Le aziende situate nella zona economica speciale unica del Mezzogiorno stanno affrontando un’incertezza pesante riguardo al credito d’imposta a loro destinato. A più di un mese e mezzo dalla scadenza per la presentazione delle domande, resta ancora sconosciuto l’ammontare del beneficio fiscale che verrà riconosciuto. Questa incertezza frena decisioni importanti sugli investimenti, mettendo a rischio non solo progetti di crescita ma anche posti di lavoro nel territorio.
La situazione attuale del credito d’imposta nel mezzogiorno
Il problema nasce dal ritardo con cui le imprese stanno ricevendo informazioni ufficiali sulle agevolazioni fiscali previste per la zona economica speciale unica del Mezzogiorno, una misura volta a sostenere lo sviluppo delle attività economiche nell’area. Nonostante la scadenza per presentare le domande sia passata da oltre un mese e mezzo, le imprese sono ancora in attesa di chiarimenti sul valore del credito d’imposta che potranno utilizzare.
Questo ritardo crea un blocco nei processi decisionali. Le aziende, infatti, non possono programmare acquisti o investimenti in macchinari, tecnologie o infrastrutture senza sapere con precisione a quale agevolazione fiscale avranno diritto. Il rischio è di vedere rallentata, se non fermata, una ripresa necessaria per il Mezzogiorno, con conseguenze dirette sull’occupazione e sull’attività economica locale.
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La questione, quindi, non riguarda solo aspetti burocratici ma incide concretamente sul tessuto produttivo di una regione che ha da tempo bisogno di stimoli per rilanciarsi sul mercato nazionale e internazionale.
L’intervento di giulio sottanelli e la pressione sul governo
A portare l’attenzione su questa difficoltà è stato giulio sottanelli, deputato abruzzese del partito azione. Con un’interrogazione ufficiale rivolta al ministro dell’economia e delle finanze, sottanelli ha chiesto una risposta rapida e concreta per sbloccare la situazione.
Secondo il deputato, il termine per completare gli investimenti finanziati dal credito d’imposta è il 15 novembre 2025, data entro cui le imprese devono concretizzare le proprie spese per non perdere i benefici fiscali. Senza un’indicazione chiara sull’ammontare del credito spettante, diventa complicato per le aziende procedere con l’acquisto dei beni necessari, anche considerando i tempi tecnici richiesti per la fornitura e l’installazione.
Questa azione parlamentare vuole mettere pressione sul governo affinché si attivi per chiarire rapidamente le modalità e i criteri con cui verranno concessi i crediti d’imposta. In molti ritengono che un intervento tempestivo potrebbe favorire un rilancio degli investimenti proprio in questa fase delicata per l’economia del Mezzogiorno.
Rischi per lo sviluppo economico e l’occupazione nel mezzogiorno
Il blocco nel riconoscimento del credito d’imposta rischia di avere ripercussioni pesanti sullo sviluppo economico di un’area già vulnerabile. Le imprese, prive di sicurezze sul beneficio fiscale, possono rallentare o sospendere i progetti di ampliamento o innovazione, compromettendo così la crescita di lungo periodo.
Questo non riguarda solo cifre o statistiche ma tocca direttamente l’occupazione: investimenti fermi significano meno assunzioni e talvolta anche rischi per posti di lavoro esistenti. Il Mezzogiorno soffre da anni per una crescita economica lenta e per un tasso di disoccupazione tra i più alti del Paese. Le agevolazioni fiscali come il credito d’imposta sono strumenti pensati proprio per contrastare queste difficoltà e stimolare investimenti strategici.
Il ritardo nella definizione di questi incentivi, perciò, si configura come un ostacolo che rischia di frenare un processo importante. Le aziende attendono segnali certi per muoversi con decisione, ma senza indicazioni precise restano ferme, in attesa di certezze che ancora non arrivano.