Il gesto di lampeggiare con gli abbaglianti per avvertire altri automobilisti di un controllo della polizia o di un autovelox nascosto è diffuso in molte strade italiane. Appare come un atto di solidarietà tra sconosciuti che cercano di evitare multe, ma in realtà la pratica può violare norme specifiche del Codice della Strada. Spesso si ignora che questa abitudine può portare a sanzioni amministrative e, in certi casi, a conseguenze penali.
Le regole del codice della strada sull’uso dei fari abbaglianti
Il Codice della Strada italiano mette limiti precisi sull’uso degli abbaglianti, stabilendo che questi devono essere usati esclusivamente fuori dai centri abitati e dove manca un’adeguata illuminazione pubblica. L’articolo 153, comma 11, specifica che è permesso lampeggiare solo per segnalare a un altro veicolo l’intenzione di sorpassare o per indicare un incidente, mai però per avvertire della presenza di controlli o autovelox. Questo tipo di segnalazione, se effettuata con i fari, è considerata uso improprio dell’illuminazione. Chi infrange questa regola rischia una multa che va da 87 fino a 344 euro.
Non solo i fari, però, rientrano nei divieti. Il Codice proibisce anche strumenti digitali o applicazioni che segnalano posizioni di posti di blocco o controlli stradali. L’articolo 45 vieta l’impiego di qualsiasi mezzo che possa ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine. Attraverso questa norma viene regolato anche l’uso di app o chat su WhatsApp, Telegram e simili dove si comunica la presenza di controlli. In questa situazione, le sanzioni possono arrivare da 825 fino a 3.305 euro, più il sequestro dei dispositivi usati a scopo illecito. Si tratta di multe più pesanti rispetto a quelle previste per molte infrazioni comuni, come il superamento dei limiti di velocità.
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I rischi penali dietro il lampeggio reiterato o coordinato
Quando il lampeggio per segnalare controlli diventa ripetuto e sistematico, oppure organizzato in gruppi con intenti precisi, si supera la sfera amministrativa per approdare a quella penale. L’articolo 340 del Codice Penale contempla il reato di interruzione di pubblico servizio, applicabile in questi casi. Non si tratta di un’ipotesi frequente, ma la giurisprudenza non esclude che la costante azione volta a ostacolare l’attività delle forze dell’ordine possa portare alla denuncia.
La pena prevista può arrivare fino a un anno di reclusione. Se chi svolge questo comportamento è considerato promotore o organizzatore di più persone, la condanna può superare i cinque anni di carcere. Questo significa che un gesto apparentemente innocuo, come lampeggiare per avvertire altri automobilisti, rischia di trasformarsi in un illecito grave se associato a una strategia mirata a eludere i controlli. I giudici valutano il contesto e la frequenza dell’azione per decidere se si è davanti a un semplice illecito o a un reato giudiziario.
Le sanzioni per gli strumenti digitali e l’ostacolo alle forze di polizia
Oltre ai fari, anche il mondo digitale si è inserito in questo quadro di divieti. Applicazioni e gruppi online che avvisano su posti di blocco rappresentano un ostacolo concreto alle attività della polizia stradale e degli agenti che fanno controlli in strada. Il Codice della Strada vieta esplicitamente l’uso di mezzi o strumenti volti a segnalare la presenza delle forze dell’ordine, come stabilito dall’articolo 45.
Chi invia messaggi di questo tipo, oppure partecipa a chat dedicate alla segnalazione, rischia multe molto pesanti e il sequestro dei dispositivi elettronici coinvolti. Questo divieto comporta che molte piattaforme e app debbano stare attente a come diffondono le informazioni sugli autovelox o posti di blocco, altrimenti possono essere responsabili. L’obiettivo delle norme è tutelare la sicurezza stradale e garantire che i controlli abbiano piena efficacia nella prevenzione degli incidenti e delle infrazioni.
La diffusione della pratica e le prescrizioni da rispettare
Il lampeggio con gli abbaglianti per segnalare controlli ha una lunga diffusione in Italia e viene visto come una forma di aiuto reciproco tra conducenti. Questo comportamento ha radici nelle abitudini di guida, specie sulle strade extraurbane, dove la velocità elevata è una costante e il rischio di multe stimola identificare rapidamente i controlli nascosti.
Non tutti sono consapevoli che questa pratica viola norme precise e in qualche caso può comportare problemi ben più seri di una semplice ammenda. Le forze dell’ordine, da parte loro, evidenziano l’importanza di rispettare il Codice della Strada, soprattutto in tema di illuminazione e sistemi elettronici. Le comunicazioni tra automobilisti non dovrebbero diventare strumenti per eludere la legge, per non compromettere la sicurezza di chi viaggia.
In effetti, segnalare un controllo potrebbe anche mettere a rischio altri guidatori, visto che la manovra del lampeggio può distrarre o confondere chi è al volante, favorendo incidenti. Il rispetto delle regole, insomma, è fondamentale anche per una guida sicura. Gli automobilisti sono invitati a prestare attenzione a quanto previsto dalla legge e a evitare azioni che rischiano di complicare situazioni già delicate sulla strada.