L’Italia ha scelto un simbolo dell’artigianato aquilano per rappresentare la propria cultura all’Expo 2025 di Osaka. Un piatto in ceramica fatto a mano seguendo la tradizione delle Ceramiche di San Bernardino è diventato il regalo ufficiale consegnato al Giappone durante il National Day italiano. Il manufatto unisce storia, arte e memoria attraverso un’immagine carica di significato per la città dell’Aquila, che sarà Capitale italiana della Cultura nel 2026.
Il dono istituzionale: il piatto di ceramica come simbolo di rinascita e forza
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha consegnato personalmente al viceministro giapponese Ken Akamatsu il piatto decorato con un’aquila con le ali spiegate. L’aquila è un emblema scelto per rappresentare forza, memoria e rinascita, elementi strettamente legati al capoluogo abruzzese. Questo gesto ufficiale sottolinea la volontà italiana di trasmettere non solo la qualità artistica, ma anche valori profondi attraverso un oggetto che porta la firma di una tradizione locale secolare.
Il piatto non è solo un manufatto artigianale, ma diventa un ponte culturale tra Italia e Giappone, sprigionando la storia di una città che si è rialzata dopo eventi traumatici e che oggi si propone sul palcoscenico internazionale con un’identità ricca e riconosciuta. La sobrietà dell’arte artigiana si accompagna a un messaggio preciso, legato a radici e futuro della comunità aquilana.
Il valore culturale e storico delle ceramiche di san bernardino
Le Ceramiche di San Bernardino rappresentano un patrimonio artigianale che affonda le proprie radici nella tradizione dell’Aquila. Questi manufatti sono frutto di tecniche tramandate nel tempo che coniugano lavorazioni manuali e decorazioni tipiche della zona. Il pezzo scelto per l’Expo dimostra come la ceramica possa raccontare più di un semplice decoro: è testimonianza di una cultura viva, capace di resistere e innovarsi senza perdere la propria identità.
L’arte ceramica aquilana si distingue per i suoi motivi e per l’utilizzo di forme e colori che richiamano simboli locali. Nella scelta di presentare un prodotto così radicato nel territorio, l’Italia ha affidato a un piccolo oggetto la missione di comunicare la sua storia antica, ponendo una città e la sua cultura al centro di uno scambio internazionale.
Un messaggio di amicizia e dialogo fra Italia e Giappone
Le parole del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, portano alla luce l’importanza di questo gesto che va oltre la semplice consegna di un dono. Il legame instaurato con il Giappone prende corpo anche grazie a questo scambio, che rafforza relazioni già in atto e apre nuovi canali di collaborazione. L’atto rende evidente come la cultura sia strumento di dialogo e mezzo per costruire rapporti duraturi tra Paesi.
Biondi ha sottolineato come l’identità culturale italiana giochi un ruolo chiave in questo processo. Offrire un pezzo di storia aquilana durante un evento mondiale esalta l’idea che l’arte e l’artigianato rappresentino un linguaggio universale, capace di superare barriere linguistiche e geografiche. Per l’Aquila significa inoltre portare il proprio nome e la propria missione culturale oltre confine, nell’ottica di un confronto e di uno scambio concreto con realtà diverse.
L’aquila capitale italiana della cultura 2026 al centro della scena internazionale
La scelta del manufatto artigianale tradizionale non è casuale, soprattutto in vista dell’anno prossimo, quando l’Aquila sarà Capitale italiana della Cultura. Questa nomina ha già avviato un percorso di valorizzazione della storia e dell’arte della città, mirando a rafforzare la sua immagine in Italia e all’estero. Il dono all’Expo di Osaka anticipa e supporta questa visibilità, posizionando l’Aquila come protagonista di un dialogo interculturale.
Traendo forza dalla sua storia, l’Aquila trova nell’artigianato e nell’arte una risorsa preziosa per rinascere e attrarre attenzione internazionale. La ceramica esposta all’Expo riflette questo processo, facendo convergere tradizione e apertura al mondo. Sarà interessante vedere come questa candidatura influirà sulle iniziative culturali e sulle relazioni esterne nel corso del 2026.