Nella celebrazione dell’apertura dell’anno giudiziario al Tar della Campania, il governatore Vincenzo De Luca ha espresso preoccupazioni riguardo alla situazione attuale della democrazia italiana. Il suo intervento ha gettato luce su un tema cruciale: l’equilibrio dei poteri e la rappresentanza politica, messi a dura prova da dinamiche sempre più complesse. La sua analisi invita a riflettere non solo sui meccanismi di selezione dei rappresentanti politici, ma anche sulla crescente disaffezione degli elettori.
La crisi della rappresentanza politica
De Luca non ha risparmiato critiche ai rappresentanti politici attualmente in carica, affermando che molti di loro non riescono a incarnare anche solo gli interessi dei cittadini. Secondo il governatore, c’è una evidente rottura tra il corpo elettorale e coloro che siedono nei luoghi di potere. Un’affermazione allarmante che sottolinea il rischio di una democrazia svuotata di significato. La critica si concentra in particolare sui “rappresentanti che abbiamo a Roma“, definiti da lui come il risultato di un sistema elettorale che non favorisce una reale rappresentanza, ma piuttosto genera figure politiche frutto di “operazioni clientelari”.
La situazione è ulteriormente aggravata da un dato preoccupante: la crescente astensione alle urne. De Luca ha sottolineato che “oggi più della metà dei cittadini non va a votare”, un fatto che riflette una perdita di fiducia nei confronti delle istituzioni e dei loro rappresentanti. Il governatore attribuisce questa crisi non solo a una mancanza di attrattiva delle proposte politiche, ma anche alla mancanza di strutture politiche e sindacali che, una volta considerati baluardi della democrazia, hanno perso la loro funzione vitale di selezione delle classi dirigenti.
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Il cambiamento della selezione dei gruppi dirigenti
Un altro punto fondamentale del discorso di De Luca è la trasformazione del processo di selezione dei dirigenti politici. Secondo il governatore, la nuova modalità di scelta avviene in negativo: non più sulla base delle competenze e dei risultati ottenuti, bensì sulla capacità di chi può meglio far parte di un sistema di clientelismo. Le sue parole evidenziano la crescente distanza tra il mondo politico e le reali necessità della popolazione, una dinamica che contribuisce alla disaffezione democratica. In un contesto del genere, i soggetti politici dovrebbero tornare a essere i protagonisti di un rinnovato dialogo con i cittadini, recuperando quella fiducia perduta.
De Luca ha messo in evidenza anche l’importanza di costruire una classe dirigente basata su valori autentici, in grado di rispondere ai bisogni della società . Il suo appello è chiaro: è necessario un ripensamento dei meccanismi che regolano la politica, affinché si possa arrivare a una vera rappresentanza del popolo. Solo così, si potrà sperare in un rilancio della partecipazione dei cittadini, che oggi appare come un obiettivo lontano dalla realtà .
Nel complesso, l’intervento di Vincenzo De Luca in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha messo in evidenza le criticità del sistema politico attuale. Le sue parole possono servire da stimolo per una riflessione più ampia su come riconquistare la fiducia dei cittadini e ripristinare la salute della democrazia in Italia.