Le haenyeo, le sommozzatrici della provincia sudcoreana di Jeju, sono diventate un simbolo di resilienza e cultura. Preservare la loro tradizione è fondamentale, e il documentario “The Last of the Sea Women” offre uno sguardo profondo e toccante su questa comunità , segnalando l’importanza delle loro pratiche e delle sfide che affrontano. Disponibile su AppleTV+, il film ha rapidamente guadagnato popolarità , entrando nella top 10 dei contenuti più visti.
Le haenyeo: donne forti e tradizione millenaria
Le haenyeo sono un gruppo di donne sommozzatrici che si dedicano alla raccolta di molluschi, alghe e altre specie marine nelle acque di Jeju. Questa pratica, che risale a secoli fa, è diventata parte integrante non solo della cultura locale, ma anche dell’identità della provincia. Queste donne operano senza l’uso di bombole di ossigeno, trascorrendo ore in apnea per portare a casa il risultato della loro fatica. Nel corso degli anni, le haenyeo hanno sviluppato una profonda connessione con il mare e con l’ambiente circostante, imparando a rispettare e proteggere le risorse marine.
La loro storia è anche rappresentativa della struttura sociale della comunità , che è semi-matriarcale. Questo significa che molte famiglie sono guidate da donne, e il lavoro delle haenyeo ha contribuito non solo al sostentamento della famiglia, ma anche alla trasmissione di valori e tradizioni. Tuttavia, il cambiamento demografico e l’interesse delle nuove generazioni per professioni meno faticose pongono una seria minaccia per la continuazione di questa tradizione.
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Il documentario di Kim Sue si impegna a raccontare l’importanza di questo patrimonio culturale attraverso gli occhi delle donne che lo vivono, mostrando ritratti di vita quotidiana e le sfide che affrontano nel cercare di mantenere viva una pratica che sta rischiando di scomparire. Anche se le haenyeo più giovani stanno emergendo nel panorama, è l’età avanzata della maggior parte delle sommozzatrici che solleva preoccupazioni sul futuro di questa professione.
Le difficoltà del mestiere e l’impatto dei cambiamenti climatici
“The Last of the Sea Women” non si limita a esplorare la bellezza delle tradizioni locali, ma affronta anche le sfide moderne a cui queste donne devono far fronte. Con un’età media che continua ad aumentare e la diminuzione dell’interesse da parte delle nuove generazioni, il futuro della pratica potrebbe essere in bilico. I lunghi turni di lavoro, le condizioni impegnative e il tempo limitato per il riposo rappresentano ulteriori ostacoli.
Un’altra questione cruciale che emerge nel film è il rischio rappresentato dall’inquinamento marino e dai cambiamenti climatici. La vicinanza tra Giappone e Corea del Sud, unita alla preoccupazione per lo sversamento delle acque reflue di Fukushima, mette in allerta le haenyeo. Questo evento potrebbe avere conseguenze devastanti per le risorse marine e, di conseguenza, per il loro modo di vivere. Le sommozzatrici, testimoni silenziose di una tradizione che si fa sempre più fragile, si trovano a lottare non solo per la propria esistenza, ma anche per quella dell’ambiente che le circonda.
L’ecologia entra così nel racconto, con le haenyeo che si fanno portavoce della loro causa, chiedendo azioni e interventi per proteggere non solo il loro lavoro tradizionale, ma anche l’ecosistema marino. Questa battaglia si trasforma in un racconto significativo di cura per il pianeta e di lotta per la giustizia ambientale, riflettendo una crisi globale che richiede attenzione e azione.
Messaggi di speranza e resilienza
Nonostante le sfide, il documentario offre anche lampi di speranza. La storia di due giovani haenyeo che utilizzano piattaforme come YouTube per promuovere la loro attività mette in luce l’importanza di nuove strategie per attrarre interesse e passione verso un mestiere che può apparire obsoleto ai più giovani. Questi tentativi di modernizzazione suggeriscono che ci siano opportunità di rinnovamento e di collegamento con le nuove generazioni, nonostante il peso del passato.
Il film non dimentica di celebrare la cultura e le tradizioni delle haenyeo, ponendo particolare enfasi su riti e pratiche sciamaniche che vengono ancora praticati. Questi momenti di spiritualità e connessione con il mare arricchiscono ulteriormente il racconto, permettendo di riscoprire il valore di una cultura che, seppur in difficoltà , è ancora viva. In questo contesto, le storie personali di passione, sacrificio e dedizione si intrecciano con l’ambiente circostante, creando un legame che supera le generazioni e diventa una fonte di identità .
Navigando tra passato e futuro, “The Last of the Sea Women” si presenta come un’opera non solo di narrazione culturale, ma come un invito a riflettere sulle sfide contemporanee e sull’importanza di preservare il patrimonio di esperienze e conoscenze custodito dalle haenyeo. Una tradizione che potrebbe sembrare in pericolo, ma che trova la forza di resistere e di innovarsi in ogni nuova generazione.