Vertice brics a rio de janeiro senza xi jinping e putin, sfide per il gruppo emergente più grande del mondo

Vertice brics a rio de janeiro senza xi jinping e putin, sfide per il gruppo emergente più grande del mondo

Il vertice Brics a Rio de Janeiro si apre con le assenze di Xi Jinping e Vladimir Putin, tensioni sui dazi Usa e sfide interne legate all’allargamento e alle divergenze politiche ed economiche.
Vertice Brics A Rio De Janeiro Vertice Brics A Rio De Janeiro
Il vertice Brics a Rio si apre con le assenze di Xi Jinping e Putin, evidenziando tensioni interne e sfide legate all’allargamento del gruppo, mentre i paesi emergenti si uniscono contro i dazi USA e cercano di rilanciare un’agenda multilaterale. - Gaeta.it

Il vertice dei Brics che si tiene a Rio de Janeiro oggi e domani si presenta con due assenze pesanti. Né xi jinping, presidente della Cina, né Vladimir Putin, presidente della Russia, saranno presenti di persona. Questi due paesi svolgono un ruolo fondamentale nel gruppo che mette insieme alcune delle più grandi economie emergenti. L’assenza di entrambi fa riflettere sul futuro del Brics, soprattutto dopo l’allargamento deciso nel 2024 che ha portato nel gruppo nuovi membri come Indonesia, Iran, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Le assenze di xi jinping e putin e cosa significano per i brics

La decisione di xi jinping di non partecipare direttamente al vertice ha sorpreso, visto che il presidente cinese non perdeva un appuntamento del genere dal 2011. A capo della delegazione sarà il premier li qiang. Pechino ha parlato solo di impegni concomitanti, senza motivazioni precise. In Cina la presenza del presidente ai Brics è tradizionalmente un segnale politico importante, perciò l’assenza di xi jinping viene vista come un segno di possibile ridimensionamento dell’attenzione verso questo gruppo.

La situazione di vladimir putin

Vladimir putin, invece, non ha mai nascosto le difficoltà di partecipare in persona a eventi internazionali dopo il mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra. Il Brasile, che ospita il vertice, è firmatario dello Statuto di Roma e dovrebbe arrestare Putin in caso di arrivo sul suo suolo. Lo scorso anno, al vertice di Johannesburg, putin aveva delegato la sua partecipazione proprio a causa di questa situazione. L’assenza del presidente russo elimina inoltre il discorso di un grande blocco di potere all’interno del gruppo, vista la netta posizione politica che la Russia porta nel Brics.

Le tensioni sui dazi statunitensi e la risposta dei paesi emergenti

Uno dei temi caldi al centro del vertice è la condanna dei dazi imposti dagli Stati Uniti nella presidenza Trump, con la continuazione di politiche protezioniste anche nel 2025. I leader dei paesi Brics, che insieme rappresentano circa metà della popolazione mondiale e il 40% del Pil globale, puntano a dichiarare questi dazi illegali, sottolineandone il rischio per la stabilità economica globale.

Secondo una bozza della dichiarazione finale, le nazioni emergenti vogliono mostrarsi unite contro questa politica commerciale, definita “indiscriminata”. Si riconosce che l’imposizione di barriere tariffarie danneggia non solo i singoli paesi, ma la crescita complessiva nei mercati internazionali. Ci sono timori precisi anche sugli effetti sulle catene di approvvigionamento e sugli investimenti esteri, argomenti che influenzano direttamente le economie in rapida crescita del gruppo.

Dichiarazioni in bozza

Le nazioni emergenti vogliono mostrarsi unite contro questa politica commerciale, definita “indiscriminata”.

L’allargamento del brics, opportunità e difficoltà per il progetto di un blocco unito

Il gruppo Brics è nato nel 2009 con Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. L’anno scorso ha accolto sei nuovi paesi, portando la lista a dieci membri. Questa espansione ha però messo in luce falle interne: si allarga la distanza tra economie molto diverse tra loro e sistemi politici che spaziano dalle democrazie consolidate ai regimi autoritari più forti.

L’eterogeneità rischia di mettere in crisi l’intesa e la capacità decisionale del gruppo. Se prima c’erano già forti differenze su come affrontare temi globali come la sicurezza internazionale o il clima, adesso queste si accentuano mettendo in discussione il ruolo che i Brics possono avere come alternativa credibile al gruppo dei paesi occidentali.

Divergenze e difficoltà interne

Alcuni esperti segnalano che la moltiplicazione dei membri rende più complicato trovare un terreno comune, soprattutto su questioni sensibili come la riforma del Consiglio di Sicurezza Onu, dove la Cina frena ogni cambiamento che tolga potere alla sua influenza. Le divergenze emergono anche sulle politiche ambientali, tra paesi che puntano a una transizione verso le energie rinnovabili e quelli fortemente dipendenti da petrolio e gas.

Le priorità brasiliane e i temi in discussione al vertice

Il governo brasiliano intende sfruttare il vertice per rilanciare un’agenda improntata al multilateralismo e a cambiamenti concreti su alcuni nodi globali. Tra le proposte c’è una maggiore cooperazione per la produzione di vaccini, una spinta verso l’energia verde e la richiesta di estendere lo status di “nazione più favorita” a tutti i membri dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Il tema della multipolarità, ossia un ordine internazionale con più centri di potere, viene descritto dall’ambasciatore brasiliano a Londra, Antonio Patriota, come un’opportunità da coltivare, non una minaccia. Il Brasile vuole mostrare che il vertice può essere uno spazio per trattare questioni globali senza tornare a logiche di contrapposizione.

Ostacoli e divergenze interne

Non manca però la consapevolezza degli ostacoli interni. Le divergenze su un’eventuale valuta comune per sfidare il dollaro, con l’India contraria, e le difficoltà nel trovare una linea comune anche sul cambiamento climatico, mostrano come la strada sia lunga e complessa per un coordinamento stabile.

Il vertice di Rio si apre così nel segno della sfida: da un lato la volontà di ribadire l’importanza delle economie emergenti, dall’altra le incognite legate al ruolo politico e alle divisioni interne che condizionano il futuro di un’alleanza che vuole dimostrare la sua forza nel mondo.

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