L’abbazia del Goleto, uno dei complessi monastici più antichi e importanti della provincia di Avellino, entra nel nuovo millennio grazie a strumenti digitali e tecnologie all’avanguardia. Fondata nel XII secolo da san Guglielmo da Vercelli, figura centrale per l’Irpinia, questa struttura religiosa ha visto nascere un progetto multimediale che riporta in vita aspetti storici andati perduti e offre ai visitatori un’esperienza immersiva. A promuoverlo è l’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi che ha coinvolto tecnici e specialisti in un percorso innovativo di valorizzazione culturale.
La fondazione e il valore storico dell’abbazia del goleto
L’abbazia del Goleto fu edificata nel 1133 da san Guglielmo da Vercelli, santo eremita che in seguito è diventato patrono dell’Irpinia. Situata su un rilievo collinare nei pressi di Sant’Angelo dei Lombardi, questa costruzione ha rappresentato per secoli un punto spirituale e culturale di riferimento. Visse alterne vicende legate a eventi storici e catastrofi naturali, con danni che modificarono l’aspetto originario di diversi ambienti. La sua architettura combina elementi romanici con influssi delle successive ristrutturazioni benedettine.
Presenza dei benedettini di Montevergine
Non a caso, il complesso ospitava la comunità dei padri Benedettini di Montevergine, un ordine noto per la cura nella gestione dei beni religiosi, la pratica monastica e la produzione artistica. Nel tempo, la struttura ha accumulato opere d’arte, affreschi e arredi, molti dei quali sono andati perduti o danneggiati, in particolare dopo eventi sismici come il terremoto del 1980. La ricerca di un modo per salvaguardare e raccontare questa eredità ha portato all’idea di creare un percorso interattivo che mettesse in contatto diretto il pubblico con la storia dell’abbazia.
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La gam, goleto area multimediale: un percorso interattivo tra passato e tecnologia
Nel 2025 l’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi ha presentato il Gam, Goleto Area Multimediale, un progetto pensato per rendere accessibile la storia del sito in modo originale. Questa installazione unisce le nuove tecnologie con la ricerca storica, consentendo ai visitatori di scoprire dettagli che sarebbero altrimenti invisibili. L’uso di visori 3D permette un’immersione nella ricostruzione virtuale della chiesa e degli ambienti principali, con la possibilità di osservare gli affreschi, gli altari e gli arredi oggi perduti.
Esperienza immersiva e coinvolgente
L’esperienza multimediale va oltre la semplice visita guidata. Attraverso la realtà virtuale, viene ricostruita l’architettura del santuario come si presentava nei secoli passati, offrendo un colpo d’occhio sulle vicende artistiche e religiose che hanno segnato il luogo. Questo approccio serve sia a rendere più coinvolgente la scoperta per un pubblico eterogeneo, sia a conservare la memoria materiale e immateriale del complesso. Le tecnologie digitali, in questo caso, facilitano la fruizione delle informazioni storiche pur rispettando i vincoli di tutela.
Tecnologie e innovazioni al servizio del patrimonio culturale
Dietro il progetto Gam c’è il lavoro dell’architetto Angelo Verderosa, che ha coordinato la realizzazione tecnica affidata all’azienda Space spa, specializzata in innovazioni tecnologiche per i beni culturali. Questi professionisti hanno adottato metodologie precise per ricostruire digitalmente anche dettagli molto delicati e complessi, come il bassorilievo duecentesco che rappresenta san Guglielmo.
Il bassorilievo digitale
Questo rilievo è particolarmente significativo perché è l’unica raffigurazione visiva nota del santo fondatore dell’abbazia. Dopo il terremoto del 1980, durante i restauri, l’opera fu rimossa e pochi anni più tardi trafugata. Attraverso innovativi strumenti digitali, è stato possibile creare una copia virtuale che permette di apprezzare aspetti artistici e storici altrimenti irrecuperabili. L’intervento dimostra come sia possibile unire tecnologia e tutela per conservare il patrimonio in forma accessibile e protetta da ulteriori danneggiamenti o furti.
Il progetto nella sua interezza rappresenta un modello per altre realtà culturali impegnate a preservare e far conoscere monumenti storici con metodi contemporanei. L’uso della realtà virtuale e delle ricostruzioni digitali consente di affrontare le problematiche legate alla conservazione e alla fruizione pubblica, soprattutto in siti di difficile accesso o danneggiati. L’abbazia del Goleto diventa così un esempio di come il passato possa essere raccontato e vissuto nel presente grazie a strumenti innovativi.