Da ceneri a coralli, dopo la morte puoi vivere sotto forma di barriera corallina: puoi farlo davvero aiutando gli oceani

Da ceneri a coralli, dopo la morte puoi vivere sotto forma di barriera corallina: puoi farlo davvero aiutando gli oceani

Coralli Coralli
Dalla morte ai coralli: diventa vita dopo la morte - Gaeta.it

Dopo la morte puoi rinascere come corallo nella barriera: aiuti l’oceano, dalle ceneri al mare profondo. 

Nel panorama in continua evoluzione dell’industria funeraria, si affaccia una rivoluzione sostenibile che coniuga rispetto per l’ambiente e innovazione tecnologica.

Sempre più persone cercano alternative ecologiche alle pratiche tradizionali di sepoltura e cremazione, spesso gravose per il pianeta. In questo contesto emerge la startup britannica Resting Reef, che propone un metodo rivoluzionario: trasformare le ceneri umane e animali in vere e proprie barriere coralline artificiali, contribuendo significativamente al recupero degli ecosistemi marini.

Un nuovo ciclo di vita sotto il mare

Fondata dalle designer Aura Murillo Pérez e Louise Skajem, la startup ha messo a punto una tecnica esclusiva che combina le ceneri ottenute tramite aquamation, un processo innovativo di cremazione in liquido alcalino a basso impatto ambientale, con gusci di ostriche frantumati e una speciale miscela cementizia ecologica. Il composto risultante è un materiale solido, modellato in forme organiche ispirate agli stromatoliti – strutture naturali molto antiche – che, una volta posizionato a circa 10 metri di profondità, diventa habitat ideale per la vita marina. Queste strutture non solo favoriscono la colonizzazione di alghe, microrganismi e diverse specie di pesci, ma contribuiscono anche a filtrare l’acqua, contrastare l’erosione costiera e aumentare la biodiversità locale.

Un modo tangibile per dare nuova vita agli individui dopo la morte, trasformando il ricordo in un elemento concreto di sostegno agli oceani. Il primo esperimento di Resting Reef è stato condotto nel 2024 a Bali, utilizzando i resti di animali domestici. I dati raccolti hanno evidenziato risultati sorprendenti: l’area intorno alla barriera artificiale ha ospitato ben 84 specie di pesci, con una biodiversità marina superiore di 14 volte rispetto a zone degradate nelle vicinanze. Questo successo ha spinto l’azienda a pianificare l’uso delle ceneri umane, con l’obiettivo di lanciare i primi progetti nel Regno Unito, in particolare nelle acque di fronte a Plymouth, entro il 2026.

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Dopo La Morte La Vita In Fondo Al Mare – Gaeta.it / Credits: Instagram @Restingreef

Un aspetto particolarmente innovativo riguarda la possibilità di conservare una replica domestica del “corallo memoriale”, un oggetto tangibile che permette alle famiglie di mantenere un legame fisico con i propri cari scomparsi, unendo simbolismo e sostenibilità. Le pratiche tradizionali di sepoltura e cremazione sono responsabili di emissioni di gas serra importanti: una singola sepoltura può generare fino a 833 kg di CO2, mentre una cremazione tradizionale ne produce circa 400 kg. In questo scenario, il progetto di Resting Reef si configura come una risposta concreta e innovativa al tema spesso trascurato dell’impatto ecologico della morte.

L’iniziativa ha ricevuto riconoscimenti di rilievo, risultando finalista al Terra Carta Design Lab, iniziativa promossa da Re Carlo III e sostenuta da Innovate UK, che premia progetti di design incentrati sulla sostenibilità ambientale. La combinazione di un approccio scientifico e di un’estetica ispirata alla natura rende Resting Reef un modello di economia circolare applicata al ciclo della vita e della morte. Attraverso questa visione, è possibile immaginare un futuro in cui la fine della vita rappresenti un nuovo inizio per il pianeta, contribuendo attivamente al ripristino degli ecosistemi marini e alla lotta contro la crisi climatica.

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