Ladispoli sollecita la città metropolitana per una gestione stabile della palude di torre flavia

Ladispoli sollecita la città metropolitana per una gestione stabile della palude di torre flavia

Ladispoli chiede alla città metropolitana di Roma Capitale un controllo stabile e risorse adeguate per la gestione della palude di Torre Flavia, valorizzando collaborazione tra enti, volontari e comunità locale.
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Ladispoli sollecita la città metropolitana di Roma Capitale a garantire una gestione continua e strutturata della palude di Torre Flavia, per tutelare e valorizzare questo importante ecosistema naturale minacciato da carenze di personale e risorse. - Gaeta.it

Ladispoli spinge perché la città metropolitana di Roma Capitale assuma un controllo continuo e strutturato sulla palude di torre flavia. La riserva naturale, riconosciuta per il suo valore ambientale, mostra segnali di difficoltà nella gestione quotidiana. Il sindaco Alessandro Grando insieme al consigliere delegato Filippo Moretti hanno ufficialmente richiesto un coordinamento stabile, necessario per tutelare questo ecosistema unico. Le azioni puntano a valorizzare la collaborazione tra enti, volontari e comunità locale per salvaguardare flora e fauna locali.

La palude di torre flavia e la sua importanza ambientale

La palude di torre flavia rappresenta un’area protetta di rilevanza regionale. Situata tra i territori di Ladispoli e Cerveteri, ospita numerose specie di piante e animali, molte delle quali rare o minacciate. L’habitat è caratterizzato da una complessa rete di canneti, dune e specchi d’acqua che svolgono un ruolo essenziale per la biodiversità locale. La presenza di svariate specie nidificanti e migratorie rende il sito una meta fondamentale per gli ecosistemi marini e terrestri.

Il sindaco di Ladispoli ha sottolineato l’urgenza di preservare quest’area attraverso interventi puntuali e duraturi nel tempo. Il livello di protezione attuale non sembra sufficiente per mantenere l’equilibrio naturale, soprattutto in vista delle pressioni causate dall’attività umana e dai cambiamenti climatici. Occorre mettere in atto azioni che vadano oltre gli interventi sporadici e che garantiscano una salvaguardia efficace per le generazioni future.

Le difficolta nella gestione e il ruolo del comune

Negli ultimi anni la gestione della palude ha mostrato segnali di crisi. Il pensionamento dei due custodi storici ha lasciato un vuoto significativo nella protezione dell’area. Attualmente, solo il responsabile scientifico e un gruppo di volontari portano avanti le attività di monitoraggio e tutela, ma la copertura resta fragile, specie nei mesi estivi quando la frequentazione aumenta.

Filippo Moretti, delegato alle aree protette, ha dichiarato come il comune si sia sempre impegnato affiancando associazioni, studenti e appassionati. Questa rete di collaborazione ha permesso interventi di pulizia e manutenzione, ma senza un sostegno istituzionale la situazione rischia di peggiorare. Le attività di sfalcio dei canneti, la pulizia dei canali e la prevenzione incendi stanno diventando difficili da garantire con risorse limitate.

La mancanza di personale dedicato alla tutela crea una reale minaccia per la conservazione della palude. Servono figure professionali che possano intervenire con continuità e maggiore efficacia. Il comune riconosce che la sola presenza di volontari non è sufficiente per soddisfare le esigenze di un’area protetta che richiede cura costante e tecniche specifiche.

Le criticità evidenziate nella lettera alla città metropolitana

Nella richiesta ufficiale inviata alla città metropolitana, Ladispoli ha evidenziato tutta una serie di problemi che rallentano la protezione della riserva. Fra questi c’è la necessità di interventi regolari e sistematici come il taglio dei canneti, indispensabile per evitare la crescita eccessiva della vegetazione che potrebbe soffocare altre specie. Anche la manutenzione dei canali d’acqua non può più essere trascurata, visto che è essenziale per mantenere la funzionalità dell’ecosistema umido.

Non si possono poi ignorare le emergenze legate alle mareggiate, che danneggiano le dune costiere vitali per la stabilità del territorio. La pulizia e il ripristino di questi ambienti sono fondamentali per evitare erosioni e per proteggere la fauna nidificante. La situazione è aggravata dalla mancanza di servizi di base come bagni pubblici e fontanelle, che limitano anche l’accesso e la fruizione consapevole da parte dei visitatori.

La città metropolitana ha già approvato un progetto per ampliare la casetta di guardiania e realizzare due servizi igienici, ma Ladispoli insiste perché questi lavori vengano realizzati presto. L’obiettivo è creare una struttura adatta ad accogliere i custodi e supportare le operazioni di controllo all’interno della riserva. Solo così sarà possibile riattivare una sorveglianza che ora appare limitata.

La gestione finanziaria e le collaborazioni scientifiche in atto

Un altro punto importante riguarda il finanziamento regionale da 200.000 euro destinato alla difesa costiera, una risorsa che interessa direttamente la palude di torre flavia. Visto che l’area protetta si estende su due comuni, Ladispoli invita la città metropolitana e gli altri enti coinvolti a definire insieme le modalità d’impiego del fondo. Coordinare le risorse eviterà sprechi e garantirà interventi mirati, necessari a rafforzare la protezione.

Il progetto di recupero della torre flavia, simbolo storico e ambientale della riserva, sarà eseguito seguendo regole precise per salvaguardare la biodiversità. Ladispoli ha confermato che le lavorazioni si muoveranno nel rispetto delle esigenze della fauna e degli ambienti dunali circostanti. La collaborazione con enti scientifici come ARSIAL e Università della Tuscia rappresenta un supporto fondamentale per monitorare gli effetti delle opere e adattare le pratiche in corso d’opera.

Le attività di valorizzazione saranno condivise con la città metropolitana, rafforzando così il legame fra amministrazioni e garantendo trasparenza nelle operazioni. La prossima fase da affrontare sarà quella di mettere in campo un piano operativo che coinvolga tutte le parti interessate, affinché la palude di torre flavia torni a essere un esempio di tutela ambientale concreta.

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