Le aziende del friuli venezia giulia più resistenti all’impatto dei dazi americani secondo uno studio banca d’italia

Le aziende del friuli venezia giulia più resistenti all’impatto dei dazi americani secondo uno studio banca d’italia

Le imprese del Friuli Venezia Giulia mostrano una forte capacità di adattamento alle restrizioni commerciali degli Stati Uniti grazie alla concentrazione delle esportazioni e alla diversificazione delle grandi aziende.
Le Aziende Del Friuli Venezia Le Aziende Del Friuli Venezia
Le imprese del Friuli Venezia Giulia mostrano una forte capacità di adattamento alle restrizioni commerciali USA grazie a un export concentrato e diversificato, con grandi aziende particolarmente resilienti di fronte ai dazi. - Gaeta.it

Le imprese del Friuli Venezia Giulia mostrano una maggiore capacità di adattamento nel caso di restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti. Secondo una ricerca realizzata dalla sezione friulana della Banca d’Italia, coordinata da Paolo Chiades, l’analisi si basa su un’ampia mole di dati del 2022 che conservano caratteristiche strutturali, cioè che non sono cambiate significativamente negli ultimi anni. Lo studio osserva come l’economia regionale, particolarmente legata all’export estero, si posizioni meglio rispetto ad altre realtà italiane nel fronteggiare eventuali dazi dell’amministrazione Trump sull’import dal mercato statunitense.

Il ruolo centrale delle esportazioni nel friuli venezia giulia

Il Friuli Venezia Giulia è considerato una delle regioni italiane più aperte al commercio internazionale. Le aziende che operano nel territorio hanno costruito rapporti commerciali solidi fuori dai confini nazionali, con una forte concentrazione delle esportazioni. Nella regione, circa 5.300 imprese sono attive nell’export, vale a dire il 4,6% del totale delle imprese esportatrici italiane. Un numero limitato di queste aziende, il 5% circa, genera più dell’85% del valore delle esportazioni regionali. Questo dato mostra una maggiore concentrazione rispetto alla media italiana, dove il 5% delle imprese esportatrici produce l’80% delle esportazioni totali.

Questa densità nelle esportazioni fa sì che alcune imprese, specie quelle più grandi, diventino punti di riferimento fondamentali per l’export regionale. La capacità di queste imprese di mantenere rapporti commerciali estesi con l’estero rafforza la posizione del Friuli Venezia Giulia su mercati chiave come quello degli Stati Uniti. Risulta poi fondamentale la differenziazione tra grandi e piccole aziende esportatrici della regione.

Differenze tra piccole e grandi aziende esportatrici nel friuli venezia giulia

Le imprese del Friuli Venezia Giulia si differenziano notevolmente per capacità di esportazione, in base alle dimensioni e alla varietà di prodotti e paesi di destinazione. Le piccole realtà esportano tipicamente in non più di cinque paesi e offrono massimo cinque prodotti diversi. Questo approccio più ridotto può limitare le opzioni in caso di barriere commerciali: una variazione nelle relazioni con un mercato estero rischia di ripercuotersi in maniera significativa sul fatturato.

Al contrario, le grandi aziende regionali diversificano molto di più i propri mercati di sbocco e la gamma di prodotti venduti all’estero. Esse esportano in oltre 20 paesi e mettono sul mercato più di 20 tipologie differenti di beni. Questa diversificazione consente loro una capacità superiore di adattarsi ai cambiamenti. Se un mercato, come quello statunitense, subisce un aumento dei dazi o altre limitazioni, queste imprese possono ridistribuire la produzione e le vendite su altre aree geografiche, compensando così le perdite.

La struttura commerciale e produttiva si dimostra dunque un fattore chiave per resistere agli shock derivanti da modifiche nei rapporti commerciali internazionali. Le aziende più grandi godono di una rete più larga di contatti, conoscono meglio le regole di diversi mercati e hanno risorse per organizzare nuove strategie commerciali in tempi brevi.

Esclusione del settore cantieristico e implicazioni per il friuli venezia giulia

Lo studio della Banca d’Italia, coordinato da Paolo Chiades, ha escluso dalla sua analisi il settore della cantieristica navale, un comparto molto rilevante in Friuli Venezia Giulia ma che presenta caratteristiche peculiari. Le dinamiche di questo settore sono diverse e richiedono una valutazione separata a causa della natura dei contratti, della produzione su misura e dei cicli industriali molto lunghi.

Non considerare la cantieristica evita di mescolare dati con comportamenti economici profondamente differenti. Il settore ha rapporti commerciali che non si fondano su esportazioni standard di beni, ma su commesse specifiche, spesso con tempistiche e condizioni particolari. I rischi derivanti dall’introduzione di dazi su prodotti di cantieristica andrebbero studiati nel dettaglio.

Resta evidente come l’analisi si focalizzi soprattutto sulle aziende manifatturiere regionali e su una visione più ampia dell’export commerciale. Il fatto che il Friuli Venezia Giulia abbia un tessuto imprenditoriale ricco di aziende concentrate in pochi ma solidi mercati aiuta a spiegare perché abbia una posizione migliore rispetto a regioni in cui la dispersione è più ampia e meno organizzata.

Le cifre delineano un quadro significativo: la resilienza delle imprese friulane si basa su dati reali e elementi tangibili. Questo posizionamento può rivelarsi utile per valutare le strategie future delle aziende locali, in un contesto internazionale fortemente incerto, in cui le variabili geopolitiche e doganali potrebbero dettare nuovi equilibri.

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