Un evento culturale significativo ha avuto luogo questa sera nel museo civico di Nepi, situato in provincia di Viterbo, dove è stato presentato il restauro di una testa marmorea di Gaio Cesare, figura di rilevanza storica, figlio di Agrippa e adottato da Augusto. Questo reperto, la cui origine si perde nei secoli, ha finalmente trovato una nuova casa, risvegliando l’interesse per la storia locale e per il patrimonio culturale della regione.
Origine e storia del reperto
La testa marmorea di Gaio Cesare ha una storia complessa e affascinante. Le prime notizie sul reperto si rincorrono attraverso le cronache di Nepi, ma la sua origine rimane avvolta nel mistero. A partire dagli anni ’80, la statua sembra diventare invisibile, fino a quando l’associazione archeologica locale non decide di rimuoverla dalla sua posizione originaria, una nicchia nel municipio. Questo atto segna l’inizio di una nuova vita per la testa, che viene trasferita nella collezione di quello che poi diventa il museo civico di Nepi.
Per molti anni, tuttavia, la statua rimane sepolta nei magazzini del museo, lontano dagli occhi del pubblico. Questa situazione crea un velo di oblio che incombe sul reperto, rendendo difficile per la comunità locale e gli studiosi accedere a un pezzo così significativo della propria storia. Solo dopo anni di silenzio, il reperto ha riacquistato visibilità grazie a un progetto di restauro, una testimonianza della rinnovata attenzione verso la valorizzazione dei beni culturali della zona.
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Il restauro e la nuova esposizione
Grazie a un attento intervento di restauro finanziato con fondi comunali e realizzato dall’Università degli Studi della Tuscia , la testa marmorea di Gaio Cesare è stata riportata alla luce e si prepara a essere esposta di nuovo. Il restauro ha visto la partecipazione di esperti che hanno lavorato per preservare la parte storicamente significativa dell’opera, restituendo alla statua il suo antico splendore. Adesso il reperto si affianca ad altri importanti oggetti archeologici, arricchendo la collezione del museo di Nepi.
Durante la cerimonia di presentazione, il direttore museale Stefano Francocci ha condiviso con i presenti un resoconto della storia della testa, dettagliando le sue vicissitudini attraverso i secoli e l’importanza di ritrovarla in un contesto espositivo. La presenza di importanti figure istituzionali come il sindaco di Nepi, Franco Vita, e l’assessore alla cultura, Paolo Paoletti, ha messo in evidenza l’impegno della comunità nel riconoscere il valore della propria storia e del patrimonio culturale.
Impulso alla cultura locale
Il sindaco Vita ha colto l’occasione per sottolineare la centralità della cultura nella vita della città e l’importanza del patrimonio storico come risorsa per il futuro. La nuova esposizione di Gaio Cesare non è solo una riappropriazione del passato, ma rappresenta anche un incentivo per l’amministrazione comunale a proseguire nell’attività di scavo nelle necropoli circostanti, con l’obiettivo di recuperare e portare alla luce nuovi reperti che possano arricchire ulteriormente il museo.
Questo impegno rappresenta un ponte tra la storia e il presente, un’opportunità di crescita e sviluppo per la comunità di Nepi, che con la restituzione di questo reperto storicamente significativo, rivive un momento di grande emozione. Attraverso la valorizzazione dei propri tesori culturali, la città si propone non solo di conservare la memoria storica, ma anche di promuovere un turismo consapevole e interessato al proprio patrimonio.