta le performance ambientali delle regioni italiane attraverso 26 indicatori su otto diverse aree tematiche. Questo consente di capire punti di forza e debolezza localizzati e di calibrare politiche più precise.
Secondo Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate, “la capacità delle regioni di osservare e migliorare i propri dati climatici è un elemento chiave per spingere la transizione ecologica nel nostro paese.” Le Marche rientrano in questo scenario con una posizione di rilievo per alcuni indicatori, ma con aspetti da sviluppare soprattutto nel settore mobilità e energie rinnovabili. Il confronto tra regioni aiuta a creare una strategia più efficace per ridurre le emissioni, a beneficio dell’intero territorio nazionale.