La diffusione di informazioni false sulla salute, specie sui social network, rappresenta una sfida sempre più pressante per chi opera nel campo medico. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha lanciato un forte invito ai colleghi perché scendano dalla loro “torre d’avorio” e si impegnino a contrastare direttamente le fake news nelle stesse piazze virtuali che le alimentano.
Matteo Bassetti denuncia un attacco criminale alla scienza e alla medicina
Durante la manifestazione “Liguria d’Autore” a Rapallo, Bassetti ha parlato di una vera e propria aggressione contro la scienza, spesso guidata da interessi politici e da movimenti nati oltreoceano. Ha citato il caso degli Stati Uniti, dove figure come Robert Kennedy Jr. hanno assunto ruoli istituzionali, come quello di ministro della Sanità, creando una situazione «incredibile» e pericolosa per il progresso della medicina a livello globale.
Il medico ha spiegato che dietro all’attacco ai vaccini e più in generale alla medicina e alle evidenze scientifiche, ci sono gruppi organizzati che traggono profitto da ciò che promuovono, spesso proponendo cure alternative che non solo non aiutano i pazienti ma rischiano di danneggiarli seriamente. Secondo Bassetti, non si tratta di singoli isolati, ma di organizzazioni criminali che dovrebbero essere perseguite per legge. Tuttavia, ha evidenziato come la stessa struttura degli algoritmi delle piattaforme social favorisca il mantenimento di questi attacchi, visto che eliminandoli si comprometterebbe il funzionamento di quei sistemi.
Social Network E Medicina: la sfida del ruolo del medico nel 2025
Il primario genovese sostiene che la professione medica oggi non può limitarsi alla cura delle persone, ma deve includere anche la diffusione di informazioni corrette attraverso strumenti digitali, soprattutto i social media. Ha rimarcato come il ruolo del medico sia cambiato rispetto a venticinque anni fa, perché si richiede di intervenire direttamente nei luoghi dove circolano le fake news, anche senza atteggiamenti di superiorità e snobismo.
Bassetti ha indicato esempi concreti di disinformazione, come la falsa convinzione che il vaccino provochi infarti, che si diffonde rapidamente sui social e condiziona negativamente le scelte dei cittadini. Per questo invita i medici a “sporcarsi le mani”, cioè a mettersi in gioco attivamente su queste piattaforme, contrapponendo alle false informazioni i dati reali basati su studi scientifici e sulla pratica clinica. Solo intervenendo direttamente si può fermare la disinformazione e arginare il cosiddetto “dottor Google” o le “ricette fai da te” che circolano online.
Il legame tra le piattaforme social e la diffusione delle fake news sulla salute
Bassetti ha sottolineato un nodo importante: la sopravvivenza dei meccanismi delle principali piattaforme social dipende anche dalla presenza di contenuti controversi o falsi. Questi alimentano il coinvolgimento degli utenti e ne incrementano tempo e interazioni sul sito. Disinnescare questi contenuti significherebbe mettere a rischio l’intero “giocattolo”.
Questo rende il lavoro di contrasto più complicato, perché non basta segnalare o denunciare; è necessario un intervento responsabile e costante da parte degli esperti. Bassetti vede nella partecipazione diretta dei medici il sistema più efficace per frenare la diffusione di false notizie sulla salute, fornendo un punto di riferimento basato su dati concreti e sull’esperienza clinica, in grado di rispondere alle domande e ai dubbi dei cittadini.
Il discorso del direttore del Policlinico San Martino ha richiamato l’attenzione su una questione che riguarda non solo la medicina ma l’intera società. Il confronto sulla verità scientifica non avviene più soltanto nei convegni o nelle pubblicazioni tecniche, ma nei social dove milioni di persone si informano ogni giorno. Ignorare questo fenomeno espone la salute pubblica a rischi crescenti.