La 49esima edizione della Vogalonga di Venezia ha visto la partecipazione di quasi 8mila persone da 33 paesi, a bordo di quasi 2mila imbarcazioni senza motore. Tra queste, la squadra di dragon boat dell’associazione Infinitæ Odv di Fermo ha preso parte con un equipaggio formato da sei donne, che hanno pagaiato per oltre cinque ore lungo il percorso di 33 chilometri tra la laguna veneziana e le sue isole più note. La Vogalonga si conferma così un evento internazionale dedicato alla tradizione della navigazione a remi e alla salvaguardia dell’ambiente.
La vogalonga di venezia: tradizione, sport e ambiente lungo 33 chilometri di laguna
La Vogalonga è una manifestazione nata a Venezia per contrastare il moto ondoso causato dai motoscafi e per valorizzare le tradizioni legate alla navigazione a remi nella laguna. Domenica scorsa si è svolta la 49esima edizione, durante la quale 1.956 imbarcazioni hanno percorso un tracciato di 33 chilometri partendo dal bacino di San Marco. Il tragitto tocca alcune delle isole più famose della laguna, come Burano e Murano. L’evento, pur essendo una gara non competitiva, stimola la partecipazione di migliaia di appassionati di diverse nazionalità. Il regolamento prevede che le imbarcazioni siano esclusivamente senza motore, mantenendo viva la pratica della voga tradizionale veneziana e accrescendo la consapevolezza ambientale.
Uno scenario unico tra storia e natura
Il percorso si sviluppa in un ambiente unico, tra canali, palazzi storici e scorci naturalistici, dando ai partecipanti modo di ammirare Venezia da un punto di vista insolito rispetto alle classiche rotte turistiche. La tappa a Burano, con la sosta di mezz’ora prevista, permette ai vogatori di riposare prima di affrontare l’ultima parte della regata che si conclude sempre nello scenario del bacino di San Marco. Negli anni l’evento ha ampliato la portata coinvolgendo persone da tutto il mondo, dimostrando il richiamo internazionale della cultura legata alla navigazione manuale.
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La squadra di dragon boat dell’associazione Infinitæ Odv di Fermo ha schierato sei donne per affrontare la Vogalonga su un “dragone” a 20 posti. Sul battello c’erano la coach Silvia Giannini, la capitana Barbara Ferroni, e quattro atlete: Eleonora Ciaralli, Stefania Biagiotti, Valeria Sansolini ed Emanuela Astolfi. Eleonora Ciaralli, anche vicepresidente di Infinitæ, rappresenta un legame importante con la missione dell’associazione che sostiene donne operate di tumore al seno. Insieme hanno seguito la lunga traversata dalle 9 del mattino fino alle 14, affrontando il percorso con concentrazione e ritmo costante.
Un team unito da valori forti
L’intero equipaggio era formato da più donne arrivate da diverse regioni italiane come Trentino Alto Adige, Toscana e Lazio. Hanno remato unite dall’obiettivo comune di completare la distanza prevista e di rappresentare un messaggio di resilienza e determinazione, in particolare considerati gli allenamenti intensi svolti alle porte del Mare Adriatico, tra Porto Sant’Elpidio e Fermo. Ogni atleta ha dato il massimo, ricoprendo ruoli chiave nel dragon boat: Silvia ed Eleonora hanno coordinato la squadra dalla prua, occupando i posti di capovoga, impostando il ritmo e tenendo alta la motivazione.
L’esperienza di una giornata unica tra fatica e ammirazione per la laguna veneziana
Le Infinitæ hanno raccontato la vogata come una sfida complessa, ma anche un’occasione per ammirare Venezia in un modo unico. La competizione ha richiesto uno sforzo fisico considerevole, con la fatica che cresceva man mano che il traguardo si avvicinava, ma le dragonesse non hanno mai rallentato. La pausa su Burano ha rappresentato un momento per recuperare le forze e condividere qualche parola con le altre compagne di equipaggio conosciute poco prima della partenza. La presenza del timoniere ha giocato un ruolo fondamentale per mantenere la rotta e sostenere l’equipaggio durante la traversata.
Un evento che unisce sport e valori sociali
L’evento ha confermato la capacità delle Infinitæ di Fermo di portare avanti valori di sostegno reciproco e resilienza, anche in un contesto sportivo impegnativo come questo. La vogata a remi ha unito abilità fisica, concentrazione e un contatto diretto con l’ambiente lagunare. Un’esperienza aperta a chi apprezza la navigazione manuale e che si è rinnovata ancora una volta con un’ampia partecipazione internazionale. I ringraziamenti sono rivolti agli organizzatori, che ogni anno mettono in campo un’organizzazione capillare, garantendo sicurezza e visibilità a migliaia di vogatori alla scoperta di Venezia e delle sue isole senza l’intervento dei motori.