La traviata al caracalla festival, violetta muore sola nel capolavoro di verdì diretto da sláva daubnerová

La traviata al caracalla festival, violetta muore sola nel capolavoro di verdì diretto da sláva daubnerová

la traviata al caracalla festival offre una lettura drammatica e simbolica dell’opera di verdi, con la regia di sláva daubnerová, le interpretazioni di corinne winters e luca micheletti, e alcune criticità tecniche nell’amplificazione sonora
La Traviata Al Caracalla Festi 1 La Traviata Al Caracalla Festi 1
La Traviata al Caracalla Festival, diretta da Sláva Daubnerová, offre una lettura intensa e simbolica incentrata sulla morte e il destino di Violetta, con una performance vocale coinvolgente di Corinne Winters, nonostante alcune criticità tecniche nell'amplificazione sonora. - Gaeta.it

La versione de la traviata andata in scena al caracalla festival ha offerto una lettura intensa e drammatica dell’opera di verdi, concentrata sul tema della morte e del destino inevitabile della protagonista. La regista slovacca sláva daubnerová ha scelto di mettere in primo piano la condizione di violetta valèry come simbolo della donna “caduta” e il suo percorso segnato dall’amore fallito e dalla solitudine finale. Il soprano americano corinne winters ha interpretato la protagonista con un’energia vocale notevole, pur sofferente per una leggera indisposizione, confermando la sua esperienza nei ruoli tragici.

La rappresentazione scenica e la regia di sláva daubnerová

La scena si è aperta con un’atmosfera sinistra, che ha subito annunciato la tragedia imminente della protagonista. Medici e infermieri sono entrati in scena portando una lettiga con violetta coperta da un lenzuolo, un’immagine che ha anticipato il destino inevitabile. La regia di daubnerová ha scelto di evocare parigi con pochi elementi simbolici, privilegiando il racconto della femminilità e della morte più della storia d’amore tormentata. La presenza di figure simboliche come il ballerino che rappresenta la morte, le due danzatrici nei ruoli dei cigni bianco e nero, e il gigantesco busto femminile senza testa hanno contribuito a creare un’atmosfera di sospensione tra realtà e allegoria.

Simboli e allegorie nella narrazione

Numerosi momenti si sono appoggiati a simboli dal forte impatto ma non sempre integrati nel racconto principale, per esempio la scena dell’asta degli oggetti di violetta, che richiama il fatto storico legato alla vera giovane morta di tisi da cui dumas trasse ispirazione. Questa sovrabbondanza di richiami talvolta ha appesantito il ritmo, sacrificando la linearità della narrazione. Tuttavia, il senso di attesa della morte ha dominato ogni scena, sottolineata anche nel famoso brindisi “libiamo”, cantato a un tempo insolito e più lento rispetto all’usuale.

La performance vocale e il cast degli interpreti

corinne winters ha offerto un’interpretazione vocale e scenica coinvolgente, dimostrando anche abilità recitative acquisite in produzioni precedenti come madame butterfly e suor angelica. Il suo impegno è stato apprezzato dal pubblico, nonostante la leggera indisposizione di cui soffriva al debutto. Anche luca micheletti si è distinto nel ruolo di germont, con una presenza solida e una voce che ha equilibrato bene le tensioni drammatiche dell’opera.

Caratteristiche delle altre interpretazioni

Meno convincente è risultato piotr buszewski nel ruolo di alfredo; la sua interpretazione non ha raggiunto lo stesso livello di intensità degli altri interpreti principali. Il coro diretto da ciro visco ha accompagnato con precisione le scene corali, mantenendo una buona coesione con l’orchestra. La bacchetta di francesco lanzillotta ha guidato l’orchestra con attenzione, ma alcuni problemi tecnici hanno limitato l’effetto complessivo.

Problematiche tecniche nell’amplificazione del suono

La rappresentazione si è svolta all’aperto, come molte delle produzioni estive in roma, un ambiente che comporta difficoltà specifiche per il suono. La critica più diffusa tra il pubblico e gli addetti ai lavori ha riguardato l’amplificazione, ritenuta non adeguata per un’opera del genere. Il bilanciamento tra orchestra e voci è risultato disomogeneo, con una netta perdita di sfumature e una tendenza all’appiattimento dei colori dinamici. Questo ha influenzato la percezione generale dello spettacolo, che avrebbe beneficiato di un sistema audio più calibrato e potente data la complessità musicale e vocale.

Le date e le varianti del cast nelle prossime repliche

la traviata sarà proposta al caracalla festival per cinque repliche: il 23 e 27 luglio e 1°, 2 e 3 agosto. Per le serate del 1° e 3 agosto la protagonista violetta sarà interpretata da hasmik torosyan, mentre il ruolo di alfredo passerà a oreste cosimo. Nelle date del 27 luglio e del 2 agosto, germont sarà interpretato da gustavo castillo. Le coreografie affidate a ermanno sbezzo hanno visto in scena interpreti di rilievo come alessio rezza e michele satriano nel ruolo della morte, accanto ad alessandra amato e federica maine nelle parti dei cigni bianco e nero. Il corpo di ballo del teatro dell’opera di roma ha accompagnato l’intera rappresentazione con precisione nei movimenti coreografici, integrando la narrazione scenica.

Elementi di riflessione dalla rappresentazione

la traviata al caracalla conferma un approccio che punta più a mettere in risalto le dimensioni tragiche e simboliche dell’opera, con momenti di grande intensità ma anche qualche scelta registica che può risultare pesante per l’andamento drammatico. L’interazione tra canto, danza e scena ha creato materie visive e sonore con alti e bassi, dando al pubblico spunti di riflessione sul tema universale della vita e della morte, particolarmente sentito nell’ambientazione contemporanea delle terme.

Change privacy settings
×