La ue punta a esenzioni dai dazi usa ma vino e liquori resteranno soggetti al 15%

La ue punta a esenzioni dai dazi usa ma vino e liquori resteranno soggetti al 15%

La Commissione europea punta a ottenere esenzioni dai nuovi dazi Usa, ma vini e liquori restano esclusi dal primo gruppo, con un’aliquota del 15% che impatta le esportazioni italiane ed europee.
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La Commissione europea cerca esenzioni dai nuovi dazi USA, ma vini e liquori resteranno tassati al 15%, con il governo italiano pronto a sostenere le imprese colpite. - Gaeta.it

La Commissione europea conferma l’intenzione di ottenere il massimo numero possibile di esenzioni dai nuovi dazi statunitensi, anche per prodotti tradizionali come vini e liquori. Tuttavia, nel primo gruppo di esenzioni, che sarà annunciato a breve dagli Stati Uniti, questi settori non sono previsti. Perciò, produttori di vino e distillati dovranno affrontare un’aliquota del 15%, come altri comparti economici.

Pressione europea per ridurre l’impatto dei dazi su prodotti tradizionali

Il portavoce della Commissione europea, parlando durante un briefing con la stampa, ha sottolineato come Bruxelles stia spingendo per massimizzare le esenzioni sui nuovi dazi imposti dagli Usa. La strategia mira a limitare ulteriori danni a settori chiave del commercio con l’America, tra cui vino e liquori da sempre simbolo dell’export italiano e europeo.

Questi prodotti, in particolare, non rientreranno però nelle esenzioni iniziali. Questo significa che le cantine e le distillerie europee dovranno sostenere un’imposta del 15% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, che rappresentano uno dei mercati più importanti. Il portavoce ha dichiarato come l’Unione resterà vigile e pronta a negoziare ulteriori esenzioni in futuro, ma che per ora bisognerà fare i conti con questa imposizione.

La scelta degli Stati Uniti di escludere vini e liquori dal primo gruppo di esenzioni appare legata a priorità politiche ed economiche interne, probabilmente riferite a pressioni settoriali o a tattiche negoziali. Per questo Bruxelles rimane in allerta, consapevole del forte impatto che il dazio può avere sulle filiere produttive e sulle esportazioni europee.

Sostegno alle imprese italiane di fronte ai nuovi costi

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha commentato la situazione sottolineando come il governo italiano si impegnerà a supportare le imprese che potrebbero subire danni economici a causa delle tariffe Usa.

Ha spiegato che, se i dazi dovessero creare problemi economici difficili da sostenere, lo Stato interverrà per fornire aiuti mirati. Già in passato sono stati messi in campo fondi importanti per settori agricoli strategici, con un piano da un miliardo di euro, pensato per sostenere alcune filiere e anticipare possibili contraccolpi del mercato.

Il ministro ha evidenziato che questo tipo di interventi non è una novità del momento attuale, ma parte di una strategia messa in piedi per evitare crisi economiche gravi nelle produzioni italiane più esposte a crisi commerciali internazionali. L’impegno è quello di monitorare costantemente la situazione per intervenire con nuovi strumenti qualora si presentino difficoltà maggiori.

Criticità delle politiche europee che influiscono sulla competitività

Oltre ai dazi, Lollobrigida ha richiamato l’attenzione su alti fattori che possono danneggiare la competitività delle aziende europee, elementi spesso meno sotto i riflettori rispetto alle tariffe doganali.

Ha citato politiche come il green deal, percepito da molti imprenditori come troppo rigido e penalizzante per le imprese. Ha anche ricordato la carenza di applicazione del principio di reciprocità negli accordi internazionali, con norme che l’Europa detta ai propri imprenditori senza ottenere da altre aree geografiche lo stesso livello di rispetto delle regole.

Questi aspetti creano squilibri commerciali che complicano la vita delle imprese europee rispetto a concorrenti globali. La mancanza di una corretta applicazione delle normative internazionali mina la possibilità per le aziende europee di competere in condizioni paritarie nei mercati mondiali, che sono in costante trasformazione.

Il ministro ha quindi evidenziato come le sfide economiche europee vadano affrontate anche nel contesto interno, migliorando coerenza normativa e capacità di far rispettare le regole globali. Questo è un passaggio cruciale per evitare che l’Ue perda terreno nel confronto con economie straniere.

La situazione attuale e le prossime mosse

Il picco delle tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti si registra giusto mentre le esportazioni rimangono fondamentali per molte regioni italiane, specialmente in ambito enogastronomico. Il 15% di dazio previsto sui vini e liquori nei prossimi mesi potrebbe causare una contrazione delle vendite o un aumento dei prezzi per i consumatori americani.

Le istituzioni europee seguiranno da vicino l’evoluzione delle trattative con Washington, sperando di riuscire a inserire in futuro questi prodotti nelle esenzioni doganali. Nel frattempo le aziende sono chiamate a rimettere a fuoco i loro piani commerciali e a considerare interventi di sostegno pubblico e privato.

La pressione sui comparti coinvolti è tangible, così come è chiara la consapevolezza delle difficoltà che potrà generare questa fase. Ogni decisione di politica commerciale europea sarà determinante per limitare le perdite di quote di mercato e per salvaguardare posti di lavoro legati alle esportazioni.

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