La sostenibilità industriale e familiare del friuli venezia giulia richiede un approccio pragmatico alla transizione energetica

La sostenibilità industriale e familiare del friuli venezia giulia richiede un approccio pragmatico alla transizione energetica

La sostenibilità nel Friuli Venezia Giulia sfida imprese e famiglie, con Michelangelo Agrusti di Confindustria Alto Adriatico che evidenzia criticità nella transizione energetica e apre al dibattito sul nucleare a fissione.
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Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, evidenzia in Friuli Venezia Giulia le sfide della transizione energetica, sottolineando criticità nei tempi, nella continuità della fornitura e aprendo al dibattito sul nucleare a fissione come possibile soluzione. - Gaeta.it

La sfida della sostenibilità nel Friuli Venezia Giulia attraversa settori diversi, dal sistema industriale alle famiglie. Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, ha ribadito l’urgenza di un approccio più concreto alla transizione energetica durante la presentazione del nono Bilancio di Sostenibilità Territoriale organizzato da A2A a Trieste. Le parole di Agrusti mettono in luce le difficoltà di coniugare gli obiettivi ambientali con la tenuta economica di imprese e abitazioni.

Il contesto della transizione energetica nel friuli venezia giulia e il ruolo di a2a

Durante l’evento svolto all’hotel Savoia Excelsior di Trieste, Agrusti ha riconosciuto l’importanza di A2A nel territorio. L’azienda, attiva nella gestione energetica, ha presentato un bilancio che fotografa la sostenibilità regionale sotto molteplici aspetti. Agrusti ha definito A2A “un’azienda che ci è cara”, sottolineando il legame stretto con il tessuto produttivo locale. Eppure, dietro a questo rapporto di fiducia, emergono le preoccupazioni per il modello di sviluppo sostenibile, ora al centro di un confronto acceso. La transizione verso fonti rinnovabili si scontra con i tempi rapidi imposti dagli obiettivi nazionali e comunitari, che rischiano di compromettere la stabilità energetica ed economica.

Criticità sulle tempistiche della transizione energetica verso l’elettrico

Il presidente di Confindustria Alto Adriatico ha commentato duramente la data fissata per la completa elettrificazione del sistema energetico, nel 2035. Secondo Agrusti, l’obiettivo rischia di rivelarsi troppo ambizioso, se non irrealizzabile: “Abbiamo stabilito una data, quella del 2035, per il tutto elettrico. Eppure sappiamo che sarà impossibile”. Il tema delle tempistiche è cruciale perché le aziende e le famiglie del Friuli Venezia Giulia si trovano ancora ad affrontare una fase di adattamento, con infrastrutture e normative non ancora adeguate o complete. La transizione rapida senza un piano concreto potrebbe tradursi in aumenti dei costi energetici e in difficoltà operative per gli impianti produttivi.

Sfide e incertezze nella continuità della fornitura energetica

La questione della continuità nell’erogazione dell’energia ha assunto un rilievo particolare nel discorso di Agrusti. Nel suo intervento ha evidenziato le problematiche legate alla produzione idroelettrica, una fonte rinnovabile molto utilizzata nella regione ma che ha mostrato limiti nel garantire un approvvigionamento stabile e sufficiente. La mancanza di alternative affidabili genera timori sull’affidabilità energetica per industria e consumo domestico. Agrusti ha ribadito come l’equilibrio tra sostenibilità e disponibilità di energia sia fondamentale per evitare discontinuità o costi elevati che pesano sul sistema economico friulano.

La riflessione sul nucleare a fissione come possibile soluzione energetica

Nel finale del suo intervento Agrusti ha riaperto il dibattito sul nucleare a fissione, una tecnologia bandita in passato ma che oggi riprende forza nel confronto sull’energia futura. Ha precisato che, mentre la fusione nucleare è ancora lontana dall’essere disponibile, la fissione resta una tecnologia conosciuta e praticabile. Il presidente di Confindustria Alto Adriatico ha invitato a valutare questa opzione con attenzione: “Si sta facendo una riflessione sul nucleare: noi non sappiamo se ci sarà la fusione a disposizione, sappiamo che c’è disponibilità di fissione. Ci vogliamo ragionare?” Il costo dell’energia è un punto cruciale, dato che il kWh italiano è circa il 70% più caro di quello tedesco. Senza scelte pianificate e razionali, la competitività delle imprese regionali e l’economia locale rischiano di subire danni indelebili. Il nucleare potrebbe rappresentare una carta da giocare per stabilizzare prezzi e garantire approvvigionamenti continui in futuro.

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