Le macchine da presa degli oppressi documentano conflitti e violenze tra palestina, ucraina e los angeles

Le macchine da presa degli oppressi documentano conflitti e violenze tra palestina, ucraina e los angeles

Céline Sciamma evidenzia il ruolo cruciale del cinema e della documentazione visiva nel raccontare conflitti come quelli in Palestina, Ucraina e Calais, sottolineando i limiti del cinema di fiction tradizionale.
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Céline Sciamma evidenzia come il cinema e la documentazione visiva diretta siano strumenti cruciali per raccontare verità nascoste nei conflitti attuali, sottolineando i limiti del cinema di fiction e l’importanza delle testimonianze reali come forma di resistenza. - Gaeta.it

Il ruolo del cinema e della documentazione visiva assume un peso cruciale tra i conflitti attuali e le tensioni sociali. Céline Sciamma, regista francese, ha affrontato questi temi nel suo discorso durante il ritiro del premio Sergio Amidei all’Opera d’Autore, sottolineando quanto la testimonianza diretta sia fondamentale per raccontare verità spesso ignorate dai grandi media e dall’industria cinematografica tradizionale. Sciamma ha evidenziato che le macchine da presa più importanti oggi si trovano in mani di chi resiste e denunciano violenze in varie parti del mondo.

Testimonianze dalle macchine da presa in contesti di conflitto

Sciamma ha portato all’attenzione come le videocamere più significative oggi siano nelle mani di testimoni che documentano le violenze e le repressioni in contesti difficili come la Palestina, l’Ucraina e Calais. In Palestina si filma il genocidio del popolo palestinese e in Ucraina vengono ripresi gli eventi legati a una guerra che prosegue dal 2022, con scene di distruzione e sofferenza quotidiana. A Calais, noto punto di confine tra Francia e Regno Unito, persone senza documenti e rifugiati mostrano tramite video come la polizia francese affondi i loro gommoni a colpi di coltello. A Los Angeles, nuovamente, i telefoni riprendono i raid dell’ICE che colpiscono comunità immigrate. Questi video sfidano il racconto ufficiale e spostano il focus su ciò che spesso viene nascosto o minimizzato. Sciamma ha voluto sottolineare che queste immagini raccontano una realtà che scappa ai grandi mezzi di comunicazione, diventando strumenti cruciali di resistenza.

Limiti del cinema di fiction nel raccontare i conflitti

Sciamma ha poi evidenziato le difficoltà del cinema di fiction nel trattare i conflitti sociali e politici con efficacia. Ha osservato come il cinema, nato e sviluppato all’interno di un sistema capitalistico e industriale, sia da sempre legato agli interessi economici e culturali dominanti. Questo legame rende molto complicato per il cinema immaginare mondi alternativi o aprire una via di protesta all’interno del sistema stesso. Nelle sue parole, il cinema tende a creare illusioni a cui il pubblico crede, ma queste illusorie rappresentazioni rischiano di limitare la capacità del cinema di intervenire realmente sui temi di fondo. La necessità di mantenere un modello economico stabile e di attirare il pubblico porta spesso a distrarre dal racconto di realtà più crude o scomode.

Il cinema come archivio storico e l’importanza delle autrici femministe

Nonostante i limiti sopra descritti, Sciamma ha sottolineato l’importanza del cinema nel conservare la memoria delle condizioni sociali e politiche del presente. Secondo lei, se il cinema dovesse scomparire un giorno, resterebbe come archivio storico che testimonia come si è arrivati agli eventi che hanno segnato le società contemporanee. Ha poi rivolto un pensiero speciale alle autrici di fantascienza femminista come Mary Shelley, Octavia Butler, Ursula Le Guin, Françoise d’Eaubonne e Anna Rinonapoli. Queste scrittrici hanno proposto visioni critiche e alternative della società, eppure le loro opere non sono mai state accolte pienamente dal grande schermo. Sciamma suggerisce che queste storie, fondamentalmente critiche verso l’esistente e portatrici di speranze diverse, non si sono mai adattate, forse per la stessa natura commerciale e tradizionale del cinema.

La complessità del cinema tra immaginazione e limiti economici

Le parole di Céline Sciamma confermano come il cinema rimanga un luogo complesso, stretto tra immaginazione e limiti economici, e come la vera forza delle immagini risieda spesso nella testimonianza diretta di chi vive le esperienze più dure e marginalizzate. Le macchine da presa che raccontano i conflitti attuali ci offrono, in un’epoca di grandi tensioni globali, uno sguardo essenziale e irrinunciabile sul presente.

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