L’accademia nazionale di santa cecilia torna con un concerto nelle quattro stagioni di vivaldi alla basilica di massenzio di roma

L’accademia nazionale di santa cecilia torna con un concerto nelle quattro stagioni di vivaldi alla basilica di massenzio di roma

La Basilica di Massenzio a Roma riapre dopo cinque anni di restauri con un concerto dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, segnando il ritorno della musica dal vivo e l’avvio di una nuova stagione culturale.
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L’8 giugno 2025 la Basilica di Massenzio a Roma ha riaperto dopo cinque anni di restauri con un concerto speciale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, eseguendo Le Quattro Stagioni di Vivaldi, segnando il ritorno della musica dal vivo in questo storico monumento. - Gaeta.it

L’8 giugno 2025 la Basilica di Massenzio ha riaperto al pubblico dopo cinque anni di restauri con un concerto speciale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. L’evento ha segnato il ritorno della storica istituzione musicale in uno dei luoghi più suggestivi di Roma, mettendo in scena Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi. La riapertura coincide con il termine dei lavori di riqualificazione curati dal Parco archeologico del Colosseo, segnando un momento importante per la valorizzazione culturale della città.

Il restauro della basilica di massenzio e la sua nuova funzione culturale

La Basilica di Massenzio, costruita tra il 308 e il 312 d.C., rappresenta l’ultima e la più maestosa delle basiliche civili nell’area centrale di Roma. Negli ultimi cinque anni, il monumento ha subito un complesso intervento di restauro che ha interessato la messa in sicurezza, il consolidamento delle strutture, e il recupero della volta dell’aula centrale. La pavimentazione interna è stata rifatta in modo da dialogare con i materiali antichi, mantenendo un equilibrio tra storia e funzionalità.

L’intervento ha previsto anche l’allestimento di un palco per concerti e la realizzazione di un percorso di visita che racconta passo dopo passo la storia del monumento. Questi spazi hanno l’obiettivo di ospitare eventi culturali, in particolare concerti estivi, riprendendo un’antica tradizione. La direzione del Parco archeologico del Colosseo, guidata da Alfonsina Russo, ha voluto restituire alla città un luogo che non sia solo testimonianza archeologica ma anche un contenitore attivo per la cultura contemporanea.

L’evento dell’8 giugno e l’esecuzione delle quattro stagioni

Per la riapertura, l’Accademia Barocca, formazione specializzata in musica antica dell’Accademia di Santa Cecilia, ha scelto Le quattro stagioni di Vivaldi, uno dei più celebri capolavori del compositore veneziano. Giovanni Andrea Zanon ha preso il ruolo di violino solista e concertatore, guidando l’ensemble con strumenti d’epoca o riproduzioni fedeli. La performance è stata arricchita dalla lettura di quattro sonetti, uno per ogni stagione dell’anno. Questi testi, affidati all’attore Toni Servillo, sono probabilmente scritti dallo stesso Vivaldi e accompagnavano l’opera musicale fin dalla sua prima stesura.

L’evento è stato completato da videomapping progettati per l’occasione, che riprendevano visivamente i temi delle stagioni. Questa scelta ha dato un respiro multimediale alla rappresentazione, accostando musica, parola e immagine con un’attenzione particolare all’esperienza del pubblico all’interno del monumento antico. La direttrice del Parco archeologico, Alfonsina Russo, ha definito la serata una grande soddisfazione, sottolineando l’intento di riportare l’Accademia dentro la basilica con una nuova narrazione.

Il ritorno dell’accademia nazionale di santa cecilia alla basilica e il legame storico

Il rapporto tra l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Basilica di Massenzio ha radici profonde, che risalgono agli anni Trenta del Novecento. Tra il 1933 e il 1979, la basilica ospitò 693 concerti estivi organizzati dall’Accademia, una tradizione che ha visto succedersi sul podio alcuni tra i direttori d’orchestra più rilevanti del secolo scorso. Tullio Serafin, Pietro Mascagni, Guido Cantelli, Riccardo Muti, Claudio Abbado, Lorin Maazel e Igor Markevitch sono solo alcuni dei nomi che hanno guidato l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia in quella sede.

In particolare, nel 1938 Bernardino Molinari diresse L’inverno di Vivaldi nel contesto di questa stagione estiva. La presenza continua dell’Accademia ha lasciato un’impronta significativa nella storia musicale di Roma, trasformando la Basilica in un punto di riferimento per la musica dal vivo. La ripresa dei concerti sarà accompagnata, a partire dal 2026, da un festival estivo sinfonico-corale che consoliderà ulteriormente il legame tra la basilica e Santa Cecilia.

La scelta delle quattro stagioni e il valore simbolico del concerto

Il presidente e sovrintendente di Santa Cecilia, Massimo Biscardi, ha motivato la scelta delle Quattro stagioni come brano per l’evento di riapertura, facendo riferimento alla storia della musica di Vivaldi. Anche se oggi il compositore è universalmente noto, i suoi lavori sono stati per lungo tempo dimenticati. Le sue composizioni andarono perse e furono ritrovate solo all’inizio del Novecento. La prima registrazione mondiale de Le quattro stagioni risale al 1942, eseguita proprio dall’Orchestra di Santa Cecilia sotto la direzione di Bernardino Molinari.

Questa circostanza aggiunge un livello di profondità all’evento: il ritorno in un luogo simbolo della musica romana delle composizioni che, per anni, erano considerate perse o dimenticate. Il concerto ha celebrato non solo il recupero di un sito archeologico, ma anche il legame con un patrimonio musicale recuperato e rivissuto attraverso esecuzioni autentiche, con strumenti d’epoca e tecniche storiche. Le quattro stagioni offre un’immagine dinamica del ciclo della natura, uno spettacolo che si intreccia con la storia del luogo in cui è stato presentato.

Gli sviluppi futuri della stagione concertistica nella basilica di massenzio

Il progetto di riaprire la Basilica di Massenzio come sede di concerti va oltre l’evento inaugurale dell’8 giugno. La stagione di luglio vedrà la partecipazione del Teatro dell’Opera, proseguendo la tradizione musicale in uno scenario unico. L’allestimento di un palco stabile permette di ospitare concerti e rappresentazioni che sfruttano l’acustica e la scenografia del monumento.

Il piano triennale, che prenderà forma dal 2026, prevede un festival estivo dedicato a concerti sinfonici e corali. Questo evento dovrebbe rappresentare un appuntamento fisso nella programmazione culturale romana. La volontà è quella di trasformare la basilica in un luogo vivo, capace di attirare visitatori sia per la sua storia architettonica che per la sua proposta culturale. Gli interventi mostrano come si possa coniugare la tutela dei beni archeologici con un utilizzo contemporaneo, imprimendo nuova energia a un monumento già ricco di significati storici.

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