La svolta nella nuova inchiesta sul duplice omicidio di fausto e iaio del 1978 con la dattilografia

La svolta nella nuova inchiesta sul duplice omicidio di fausto e iaio del 1978 con la dattilografia

La Digos e i pm Francesca Crupi e Leonardo Lesti rilanciano le indagini sul duplice omicidio di Fausto Tinelli e Iaio Iannucci a Milano nel 1978, usando analisi dattilografiche per collegare volantini di gruppi armati neofascisti.
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La riapertura delle indagini sul duplice omicidio di Fausto e Iaio del 1978 a Milano si basa su nuove analisi dattilografiche che collegano volantini politici di estrema destra, offrendo nuove piste sulla violenza degli anni di piombo. - Gaeta.it

L’indagine sul duplice omicidio di Fausto e Iaio, avvenuto nel 1978 a Milano, ha ripreso vigore grazie a nuovi accertamenti tecnici basati sulla comparazione della scrittura e sul confronto delle macchine da scrivere usate per produrre volantini di rivendicazione legati a eventi politici dell’epoca. Questo elemento ha portato avanti la procura e la Digos in una direzione inedita, approfondendo un aspetto finora poco considerato.

Nuovi esami dattilografici per collegare volantini e movimenti politici

La Digos e i pm Francesca Crupi e Leonardo Lesti hanno lavorato su una tecnica di indagine particolare: la comparazione dattilografica. L’analisi ha riguardato i caratteri, gli spazi e le caratteristiche delle macchine da scrivere usate per sfornare volantini siglati da gruppi armati degli anni di piombo. In particolare, il confronto ha coinvolto il volantino di rivendicazione ritrovato a Roma il giorno dopo i funerali di Fausto e Iaio e un altro documento, postato il 29 maggio 1979, che rivendicava un attentato contro la sezione del Pci nel quartiere Balduina.

Un nuovo filone investigativo

Il filone investigativo ha preso forma proprio con l’obiettivo di capire se gli stessi strumenti di scrittura potessero collegare i due eventi e, magari, aprire nuove piste sul mandante o gli esecutori dell’uccisione dei due giovani. Il dettaglio tecnico è fondamentale perché alla base c’è la possibilità che entrambi quei pezzi di carta nascondessero legami diretti o indiretti tra ambienti di estrema violenza politica.

Contesto storico del duplice omicidio e le tensioni politiche degli anni ’70

L’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo «Iaio» Iannucci ha segnato un passaggio drammatico nella capitale lombarda. Erano due giovani impegnati in ambiti sociali e culturali verso la fine degli anni Settanta, un periodo in cui Milano e più in generale l’Italia attraversavano una crisi profonda fatta di scontri ideologici violenti e tensioni sociali. Il loro assassinio è stato uno degli episodi più evidenti della cosiddetta strategia della tensione.

Non è un caso che subito dopo la loro morte siano comparsi volantini nei quali gruppi connotati dalla destra eversiva rivendicavano atti terroristici o altre forme di violenza politica. L’indagine di oggi, così, si cala in questo scenario per captare eventuali segnali clandestini impressi nella stampa di quei volantini. Si mette sotto la lente un pezzo di cronaca che non è mai stato del tutto risolto, anche perché per decenni molte piste sono rimaste aperte senza sviluppi definitivi.

Sigla “esercito nazionale rivoluzionario-brigata combattente franco anselmi” e le sue implicazioni

I documenti analizzati recano la firma “Esercito nazionale rivoluzionario-Brigata combattente Franco Anselmi“. Si tratta di un nome che richiama gruppi armati nati in seguito agli anni di piombo, in particolare riferiti a frange eversive di estrema destra. Franco Anselmi fu un militante neofascista, la sua figura è spesso evocata in ambienti clandestini come simbolo di lotta politica armata.

La presenza di questa firma su volantini di rivendicazione di azioni violente, ma soprattutto sulla comunicazione trovata legata ai giorni immediatamente successivi ai funerali di Fausto e Iaio, indica una possibile connessione tra episodi che fino ad ora erano considerati separati o solo vagamente correlati. Le analisi dattilografiche cercano di capire se i medesimi mezzi tipografici suggeriscano una regia comune o almeno una provenienza da ambienti organizzati e strutturati in modo simile.

La ricerca di legami nascosti nella stampa clandestina

Il ruolo della digos e dei pm nel rilancio delle indagini a oltre quarant’anni di distanza

L’azione della Digos e del pubblico ministero è entrata in una fase decisiva dopo decenni di silenzio e indagini intermittenti. La comparazione tecnica è il frutto di un lavoro meticoloso che mira a incastrare indizi mai approfonditi nel modo giusto prima d’ora. Francesca Crupi e Leonardo Lesti hanno preso in carico la pratica con una nuova prospettiva, usando strumenti scientifici aggiornati e molte ore di studio.

La loro attività spinge a riesaminare testimonianze, documenti e contatti all’interno di gruppi legati agli anni di piombo, in particolare quelli riconducibili alle ambizioni di gruppi armati di destra. La riapertura del fascicolo ha colto molti di sorpresa ma consegna alla cronaca giudiziaria un dato che fa capire come, a distanza di più di quarant’anni, certe ferite restino aperte e si cerca ancora la verità.

Il significato dell’esame dattilografico nella lotta contro la violenza politica degli ultimi decenni

La tecnica di comparazione della scrittura e delle macchine da scrivere gioca un ruolo che forse non ha avuto tutta l’attenzione che merita. Una macchina da scrivere può raccontare molto, da come sono disposti i tasti, all’usura dei caratteri fino all’impronta lasciata sul foglio. Questi dettagli – al di là del contenuto testuale – aiutano gli inquirenti a stabilire nessi tra volantini, lettere, comunicati, con precisione quasi forense.

Un puzzle di violenza politica

Nel contesto della violenza politica in Italia, immaginiamo un puzzle composto da tante tessere molte lontane nel tempo, apparentemente scollegate. La dattilografia consente di riconoscere firme nascoste nelle parole, di mettere insieme elementi che possono rivelare la presenza di reti militanti eversive. In pratica, permette di svelare tracce residue della violenza che attraversava varie città italiane all’inizio degli anni ’80.

Il caso di Fausto e Iaio dunque assume un ruolo emblematico, perché mette insieme il lavoro degli inquirenti con una testimonianza indiretta ma concreta della complessità di quel periodo. Lo sforzo tecnico induce a pensare che ogni dettaglio, anche nel formato di un semplice volantino, può portare a ricostruire storie rimaste in ombra.

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