L’adozione dell’intelligenza artificiale sul lavoro in Italia cresce al 46% nel 2025: focus su benefici e lacune nella formazione

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Crescita dell’IA sul lavoro in Italia: il 46% delle aziende nel 2025 - Gaeta.it

Armando Proietti

2 Settembre 2025

L’intelligenza artificiale sta modificando il modo di lavorare in molte aziende italiane, con un’adozione che è aumentata rapidamente rispetto all’anno precedente. Un recente rapporto mostra l’impatto dell’IA su produttività e profitti, ma evidenzia anche le difficoltà legate alla formazione e alle diverse percezioni tra dirigenti e dipendenti. Nonostante le preoccupazioni su sicurezza e costi, molti lavoratori italiani si stanno aggiornando con corsi sull’IA.

Crescita nell’uso dell’intelligenza artificiale nelle aziende italiane tra 2024 e 2025

La seconda edizione dell’EY Italy AI Barometer segnala un aumento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle imprese italiane, passata dal 12% nel 2024 al 46% nel 2025. Il sondaggio ha coinvolto 539 professionisti italiani su un totale di 4900 intervistati in 9 Paesi europei, mettendo in luce un significativo incremento nell’adozione della tecnologia.

L’IA viene impiegata soprattutto attraverso strumenti per la produttività individuale: il 60% degli intervistati usa software per la scrittura di testi, il 47% si affida ad assistenti vocali e il 40% utilizza chatbot nelle attività quotidiane. Questi strumenti stanno modificando le modalità operative di molte aziende italiane, aiutando sia i lavoratori sia i manager a gestire meglio i tempi e a ridurre le attività ripetitive.

Nel complesso, la tecnologia è apprezzata soprattutto per la capacità di contenere i costi e aumentare i margini di profitto. Il 52% del top management italiano segnala benefici concreti in queste aree, confermando il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nelle strategie aziendali. Questo dato si inserisce in un contesto in cui la digitalizzazione è considerata un elemento fondamentale per il futuro del lavoro.

Disallineamento tra manager e dipendenti nell’uso e nella conoscenza dell’IA

Un punto chiave del rapporto riguarda il divario tra dirigenti e lavoratori operativi nell’uso e nella consapevolezza dell’intelligenza artificiale. Il 59% dei manager ha aumentato l’impiego di strumenti basati sull’IA, mentre solo il 39% dei dipendenti segnala un incremento simile.

Questa differenza si riflette anche nella conoscenza del contesto tecnologico: circa il 74% dei dirigenti dichiara una comprensione avanzata delle applicazioni e degli effetti dell’IA in azienda, contro il 47% dei lavoratori. Tale divario influenza le scelte e le modalità di implementazione, ma anche la percezione degli strumenti digitali.

Emergono inoltre differenze significative sulla formazione. Quasi la metà dei manager ritiene che i dipendenti ricevano una preparazione adeguata sulle novità introdotte dall’intelligenza artificiale, mentre solo il 20% dei lavoratori è d’accordo. Questo indica che le iniziative formative non rispondono pienamente alle esigenze pratiche e alle aspettative dei dipendenti.

Questa separazione tra livelli gerarchici rappresenta un problema da affrontare per evitare che le opportunità offerte dalla tecnologia vengano percepite in modo disomogeneo. Una formazione mirata e diffusa appare necessaria per colmare il divario tra gestione e operatività, favorendo un uso più consapevole e condiviso.

Preoccupazioni su sicurezza, costi e user experience e il crescente impegno nella formazione sull’IA

Nonostante i progressi, molte aziende italiane manifestano timori riguardo all’introduzione dell’intelligenza artificiale. Circa il 53% degli intervistati esprime preoccupazioni sulla sicurezza e la protezione dei dati, aspetti cruciali considerando che i sistemi IA trattano informazioni sensibili.

Il 40% indica la qualità dell’esperienza utente come un elemento critico. L’interazione con i nuovi strumenti deve essere semplice e funzionale per favorire un’adozione stabile. Infine, il 32,5% si mostra attento ai costi legati all’implementazione e alla manutenzione delle tecnologie di intelligenza artificiale.

In questo contesto, emerge con forza la volontà dei lavoratori di aggiornarsi. Il 64% degli occupati italiani sta seguendo corsi o attività di formazione sull’IA, la percentuale più alta tra i Paesi europei coinvolti nello studio.

Questi percorsi formativi avvengono soprattutto in modo privato nel 26% dei casi e in ambito professionale nel 22%, mentre il restante 16% combina entrambe le modalità. Questo impegno riflette la spinta verso l’autonomia e la preparazione personale, elementi che possono favorire una diffusione più ampia dell’intelligenza artificiale.

Il quadro complessivo mostra che le aziende italiane stanno attraversando una fase di trasformazione tecnologica in cui il successo dipenderà dalla capacità di coinvolgere i lavoratori e di affrontare le criticità legate alla sicurezza e all’esperienza d’uso. L’aumento nell’adozione dell’intelligenza artificiale è un dato di fatto, ma la coesione interna tra i diversi livelli dell’organizzazione resta una sfida aperta.