La transizione energetica nelle marche procede a rilento con rischi di forte ritardo sugli obiettivi 2030

La transizione energetica nelle marche procede a rilento con rischi di forte ritardo sugli obiettivi 2030

La regione Marche fatica a rispettare gli obiettivi di installazione di fonti rinnovabili entro il 2030, con ritardi evidenziati da Legambiente Marche al Forum Energia di Ancona.
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Le Marche rischiano di non raggiungere gli obiettivi 2030 sulle energie rinnovabili a causa di ritardi nelle installazioni e mancanza di pianificazione, secondo Legambiente. - Gaeta.it

La regione Marche mostra segnali di difficoltà nel rispettare le scadenze fissate per la crescita delle fonti rinnovabili entro il 2030. Il ritmo attuale delle installazioni di energia green è lontano dal livello richiesto, con una significativa differenza tra gli impianti realizzati fino a oggi e quelli necessari nei prossimi anni. A mettere in evidenza questo gap è un monitoraggio di Legambiente Marche, che ha discusso la situazione al Forum Energia tenutosi ad Ancona.

Obiettivi di potenza installata e stato attuale delle fonti rinnovabili nelle marche

Secondo il Decreto Aree Idonee, la regione Marche dovrebbe arrivare a installare 2.346 megawatt di capacità da fonti rinnovabili entro il 2030. Dall’inizio del 2021 fino a marzo 2025, sono stati realizzati o messi in esercizio 425 megawatt, solo il 18,1% del traguardo. Questo dato indica un ritmo decisamente inferiore rispetto a quello necessario per rispettare le scadenze.

La media annuale delle installazioni registrate negli ultimi anni si attesta intorno a 100 megawatt, molto distante dalla media di 349 megawatt necessaria da qui al 2030. Se il trend attuale non cambia, per raggiungere i target serviranno quasi 20 anni invece dei 5 previsti, con un ritardo di oltre 13 anni. Ciò significa che la regione dovrebbe incrementare in modo significativo la costruzione di nuovi impianti per non compromettere l’obiettivo di transizione energetica.

Rallentamenti e numeri chiave nella crescita energetica

Sfide e strumenti per accelerare la transizione energetica nelle marche

Alla prima edizione del Forum Energia di Legambiente Marche, svoltosi ad Ancona, sono stati esaminati diversi aspetti che rallentano la crescita delle energie rinnovabili. Tra questi la necessità di completare una pianificazione chiara e puntuale delle aree idonee dove installare gli impianti e di avviare processi partecipativi con i territori coinvolti. La mancanza di una strategia condivisa finora è stata indicata come una delle cause principali del rallentamento.

Si è discusso anche dell’efficientamento energetico e del sostegno alle comunità energetiche, modalità che potrebbero aiutare a distribuire meglio la produzione e a coinvolgere i cittadini nei progetti di energia pulita. Il Forum ha infine sottolineato l’importanza di mettere in piedi un sistema che non solo favorisca le grandi installazioni, ma che tenga conto anche delle esigenze locali e ambientali.

Strumenti utili per una transizione più efficiente

I rischi legati al gas fossile monitorati da legambiente

Durante il Forum è stato presentato anche un report regionale della campagna “C’è puzza di gas – Per il futuro del Paese non tapparti il naso“, che ha valutato le emissioni delle infrastrutture del gas nelle Marche. Dal 3 al 5 giugno 2025, sono state monitorate dieci strutture tra stoccaggi e impianti di distribuzione. Su 22 elementi esaminati, uno ha mostrato emissioni elevate nella zona di Jesi, mentre altri tre registrano livelli medi.

Questi dati confermano una situazione di rischio ambientale associata all’uso e alla distribuzione delle fonti fossili, che rafforza la necessità di puntare sulle rinnovabili per ridurre l’impatto sul territorio e migliorare la qualità dell’aria. Il monitoraggio porta alla luce criticità da affrontare, soprattutto in vista dell’obiettivo di abbandonare gradualmente il gas fossile.

Emissioni e impatti delle infrastrutture del gas nelle marche

Il ruolo della regione e le richieste di legambiente per una transizione ordinata

Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche, ha chiarito che la regione possiede le condizioni per accelerare il passaggio all’energia pulita, ma serve una pianificazione decisa. La definizione di aree specifiche dove costruire gli impianti è il primo passo necessario per offrire certezze agli investitori e alle comunità locali.

Ciarulli ha insistito sull’importanza di coinvolgere i cittadini e gli enti locali attraverso processi partecipativi trasparenti. “Senza una collaborazione con i territori interessati, la realizzazione degli impianti rischia di incontrare resistenze e ulteriori rallentamenti.” La responsabilità spetta alla Regione, che deve guidare con chiarezza le scelte per rispettare i termini fissati dal governo centrale.

Pianificazione e partecipazione per rispettare i termini governativi

Questa situazione riflette una fase delicata per la transizione energetica nelle Marche, dove i ritardi rischiano di compromettere obiettivi climatici e di sviluppo economico legato alle rinnovabili.

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