Il Comune di Latina ha dato il via libera a un progetto che trasformerà l’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino in un grande impianto di accumulo energetico. Si tratta della batteria di energia più estesa d’Europa, con una potenza di 266 MW. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti tra politici e cittadini, aprendo un dibattito sulla trasparenza delle scelte e sulla sicurezza ambientale.
Il via libera al progetto BESS nell’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino
Tra Ferragosto e i giorni successivi, la conferenza di servizi ha autorizzato il Battery Energy Storage System , segnando un passaggio importante per l’area dismessa della centrale nucleare di Borgo Sabotino. A Latina, dove è in corso il decommissioning della struttura, si prevede di realizzare un impianto di accumulo per immagazzinare energia in modo efficiente e sicuro, in linea con gli obiettivi della transizione energetica.
Il Comune ha approvato il progetto dopo diverse fasi di valutazione. L’impianto, con i suoi 266 MW di potenza elettrica, sarà tra i più grandi in Europa. L’intento è valorizzare un sito inutilizzato da anni, creando nuove opportunità economiche e occupazionali. Il progetto punta ad attrarre investimenti e a rafforzare il ruolo strategico di Latina nelle reti energetiche nazionali.
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Tensioni e accordi nella maggioranza che sostiene la sindaca Celentano
La decisione sul BESS ha generato tensioni all’interno della coalizione che governa Latina. Nei giorni precedenti all’accordo, il coordinatore provinciale di Forza Italia, Giuseppe Di Rubbo, aveva espresso preoccupazione per il fatto che le scelte fossero state rese note attraverso i media senza un confronto interno. Ha sottolineato l’importanza di coinvolgere tutte le forze della maggioranza per offrire un contributo sui temi rilevanti per i cittadini.
In risposta, Dino Iavarone, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, ha annunciato una posizione comune tra i partiti di maggioranza. L’iniziativa punta al recupero di un’area dismessa, riconoscendo l’importanza di mantenere elevati standard di sicurezza e tutela ambientale. La maggioranza si è impegnata a seguire con attenzione le fasi di realizzazione e gestione dell’impianto, garantendo trasparenza e controllo rigoroso. La compattezza della coalizione resta fondamentale per portare avanti questo progetto di grande impatto territoriale.
Dubbi e critiche dal Movimento 5 Stelle e dai comitati locali
L’autorizzazione ha suscitato anche iniziative di verifica da parte del Movimento 5 Stelle. L’onorevole Ilaria Fontana, già sottosegretaria all’Ambiente, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sull’esclusione del progetto dalla Valutazione di Impatto Ambientale . Fontana solleva dubbi sulla sicurezza e sulla gestione dell’emergenza, in particolare in relazione alla normativa europea di prevenzione incidenti gravi e alle operazioni di smantellamento in corso nella zona.
A livello locale, la capogruppo M5S in consiglio comunale ha chiesto che la sindaca Celentano riferisse pubblicamente sul progetto, definendolo un’operazione gestita senza informare né il Consiglio né la cittadinanza. Ha denunciato la mancanza di trasparenza e una decisione presa a Roma senza confronto con i rappresentanti del territorio.
Posizioni degli ambientalisti e richieste di maggiori dettagli tecnici
Anche i Verdi e il gruppo Alleanza Sinistra Latina, insieme al Comitato Latina Possibile e al presidente del Comitato Etico-Scientifico di Europa Verde, Sergio Ulgiati, hanno espresso preoccupazioni. Pur riconoscendo il ruolo centrale dei sistemi di accumulo per garantire la stabilità delle reti alimentate da fonti rinnovabili, hanno evidenziato la scarsa trasparenza nelle fasi decisionali e nella comunicazione verso i cittadini.
Il gruppo ha chiesto che vengano rese note informazioni sul tipo di batterie e sui materiali impiegati, dati fondamentali per valutare gli impatti ambientali a lungo termine. Si attendono chiarimenti sul ciclo di vita complessivo dell’impianto, sul bilancio energetico reale e sulle strategie per il riciclo o lo smaltimento delle batterie a fine utilizzo. Senza trasparenza, sostengono, l’opera non può essere oggetto di un confronto pubblico adeguato. Si richiede inoltre un piano per la sicurezza dell’impianto e un’analisi degli effetti sulla viabilità e sulla gestione ordinaria dell’area.
Il progetto di Latina, per dimensioni e caratteristiche, si configura come un punto di riferimento nazionale nel campo degli accumuli di energia. Le sue implicazioni coinvolgono aspetti ambientali, economici e sociali che restano sotto osservazione da parte di enti e associazioni, con attenzione al rispetto delle norme e all’interesse delle generazioni future.